La corsa contro il tempo di Coin si fa sempre più frenetica. Il marchio che da anni popola i centri commerciali italiani, tra abbigliamento di fascia medio-alta e accessori per la casa, sta per chiudere il 2024 con conti in caduta libera. A peggiorare la situazione, una serie di rettifiche che potrebbero spingere il patrimonio netto in negativo. La catena veneziana, finita sotto il controllo della Composizione negoziata della crisi (Cnc) dal luglio scorso, sta cercando disperatamente una via d’uscita.
Ovs come salvatore della patria?
La risposta potrebbe arrivare da Ovs, il gigante della moda quotato in Borsa che ormai si propone come possibile cavaliere bianco di Coin. L’ipotesi di un ingresso nel capitale della catena sembra prendere forma, alimentata da mesi di voci e manovre sottotraccia. Il fondo Tip, guidato dall’imprenditore Giovanni Tamburi, è già azionista di Ovs con una quota del 29%. La situazione di Coin potrebbe quindi rappresentare un’opportunità unica per Ovs, che vedrebbe così rafforzata la sua posizione nel panorama dell’abbigliamento italiano.
I recenti sviluppi confermano che l’interesse di Ovs non è mai stato così concreto. Stefano Beraldo, amministratore delegato di Ovs, avrebbe partecipato a una call decisiva con Europa Investimenti, operatore che ha acquisito la maggior parte dei crediti di Coin, oltre a rappresentanti delle banche coinvolte e altri soci di Coin. L’idea è quella di creare una fusione tra abbigliamento e casa, con una grande alleanza che dovrebbe rimettere in sesto le finanze della catena.
I numeri che fanno paura
La situazione economica di Coin è ben lungi dall’essere sotto controllo. Le banche coinvolte, tra cui Intesa Sanpaolo, sono infatti in prima linea per gestire il debito del gruppo. Nonostante l’impegno del management per ristrutturare l’azienda, le ultime stime parlano di un passivo che supera i 200 milioni di euro, comprensivo dei crediti deteriorati e delle perdite sui magazzini invenduti.
A queste cifre si aggiungono contenziosi fiscali che hanno spinto il piano di ristrutturazione a una revisione radicale. La situazione sembra senza scampo, ma le banche hanno messo sul tavolo una nuova soluzione: un’ulteriore iniezione di capitale da parte di Ovs e di Europa Investimenti, che potrebbero convertire i crediti in capitale azionario.
Il piano di salvataggio tra i creditori e le banche
Le operazioni sono già in corso. I creditori hanno nominato come advisor Alvarez & Marsal, che affianca lo studio legale Linklaters, per rivedere la situazione di Coin. Secondo quanto trapelato, il piano di ristrutturazione, dopo essere stato rielaborato dal nuovo management di Coin, presenta cifre ancora più allarmanti: perdite aumentate, contenziosi con i fornitori, e una situazione economica che sembra sempre più sfuggire di mano.
Le banche coinvolte, tra cui Unicredit e Bpm, sono ormai pronte ad intervenire in modo deciso. È stato chiesto a Ovs di versare una somma tra i 20 e i 30 milioni di euro, un passo necessario per completare il piano di salvataggio, che dovrà essere omologato dai tribunali. In questo scenario, le parti coinvolte puntano a ridurre l’85% dei crediti dei fornitori e delle banche, una mossa che potrebbe alleggerire significativamente il carico finanziario di Coin.