Scoperta una seconda Gioconda a Montecitorio: cosa si sa

Il dipinto ritrovato nei magazzini di Montecitorio è considerato una copia del capolavoro di Leonardo realizzata nella sua stessa bottega

Pubblicato: 19 Febbraio 2022 23:10

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Spunta un’altra Gioconda e scoppia il dibattito tra gli esperti sull’attribuzione a Leonardo. La scoperta della presunta seconda Monna Lisa è stata fatta nel 2019, all’interno dei magazzini di Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati. Dopo anni di studi sulla sua autenticità, il dipinto sarebbe considerato un’altra versione del capolavoro di Leonardo da Vinci conservato al Louvre di Parigi.

Scoperta una seconda Gioconda, esperti divisi: il caso

Secondo il questore della Camera Francesco D’Uva, il quadro esposta oggi nella sala Aldo Moro di Montecitorio, sarebbe un’opera di grande pregio: “Si tratta di una copia del quadro del Louvre realizzata dalla bottega di Leonardo, forse addirittura con la sua stessa collaborazione” sostiene il parlamentare del M5s.

Nella scheda dedicata alla sul sito parlamentare Arte Camera c’è una scheda che la riguarda e dove la tela viene definita “Una copia che aspira a replicare diligentemente il suo modello”.

Originariamente su tavola, come l’opera esposta a Parigi, la Gioconda romana apparteneva alla famiglia nobiliare dei Torlonia ed è arrivata nel 1925 a Palazzo Montecitorio dal museo di arte antica di Palazzo Barberini.

Sottoposto negli anni all’analisi degli studiosi, avvalendosi del lavoro dei maestri restauratori arrivati anche dal Louvre, il dipinto viene fatto risalire alla prima metà del Cinquecento, secondo quanto confermato anche dalle ultime verifiche compiute durante un recente restauro della tela.

Gli storici dell’arte Antonio e Maria Forcellino, in un contributo al catalogo di una mostra romana su Leonardo che si è tenuta nel 2019, sostengono che certi tratti del paesaggio e le velature degli incarnati di questo dipinto “sono di una trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre”, anzi, “la tecnica pittorica … è così raffinata dal lasciar presupporre che lo stesso Leonardo abbia messo mano alla definizione chiaroscurale del volto”.

La storica dell’arte Rossella Vodret, ex soprintendente di Roma, che aveva schedato il dipinto nel 2005, lo ha però definito di “qualità non alta”.

Senza mezzi termini il giudizio di un altro noto critico d’Arte come Vittorio Sgarbi, profondo conoscitore delle aule di Montecitorio in quanto deputato ed ex presidente di una commissione per la restituzione ai musei delle opere di particolare importanza in deposito nei palazzi pubblici.

“Macché seconda Gioconda, quella è una modesta tela” ha dichiarato Sgarbi che ha bollato quella che alcuni ritengono un altro capolavoro di Leonardo “semmai roba da arredamento“, in quanto sarebbe stata “dipinta almeno 70 anni dopo la sua morte” e non ha “alcun valore artistico”.

“Non l’ombra, ma l’incubo di Leonardo – ha sentenziato il critico – Una modesta tela esposta in un palazzo pubblico, nell’Ufficio del Questore di Montecitorio, è stata fatta passare come una seconda Gioconda di Leonardo, che, per inciso, ha fatto fatica (ci ha messo 5 anni) a dipingerne una”.

“Tutto quello che meritava di essere restituito ai musei lo è stato nei decenni scorsi attraverso una commissione che io ho guidato” ha concluso Sgarbi (qui avevamo parlato della sua protesta contro la chiusura dei musei).

Scoperta una seconda Gioconda, esperti divisi: il valore

Nonostante i dubbi sull’attribuzione rimane il fatto che questa seconda Gioconda potrebbe valere milioni, a cifre non lontane rispetto a quanto sono state vendute le copie dell’opera di Leonardo. Si pensi alla ‘The Hekking Mona Lisa’, quadro del XVII secolo di scuola italiana, acquistata all’asta di Christie’s nel giugno del 2020 per 2,9 milioni di euro.

Secondo Antonio Forcellino, curatore della mostra “Leonardo a Roma” organizzata dall’Accademia dei Lincei, ha confermato il valore del dipinto: “È un quadro incredibile e prezioso, potrebbe valere almeno 10 milioni di euro“.

Se però del costo delle copie si può discutere, molto più complicato è attribuire un prezzo all’originale Gioconda esposta al Louvre: il capolavoro di Leonardo da Vinci ha un valore inestimabile, nonostante lo scorso anno la manager francese Stéphane Distinguin aveva proposto, per rilanciare il turismo post-Covid, di vendere l’opera per un cifra intorno ai 60 miliardi di dollari.

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