Poste Italiane condannata sui buoni fruttiferi: risarcimento di 30 mila euro

Poste condannata a risarcire 30.000 euro per mancata informazione su buoni fruttiferi ereditati, più 7.000 euro di spese legali

Pubblicato: 29 Agosto 2024 23:02

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Il Tribunale di Firenze ha emesso una sentenza che impone a Poste Italiane un risarcimento di circa 30 mila euro, oltre a 7 mila euro di spese legali, a favore di due sorelle che non erano state adeguatamente informate sulla scadenza di alcuni buoni fruttiferi postali ereditati. Il caso coinvolge la direzione centrale di Poste Italiane a Firenze e riguarda la mancata attivazione delle procedure di informazione previste dalla normativa.

Che cosa è successo: la vicenda

La vicenda ha inizio nel 2017, quando le due sorelle, dopo la morte dei genitori, si recano presso l’ufficio postale del loro quartiere per riscuotere cinque buoni fruttiferi postali settennali del valore complessivo di 30 mila euro. I titoli facevano parte della successione ereditaria, e durante la visita, la direttrice dell’ufficio, secondo quanto stabilito dalla sentenza, potrebbe aver confuso quei buoni con altri prodotti finanziari.

La funzionaria, infatti, avrebbe rassicurato le sorelle sul fatto che l’investimento sarebbe stato fruttuoso fino al 2022, consegnando loro anche un prospetto di rendimento con quella scadenza.

Due anni dopo, nel 2019, le sorelle tornano in posta per incassare uno dei buoni fruttiferi, per poi scoprire che tutti e cinque i titoli erano già scaduti. Si trattava infatti di buoni che dovevano essere riscossi entro 10 anni dalla scadenza degli interessi, periodo ormai trascorso.

Dopo il primo momento di smarrimento, le sorelle decidono di rivolgersi a un avvocato per risolvere la situazione. Tentano inizialmente una mediazione con Poste Italiane, ma senza successo. L’azienda comunica che i fondi sarebbero stati trasferiti al fondo per i cosiddetti “conti dormienti” del Ministero dell’Economia e delle Finanze, come previsto per i depositi non reclamati entro il termine legale.

Le sorelle avviano quindi un processo civile nel 2020, che si conclude nei giorni scorsi con una sentenza favorevole. Durante il processo, emerge che nel 2022 l’Antitrust aveva già sanzionato Poste Italiane con una multa milionaria per pratiche scorrette, tra cui la mancata informazione chiara e precisa sulle scadenze dei titoli ai clienti in alcune filiali.

Le irregolarità riscontrate

Il Tribunale di Firenze avrebbe evidenziato gravi carenze nelle procedure informative di Poste Italiane. Non solo, stando alla sentenza, non sarebbero state attivate le procedure obbligatorie per legge che avrebbero permesso di avvisare le sorelle della scadenza imminente dei buoni, ma già all’atto dell’emissione nel 2002, sarebbero mancate indicazioni chiare sulla scadenza dei titoli. Inoltre, le rassicurazioni fornite dalla direttrice dell’ufficio postale nel 2017 sono state ritenute, sempre stando alla sentenza emessa dal Tribunale di Firenze, ingannevoli e illegittime.

Cosa fare se si è in possesso di buoni fruttiferi postali

Quando si detengono buoni fruttiferi postali, è fondamentale monitorare alcuni aspetti chiave per evitare complicazioni.

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