Venezia, arrestato per corruzione l’assessore Renato Boraso: il sindaco Luigi Brugnaro è indagato

All'assessore veneziano alla Mobilità Boraso, che è stato arrestato, viene contestata una mazzetta da 80.000 euro e una falsa consulenza da oltre 70.000. Vari i filoni d'indagine, uno dei quali ha coinvolto anche il sindaco Brugnaro

Pubblicato: 16 Luglio 2024 13:43

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

A Venezia, fra gli altri, è stato arrestato per corruzione anche l’assessore comunale alla Mobilità, Renato Boraso. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, è indagato nell’ambito delle stesse indagini. L’avviso di garanzia al primo cittadino è stato emanato “a sua tutela”, come ha affermato il procuratore capo Bruno Cherchi. Oltre a Brugnaro, sono indagati anche il capo di Gabinetto del sindaco e direttore generale del Comune, Morris Ceron e il vicecapo di Gabinetto, Derek Donadini. La vasta operazione della guardia di finanza è stata coordinata dalla procura di Venezia e ha riguardato amministratori pubblici, funzionari e imprenditori. Decine le perquisizioni messe in atto nel corso della mattinata di martedì 16 luglio.

La vendita del palazzo di lusso

Le indagini riguarderebbero le trattative di vendita all’imprenditore Chiat Kwong Ching, di Singapore, dell’area dei “Pili” che si affaccia sulla laguna di Venezia. Gli accertamenti degli investigatori riguardano il blind trust che gestisce il patrimonio di Brugnaro. Misure cautelari sono state chieste nei confronti di altre 17 persone, ma sono state accolte solo in parte dal gip Alberto Scaramuzza. Oltre a Boraso, in carcere è finito l’imprenditore edile Fabrizio Ormenese. L’indagine è coordinata dai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini.

L’assessore alla Mobilità Renato Boraso, civico di centrodestra, amministra Venezia da 10 anni. Nel precedente mandato era assessore al Patrimonio. Boraso è stato arrestato nell’ambito di un’indagine per corruzione per la cessione di Palazzo Papadopoli, immobile storico di Venezia. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’assessore avrebbe fatto scendere il valore del palazzo da 14 milioni a poco più di 10 milioni nell’ambito della trattativa con Ching Chiat Kwong, imprenditore interessato all’acquisto che era intenzionato a comprare anche l’area dei Pili. L’acquisto poi non andò comunque in porto. Secondo l’accusa, per aver fatto ribassare il prezzo Boraso avrebbe ottenuto 73.200 euro, sotto forma di consulenza, alla società Stella Consulting, di proprietà dello stesso Boraso e della moglie. Una consulenza che nei fatti, secondo i pm, non sarebbe mai stata eseguita. Per evitare di attirare l’attenzione, Boraso avrebbe cercato di trasferire parte di questa somma ad altre sue società.

La corruzione

A Boraso viene contestato anche dell’altro, come l’operazione Park 4.0. Sotto tale dicitura va la realizzazione di un parcheggio in un’area nei pressi dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. Secondo le ipotesi dei pm, l’assessore avrebbe ottenuto illecitamente, nel gennaio del 2015, 80.000 euro dall’imprenditore Nievo Benetazzo per aver presentato una modifica del piano regolatore e aver realizzato altri passaggi che avrebbero permesso la realizzazione del parcheggio in un’area dove non sarebbe stato possibile costruirlo.

Gli altri filoni

I pm indagano poi su una serie di appalti relativi ad Actv, l’azienda di trasporto pubblico locale, per i quali è indagato il direttore generale Giovanni Seno. Il gip Alberto Scaramuzza ha inoltre emesso altre misure cautelari per imprenditori e funzioni di società partecipate dal Comune.

Si tratta del più importante terremoto politico in Italia dall’arresto del governatore della Liguria Giovanni Toti.

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