Patrick Zaki arriverà in Italia domenica, e non sabato come originariamente previsto, utilizzando un volo di linea che atterrerà a Milano. L’annuncio è stato fatto da lui stesso su Twitter. Ha comunicato: “C’è un piccolo cambiamento nei piani poiché abbiamo appreso che i documenti ufficiali per revocare il divieto di viaggio saranno pronti domenica a mezzogiorno. Di conseguenza, dovremo viaggiare dopo tale orario per assicurarci che la mia situazione legale sia chiara al 100%.” Il ricercatore, una volta giunto a Malpensa, si dirigerà verso Bologna.
L’attivista aveva acquistato tre biglietti per un volo di linea, uno per sé, uno per sua sorella e uno per la fidanzata. L’orario di partenza dal Cairo era fissato per ieri mattina alle 5, con arrivo previsto alle 8 a Malpensa. Dopo l’atterraggio, aveva intenzione di raggiungere Bologna in auto. Tuttavia, a causa della mancata disponibilità dei suoi documenti di viaggio, è stato costretto a posticipare il viaggio. Attualmente, è ancora soggetto a un travel ban imposto dalle autorità egiziane. Dopo la sua liberazione, il travel ban deve essere cancellato, ma ci sono dei tempi burocratici da rispettare per ottenere la revoca.
La grazia da Al-Sisi
Patrick Zaki ha ricevuto la grazia da parte del presidente egiziano Al-Sisi dopo essere stato arrestato martedì scorso. I giudici del tribunale di Mansura lo avevano condannato a tre anni di carcere al termine dell’undicesima udienza del processo, in cui era stato accusato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese”. Prima della condanna, aveva già trascorso 22 mesi in detenzione cautelare, gran parte dei quali nel carcere di Tora, al Cairo. Questo periodo è stato molto lungo e segnato da 18 udienze e nove slittamenti, che hanno solo prolungato la sua custodia cautelare.
L’accusa contro di lui si basava su un articolo che aveva scritto nel 2019 intitolato “Il calvario dei cristiani copti in Egitto”. A partire da dicembre 2021, era stato rilasciato ed era a piede libero.
Il volo di linea e il rifiuto di incontrare il Governo
Con un post, Patrick Zaki aveva ringraziato con gratitudine le organizzazioni della società civile, i partiti, le forze politiche e i personaggi pubblici che avevano chiesto il suo rilascio e quello di tutti i prigionieri di opinione. Aveva esteso i suoi ringraziamenti al Governo, al Parlamento italiano, alla Presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri per il loro sostegno durante il periodo di reclusione e il processo, causati unicamente dal fatto di essersi laureato presso un’università italiana, nonostante non fosse cittadino italiano. Questo post segnava la fine della sua prima giornata da uomo libero.
Tuttavia, secondo l’ANSA, che ha ricevuto informazioni da fonti qualificate, Patrick Zaki avrebbe rifiutato non solo il volo messo a sua disposizione dalle autorità, preferendo invece viaggiare con una compagnia di linea, ma avrebbe anche declinato l’incontro con i rappresentanti del governo al suo arrivo.
“La reputazione dei difensori dei diritti umani si basa sulla loro indipendenza dai governi”, ha detto il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury. “Ringraziano e apprezzano quando si fanno delle cose per loro, come sono state fatte e infatti Patrick ha ripetutamente ringraziato governo e ambasciata. Decidere di viaggiare su un volo di linea non è un gesto di opposizione politica, ma un gesto di indipendenza“.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato che Patrick Zaki ritornerà in Italia utilizzando un volo di linea, poiché è stata data la possibilità di viaggiare con un volo messo a disposizione dalle autorità, ma lui ha scelto diversamente. “È una sua scelta, non lo so. Ho parlato con l’ambasciata. Ritornerà con il volo di linea. A noi interessava liberarlo. Il governo ha lavorato per liberarlo, poi dopo sono sue scelte. Come vuole tornare, torna in Italia. Un cittadino egiziano può partire dal suo Paese come vuole, con lo strumento che vuole. Gli era stata offerta la possibilità di un volo ma non è un obbligo. Se lui non vuole, è una sua scelta, senza problemi”.
Il Comune di Bologna ha risposto al tweet di Patrick Zaki, in cui annunciava il suo ritorno previsto per ieri, con un messaggio di attesa e affetto: “Ti aspettiamo” insieme a un cuore. Questo gesto dimostra il sostegno e l’empatia della città in cui Zaki si era trasferito nel 2019 per frequentare un master universitario in studi di genere.
Patrick Zaki: chi è e perchè è stato arrestato
Il calvario di Patrick Zaki è iniziato il 7 febbraio 2020, quando fu fermato all’aeroporto del Cairo, e l’arresto formale avvenne il giorno successivo, mentre rientrava in Egitto per una vacanza.
Nel corso della sua vicenda giudiziaria in Egitto, ha giocato un ruolo significativo la sua storia personale, caratterizzata da un forte attivismo. Durante le elezioni presidenziali egiziane del 2018, Zaki fu uno degli animatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato e attivista politico impegnato nella difesa dei diritti umani. Tuttavia, Ali ritirò la sua candidatura denunciando minacce e arresti di molti dei suoi collaboratori. Patrick Zaki faceva anche parte dell’associazione Egyptian Initiative for Personal Rights, un’organizzazione impegnata nella difesa dei diritti umani, con sede al Cairo.
La sua vicenda ha attirato l’attenzione internazionale e sollevato preoccupazioni riguardo al rispetto dei diritti umani in Egitto e alle condizioni degli attivisti politici nel paese.
Il futuro del ricercatore
Patrick Zaki resterà a Bologna per un paio di settimane, ma poi tornerà in Egitto per sposarsi con la sua fidanzata, Reny Iskander. Durante il suo soggiorno in Egitto, Zaki ha incontrato l’Ambasciatore Quaroni e ha espresso grande apprezzamento, in particolare per l’impegno personale della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per il suo caso. Il ministro ha assicurato che la grazia concessa a Patrick non è stata ottenuta tramite baratti o trattative sottobanco, ma è stato frutto di un lungo e efficace sforzo diplomatico.
Palazzo Chigi ha rilasciato una nota in cui si afferma che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente dell’Egitto Al-Sisi per ringraziarlo personalmente per la grazia concessa a Patrick Zaki, un gesto di grande importanza molto apprezzato in Italia. Durante la telefonata, sono stati anche affrontati alcuni temi bilaterali e si è fatto il punto in vista della Conferenza sullo sviluppo e le migrazioni, che si terrà a Roma la domenica successiva, alla quale l’Egitto sarà rappresentato dal Primo Ministro Madbouly. Entrambi i leader hanno espresso il desiderio di avere presto un’occasione per incontrarsi.
Bologna in festa
È stato un momento di grande gioia e festa per Patrick Zaki, che ha ringraziato la città di Bologna e l’Università di Bologna per il sostegno ricevuto. La città si è preparata all’arrivo del neo-laureato “vestendo” le strade con abiti festivi. È stato a Bologna che Zaki si è laureato, in una cerimonia collegata in videoconferenza con l’Alma Mater Studiorum, l’antichissima università fondata nel 1088. A capo del comitato che lo ha sostenuto durante gli studi e nella lotta per la sua liberazione c’era la professoressa Rita Monticelli.
Il rettore dell’università, Giovanni Molari, ha annunciato che stanno organizzando una festa non solo per Bologna ma per tutto il Paese per celebrare il ritorno di Patrick Zaki e la sua laurea.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Matteo Lepore, è pronta ad accogliere Zaki con una grande festa in piazza Maggiore. Durante l’evento, sarà rimosso uno striscione giallo che da tempo chiedeva la sua liberazione. Inoltre, il sindaco Lepore ha dichiarato che verrà consegnata a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria, come segno di riconoscimento per il suo coraggio e la sua lotta per i diritti umani.
La vicenda di Patrick Zaki ha suscitato un forte interesse e sostegno in Italia e ha unito la città di Bologna e l’intero paese nel desiderio di vederlo tornare libero e festeggiare il suo successo accademico.