Inchiesta Liguria, la procura di Genova accorda la revoca dei domiciliari a Toti

Giovanni Toti è vicino alla libertà dopo il parere favorevole alla revoca degli arresti. La decisione della giudice Faggioni è attesa entro il 2 agosto

Pubblicato: 1 Agosto 2024 09:26

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La situazione legale di Giovanni Toti, ex presidente della Regione Liguria, è a un punto di svolta decisivo. Dopo le sue recenti dimissioni, la possibilità che vengano revocati gli arresti domiciliari appare sempre più concreta. La decisione finale sarà presa dal giudice per l’udienza preliminare, Paola Faggioni, entro il 2 agosto.

Questo processo ha attirato molta attenzione, sia a livello regionale che nazionale, per le sue potenziali implicazioni politiche e legali.

La procura supporta la revoca della misura cautelare

Dopo quasi tre mesi di arresti domiciliari, Giovanni Toti è vicino a riacquistare la libertà. A meno di una settimana dalle sue dimissioni, l’ex presidente della Regione Liguria potrebbe essere rilasciato a breve. La procura di Genova ha infatti espresso un parere favorevole alla revoca della misura cautelare, accogliendo la richiesta avanzata dai suoi avvocati. La decisione finale del giudice per le indagini preliminari è attesa tra oggi e domani, ma per Toti la prospettiva di tornare libero entro il fine settimana si fa sempre più concreta.

Secondo gli inquirenti, l’abbandono del suo incarico elimina il rischio di reiterazione del reato, che era una delle principali preoccupazioni iniziali. Anche il Tribunale del Riesame aveva precedentemente sottolineato come il pericolo di inquinamento probatorio fosse ormai superato.

Una conferenza stampa in arrivo?

Come riporta Il Mattino, fonti vicine a Toti suggeriscono che una delle sue prime mosse una volta libero sarà convocare una conferenza stampa. L’ex presidente avrebbe l’intenzione di “togliersi qualche sassolino dalla scarpa”, affrontando pubblicamente le vicende che lo hanno coinvolto negli ultimi mesi.

La situazione di Aldo Spinelli: un caso diverso

Diversa la situazione per l’imprenditore Aldo Spinelli, il cui destino sembra incerto. Gli investigatori mantengono una posizione di riserbo sulla sua situazione legale, ma si suppone che il parere potrebbe essere negativo. Questa possibilità è influenzata dalle valutazioni del Tribunale del Riesame, che ha evidenziato un presunto schema adottato da Spinelli nel gestire le sue operazioni economiche.

Il Tribunale del Riesame ha infatti affermato che esiste “un metodo da sempre adottato dall’indagato nel perseguimento degli interessi economici-imprenditoriali delle aziende che formano il ‘gruppo’ da lui formato”. Questa dichiarazione evidenzia un modus operandi che potrebbe complicare la posizione legale di Spinelli. Inoltre, il Riesame ha esplicitamente detto che l’imprenditore ha “espressamente sostenuto di avere da sempre, nella cura dei propri interessi imprenditoriali, contattato gli esponenti politici di turno in relazione ad attività amministrative”.

Il caso di David Ermini, reazioni furibonde del Pd

Nel tentativo di migliorare la sua posizione, Aldo Spinelli aveva nominato David Ermini, ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, come presidente del consiglio di amministrazione di Spininvest, la holding del suo gruppo aziendale. Tuttavia, questa strategia non ha prodotto i risultati sperati. La decisione di Ermini di accettare l’incarico ha sollevato un polverone all’interno del Partito Democratico, con figure di spicco come Andrea Orlando che lo hanno invitato a rinunciare.

Il ruolo di David Ermini in questa vicenda ha causato notevoli tensioni all’interno del Pd. Ermini, che fino a poco tempo fa era membro della direzione nazionale del partito, ha scelto di dimettersi dalla carica, comunicando la sua decisione a Stefano Bonaccini, presidente del Pd. In una dichiarazione, Ermini ha espresso “sincero stupore e amarezza per le strumentalizzazioni” che hanno accompagnato la sua nomina. Ha sottolineato che non avrebbe mai immaginato che un incarico professionale potesse generare tanto imbarazzo.

La scelta di Ermini di abbandonare la direzione del Pd è stata accolta con sollievo dai vertici del partito. Stefano Bonaccini ha definito la decisione un “gesto che va apprezzato” perché contribuisce a risolvere la situazione, eliminando le polemiche e le strumentalizzazioni politiche.

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