Nuovi 24 siti Unesco aggiunti nel 2024: dove si trovano e quali sono quelli italiani

Il Comitato delle Nazioni Unite ha ufficializzato l’ingresso di 24 nuovi siti nell’elenco dei luoghi patrimonio dell’umanità: new entry anche per l’Italia

Pubblicato: 8 Agosto 2024 14:33

Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Il mondo in cui viviamo ci riserva sempre nuovi posti meravigliosi da scoprire, visitare, fotografare. Sia che si tratti della cara vecchia Europa, degli Stati americani del Nord o del Sud, dei villaggi della profonda Africa o di un angolo nascosto del continente asiatico (senza dimenticare gli strabilianti arcipelaghi dell’Oceania), vale sempre la pena accendere il pc, sintonizzarsi sulla piattaforma di viaggi di fiducia e prenotare un biglietto aereo.

Qualora ce ne fosse bisogno, questo discorso vale ancora di più ora che l’Unesco ha inserito 24 nuovi siti nella lista dei patrimoni dell’umanità, portando così il totale complessivo a quota 1223 località riconosciute e tutelate. Una lista di perle di rara bellezza, oltre che di “eccezionale valore storico, culturale e naturale”, come ha specificato Audrey Azolulai, direttrice generale dell’ente che fa capo alle Nazioni Unite.

Cosa sapere dei 24 nuovi siti Unesco del 2024

L’occasione in cui è stata presa la decisione di allargare l’elenco dei siti Unesco si è verificata a Nuova Delhi lo scorso 1° agosto, durante la 46esima sessione del Comitato del patrimonio mondiale, l’assemblea che ogni anno riunisce delegati provenienti da tutto il mondo per verificare lo stato di integrità dei siti tutelati e valutare l’aggiunta di nuove potenziali voci.

Ed è così che, al termine del discorso con cui la direttrice Azolulai ha spiegato come il patrimonio Unesco rappresenti il più grande “ponte tra le nazioni” che l’umanità possa permettersi in un periodo storico in cui proliferano i conflitti in tutto il mondo, è stata lei stessa ad annunciare i nomi dei nuovi 24 siti che andranno a rimpolpare la già nutrita schiera di posti incantati che la nostra civiltà ha il dovere di curare e preservare.

Ma quali sono questi nuovi siti scelti dalle Nazioni Unite? E dove si trovano esattamente? Di seguito riportiamo l’elenco completo, a partire dall’unica località italiana inserita nelle new entry (e che forse non vi aspettavate di trovare).

La Via Appia è l’eccellenza italiana tra i 24 siti Unesco

Tra le tante arterie stradali costruite in epoca romana per collegare la Città Eterna con le varie province dell’impero, la via Appia rappresenta senza dubbio quella più importante a livello strategico, commerciale e militare. Non a caso è stata la prima ad essere progettata in epoca repubblicana, quando il censore Appio Claudio Cieco (nel 312 aC) capì che era necessario collegare Roma a Capua (oggi rinominata Santa Maria Capua Vetere), il centro urbano crocevia tra le regioni del Latium, del Sannio e dell’Apulia. Nel corso dei secoli, la via Appia è stata poi completata e allungata fino a Brindisi, uno dei porti più frequentati dell’intero bacino mediterraneo.

Chi sceglie di percorrerla potrà ammirare decine di monumenti e costruzioni dislocati nelle varie località del tragitto: castelli, archi trionfali, acquedotti, basiliche, canali, fontane e centri termali che costellano sia le città più grandi come Taranto e Brindisi, sia i piccoli borghi come Terracina, Formia, Minturno e Venosa.

Fonte: 123RF
Un tratto della via Appia che collega Roma a Brindisi

Complesso monumentale di Targu Jiu (Romania)

Uno spaccato di architettura novecentesca e ingegneria moderna che vuole onorare i tanti caduti del popolo rumeno durante la Prima Guerra Mondiale: è questa la mission del complesso di Targu Jiu, un’area che Costantin Brancusi (pioniere del modernismo artistico) iniziò a progettare già nei primi anni Venti. La realizzazione definitiva si ebbe a cavallo tra il 1937 e il 1938.

Fonte: 123RF
Il complesso monumentale di Targu Jiu, in Romania

Frontiere dell’Impero romano in Dacia (Romania)

Un insieme di mura, strade, ponti e sottopassaggi che si estende per oltre 7.500 chilometri, a riprova della grandezza che l’Impero romano seppe imprimere non solo nella Capitale, ma anche in tutte le province. Un complesso monumentale formato da bastioni, torri, accampamenti e villaggi in cui le truppe dell’esercito romano presente in Dacia soggiornavano per monitorare questo territorio di fondamentale importanza per il controllo del commercio marittimo transitante sul Danubio.

Schwerin (Germania)

La città di Schwerin è stata per secoli la capitale dell’omonimo Granducato, che inglobava anche la ricca regione del Meclemburgo, nel nord-est della Germania. Nel suo complesso di ville, giardini e luoghi di culto, il sito comprende 38 elementi artistici e architettonici, tra cui spunta il meraviglioso Palazzo del Granduca, per secoli sede dei governanti che hanno segnato la storia del Sacro Romano Impero.

Flow Country (Gran Bretagna)

Considerato il più straordinario esempio di paesaggio di torbiera in accumulo attivo, questo ecosistema di acquitrini si è formato negli ultimi 9.000 anni, offrendo una varietà di habitat per una combinazione di specie di uccelli unica sulla terra. Siamo nell’area delle Highland scozzesi, una regione in cui il patrimonio naturale viene accuratamente preservato, evitando le degenerazioni urbane tipiche delle città d’oltremanica.

Grotta di Vjetrenica (Bosnia Erzegovina)

Esempio perfetto di biodiversità ed endemicità, la Grotta di Vjetrenica è frutto della classica topografia carsica che caratterizza tutta l’area italiana e balcanica che costeggia il mar Adriatico. Molte delle specie di vertebrati e invertebrati presenti all’interno di questo magnifico anfratto sono minacciate dalle attività dell’uomo: per questo, tra i tanti siti possibili, quello bosniaco ha ricevuto fin da subito l’approvazione del Comitato UNESCO per entrare a far parte dei beni protetti e tutelati.

Parco nazionale del Lago Kenozero (Russia)

Un’area naturale vastissima che si estende per migliaia di chilometri quadrati nel cuore della Russia rurale, sviluppata tutta attorno al meraviglioso lago Kenozero. Un posto a tratti incantato, dove le popolazioni autoctone preservano ancora uno stile di vita quasi bucolico, lontano dalle novità occidentali e dalla frenesia contemporanea. Qui il tempo sembra essersi fermato e la gente vive in completa sintonia con un paesaggio verde incontaminato che ha pochi eguali in tutto il mondo.

Fonte: 123RF
Una veduta del Lago Kenozero, in Russia

Monastero di Sant’Ilario (Palestina)

Osservando questo posto dall’alto, con l’aiuto di un drone, sembra di ammirare uno di quei palazzi reali che solo la tecnologia può realizzare. E invece siamo nelle dune costiere di Nuseirat, uno dei luoghi simbolo della Striscia di Gaza, terra di conflitti secolari e scontri sanguinosi, ma anche di perle artistiche e architettoniche di rara bellezza. Incastonato tra le terre sabbiose e le acque stagnanti, questo edificio in stile bizantino risplende in tutta la sua bellezza.

Area archeologica di Al-Faw (Arabia Saudita)

Per i più curiosi e gli amanti dell’archeologia, in questa area incantata della penisola araba è ancora possibile vedere gli strumenti di epoca neolitica e paleolitica utilizzati dagli indigeni locali per la sopravvivenza nelle foreste e negli anfratti delle catene rocciose. Siamo nella zona circostante al monte sacro Khashm Qaryah, a pochi passi da quel che resta della storica città di Qaryat al-Faw. Qui è il deserto a farla da padrone, ma si possono trovare anche ampie oasi naturali in cui piante e animali tropicali trovano rifugio dalle alte temperature e dalle terribili escursioni termiche.

Hegmataneh (Iran)

Uno tra i più antichi dei 24 nuovi siti Unesco inseriti nella lista dei patrimoni dell’umanità. Per ritrovare l’origine di questa incredibile città mediorientale occorre tornare indietro nel tempo fino al IV° secolo aC, quando la tribù dei Medi decise di edificare un centro abitato che il mondo conoscerà anche con il nome di Ecbatana. Da qui, poi, transitarono anche altri popoli protagonisti della storia orientale come i seleucidi e i parti.

Sito di Umm Al-Jimal (Giordania)

Parliamo di un insediamento rurale situato nel nord del Paese, in un’area che ha visto scontri e diatribe senza fine nel corso dei secoli, con le popolazioni locali che non hanno avuto particolare premura delle meraviglie architettoniche realizzate in epoca romana. Eppure, molte di quelle stupende infrastrutture sono rimaste integre, a partire dai meravigliosi acquedotti che garantivano l’acqua potabile a tutti i villaggi dell’area. Il sito più ricco di reperti è quello di Umm Al-Jimāl, antica roccaforte del Regno nabateo.

Fonte: 123RF
Il paesaggio desertico della Giordania

Melka Kunture e Balchit (Etiopia)

Osservandola in volo da un elicottero, questa valle incantata potrebbe essere il posto perfetto per ospitare le scene cinematografiche di capolavori come Jurassic Park o Il ritorno dei dinosauri. Migliaia di chilometri quadrati di verde intervallati da strutture architettoniche preistoriche in pietra e in marmo. A testimonianza di come la vita, da queste parti, fosse presente già 2mila anni prima della venuta di Cristo.

Corte reale di Tiébélé (Burkina Faso)

Si tratta di un complesso architettonico composto da capanne, abitazioni in pietra e dimore scavate nella terra battuta in cui il popolo Kasena diede vita a secoli di civiltà a cavallo tra la fine del Medioevo e l’inizio del periodo rinascimentale. Ancora oggi, piccole comunità di residenti locali vivono in totale armonia con la natura, mantenendo viva una tradizione che ha posto le basi per la nascita del Burkina Faso per come lo conosciamo oggi.

Sito archeologico di Gedi (Kenya)

Ci troviamo in uno degli snodi più importanti dell’intera costa orientale africana. Per secoli la città di Gedi ha rappresentato uno dei porti più importanti per il commercio marittimo, gli scambi culturali e i traffici internazionali. Da qui passava buona parte delle imbarcazioni provenienti dal Mar Mediterraneo e dirette verso l’Oceano Indiano. Una città realizzata a strati, con un grande porto e un centro abitato collocato in posizione rialzata. Il tutto con lo stile inconfondibile della cultura Swahili, che prediligeva l’utilizzo di materiali come il legno, la malta, la terracotta e il corallo.

Fonte: 123RF
Tipiche abitazioni Swahili in Kenya

Luoghi legati a Nelson Mandela (Sudafrica)

Per identificare questo nuovo sito Unesco occorre perlustrare tutto lo stato del Sudafrica, toccando varie città e percorrendo molte delle arterie principali del Paese. Questo perché la lotta per i diritti umani di Nelson Mandela ha coinvolto ogni persona, ogni strada e ogni angolo del territorio: dal palazzo di Pretoria che oggi ospita la sede operativa del governo nazionale, passando per i villaggi che hanno vissuto l’orrore della segregazione razziale, fino alle sponde meridionali dell’oceano che Mandela visitò in diverse occasioni durante la propria vita.

Fonte: ANSA
Sculture in piazza Nelson Mandela a Johannesburg

Siti di occupazione risalenti al Pleistocene (Sudafrica)

L’area è composta da tre siti archeologici situati nelle province del Western Cape e di KwaZulu-Natal. Siamo nel Sudafrica più profondo, dove l’influenza dei grandi centri abitati rimane distante e la natura può continuare a proliferare attorno alle costruzioni risalenti all’età del Pleistocene. Le abitazioni in pietra e gli altari religiosi sono il segno più evidente dell’attività svolta dai popoli indigeni nel corso dei secoli.

Sistema di sepoltura a tumulo della dinastia Ahom (India)

Siamo nella regione più orientale di questo immenso paese. È qui che le diverse dinastie succedutesi nel tempo hanno eretto una delle più ricche e maestose necropoli che l’umanità abbia il piacere di osservare. In particolare, il popolo Tai-Ahom ha vissuto in quest’area per secoli, dando degna sepoltura a decine di sovrani, funzionari e cittadini di ogni estrazione sociale. Un mix di costruzioni civili e religiose immerse nella natura selvaggia dell’entroterra indiano.

Asse centrale di Pechino (Cina)

Quasi come se fosse un libro di storia a cielo aperto, l’Asse centrale di Pechino è la testimonianza più autentica dell’evoluzione della città nel corso dei secoli. Istituito agli inizi del XIII° secolo, questo grande complesso di palazzi imperiali, immensi giardini e luoghi di culto si trova incastonato tra i due fiumi che attraversano la metropoli. È in queste strade e in questi edifici che hanno avuto luogo le vicende più importanti delle tre dinastie che hanno governato la Cina, ossia la famiglia Yuan, la dinastia Ming e la più recente casata Qing.

Fonte: 123RF
Veduta notturna di Pechino

Deserto di Badain Jaran (Cina)

Punti di incontro fra tre aree sabbiose, il deserto di Badain Jaran è il terzo più esteso di tutta la Cina. Una zona di estrema aridità e con grandi escursioni termiche, ma anche un territorio paradossalmente perfetto per la proliferazione di centinaia di specie animali e vegetali che bene si adattano a questa condizioni estreme.

Miniera d’oro di Sado (Giappone)

Cosa succede se, nel corso dei millenni, due catene montuose si separano, dando vita ad una grande pianura verde ma al contempo rocciosa? La risposta è semplice: si creano le condizioni per la creazione di innumerevoli siti minerari con all’interno alcuni dei materiali più preziosi del nostro pianeta. È quanto successo sull’isola di Sado, nel mare del Giappone, dove decine di navigatori e commercianti hanno frequentato queste valli alla ricerca di oro, argento e pietre preziose.

Grotte del Parco nazionale di Niha (Malesia)

Siamo sull’isola di Borneo, la terza più grande al mondo, divenuta meta gettonatissima per i turisti più intraprendenti provenienti da ogni angolo del pianeta. Qui la civiltà è comparsa oltre 50mila anni fa e i primi uomini attivi nell’area realizzarono un reticolato di abitazioni primitive incastonate nella roccia. Le grotte sono visitabili ancora oggi in tutta la loro autenticità, tra pitture rupestri e cimiteri millenari. Uno spaccato di archeologia unico nel suo genere.

Parco storico di Phu Phra Bat (Thailandia)

La vera protagonista di quest’area del Sud-est asiatico è la pietra Sima, il materiale utilizzato dalla religione buddista per erigere i propri centri di culto. Stiamo parlando di uno dei luoghi più caratteristici della storia thailandese, un agglomerato di installazioni e luoghi di culto che testimoniano la presenza di popolazioni indigene attive fin dai primi secoli dopo Cristo. Le pitture rupestri che decorano buona parte delle costruzioni rocciose rendono questo sito uno dei più suggestivi di tutto il patrimonio Unesco.

Isole Marchesi (Polinesia Francese)

Questo arcipelago di isole presenta una caratteristica che lo rende assolutamente unico e inimitabile: infatti, nonostante la collocazione tropicale, non presenta solo spiagge sabbiose e colorate, ma anche lunghi tratti di scogliera che si innalzano repentinamente sopra l’oceano. Il mix perfetto per la proliferazione di flora e fauna presenti in poche altre aree del pianeta. Il tutto corredato da abitazioni e infrastrutture che risalgono ad oltre mille anni fa, costruite durante la prima ondata di popolamento del continente australiano.

Fonte: 123RF
Veduta mozzafiato delle Isole Marchesi, in Oceania

Parco nazionale dei Lencois Maranhenses (Brasile)

Situato nel nord-est del paese, sulla costa orientale di Maranhao, il Parco nazionale dei Lencois presenta una serie di spettacoli naturali da mozzare il fiato. Lungo una costa di 80 chilometri, le spiagge sono seguite da pianure, dove i venti predominanti modellano le dune in lunghe catene a mezzaluna (che in lingua locale prendono il nome di barchans). Durante la stagione delle piogge, le lagune si riempiono d’acqua, creando specchi luminosi di varie colorazioni, forme, dimensioni e profondità.

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