L’Emilia Romagna è stata colpita da un’ondata di maltempo senza precedenti, causata dal ciclone Boris, che ha portato devastazione in molte aree. In risposta a questa emergenza, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato la disponibilità di 20 milioni di euro per sostenere le prime necessità delle popolazioni colpite. Si è tenuto oggi il Consiglio dei ministri che ha varato la misura dello stato di emergenza, per 12 mesi. Lo stanziamento però non sta avvenendo senza critiche.
La situazione in Emilia Romagna
La situazione in Emilia Romagna causa alluvione è drammatica, con oltre 2.500 persone evacuate a causa dei danni provocati dalle violente precipitazioni. Le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna sono tra le più colpite, con centinaia di abitazioni invase dal fango e servizi pubblici interrotti. Le strade sono danneggiate da frane e smottamenti, rendendo ancora più difficile l’arrivo dei soccorsi.
I residenti di queste aree si trovano ad affrontare l’incubo abitativo. Sono in molti a non sapere quando potranno tornare a casa, mentre i soccorritori lavorano incessantemente per rimuovere il fango e recuperare i beni materiali. In alcuni comuni, come Traversara di Bagnacavallo, la situazione è particolarmente grave, con edifici crollati e una comunità in ginocchio. Le autorità locali hanno fatto appello alla popolazione affinché rimanga cauta, perché le previsioni meteorologiche segnalano ancora la possibilità di temporali nei prossimi giorni.
Accanto alle posizioni della politica, la solidarietà si sta manifestando in vari modi, con associazioni e volontari che si mobilitano per offrire aiuto e sostegno a chi ha perso tutto. Nonostante questo, le difficoltà sono enormi e richiedono un intervento coordinato e massiccio da parte delle istituzioni.
Cosa prevede il piano di emergenza per Emilia e Marche
Da qui lo stanziamento dei fondi. Durante una videoconferenza con i rappresentanti locali, Giorgia Meloni ha ribadito ieri la solidarietà del Governo. Oggi, il Governo ha varato lo stato di emergenza per l’alluvione partita il 17 settembre in Emilia Romagna, nel territorio delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, e il 18 settembre lungo la fascia costiera delle Marche.
Per l’Emilia, per garantire le misure e gli interventi più urgenti e prioritari di soccorso e assistenza alla popolazione interessata dall’evento e di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, l’Esecutivo ha messo in campo 20 milioni di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. Per le Marche, sono stati stanziati invece 4 milioni di euro.
Le polemiche sui fondi per le alluvioni precedenti
La situazione però non è esente da polemiche. Le dichiarazioni del ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, riguardo all’utilizzo dei fondi per le alluvioni precedenti hanno suscitato forti critiche. Musumeci ha sottolineato la necessità di un cambio culturale nella gestione delle emergenze, insistendo sull’importanza di polizze assicurative contro i rischi naturali per le abitazioni. E proprio contro Musumeci e l’ex Figliuolo si è scagliato anche il sindaco di Brisighella (Ravenna), Massimiliano Perderzoli, che QuiFinanza ha intervistato.
La presidente facente funzioni della Regione, Irene Priolo, dal canto suo ha difeso l’operato della Regione, sottolineando l’impegno costante nella gestione delle emergenze e invitando a evitare polemiche in un momento così difficile. “Al ministro Salvini ho già risposto ieri. Il ministro Salvini, come il ministro Musumeci, possono andare a controllare” le spese sostenute dall'”Emilia-Romagna per l’emergenza alluvione del 2023 “nelle banche dati” che “sono a disposizione del governo in tutte le sue articolazioni”, ha detto la presidente facente funzione della Regione Emilia-Romagna Priolo rispondendo alle richieste del titolare del Mit di chiarimenti su come siano stati spesi i soldi stanziati per l’alluvione del 2023. “Il governo bisogna che sia consapevole di ciò che possiede e di ciò che non possiede”, ha aggiunto Priolo in un punto stampa.
La dichiarazione di stato di emergenza, che il Consiglio dei ministri è stato chiamato a deliberare, rappresenta una risposta necessaria per garantire un intervento efficace. L’auspicio è però un altro, ovvero che il Governo possa non solo affrontare l’emergenza immediata, ma anche pianificare una strategia di lungo termine per la ricostruzione e la prevenzione, affinché simili danni non si ripetano in futuro.