Risarcimento per le norme anti Covid “ingiuste”, giudice dà ragione ai cittadini

Il giudice di pace di Alessandria dichiara ingiuste le norme anti-Covid e risarcisce 20 cittadini con 10 euro. La decisione scatena critiche

Pubblicato: 28 Gennaio 2025 18:38

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Le norme anti-Covid erano ingiuste. Per questo i cittadini che hanno fatto ricorso sono stati risarciti. La somma? 10 euro a testa. Così si conclude una sentenza del giudice di pace di Alessandria, che ha sollevato diverse polemiche.

Da una parte c’è la critica al giudice di pace, perché non era sua competenza decidere sulla questione; dall’altra, c’è chi critica la decisione, che sembra appoggiare la linea antiscientifica.

La sentenza non ha lasciato tutti soddisfatti, e la vicepresidente del Senato (senatrice di Forza Italia) Licia Ronzulli ha commentato la gravità di motivare la sentenza sostenendo che questa sia l’attuale posizione del governo in materia di pandemia e vaccini.

Sentenza contro le misure anti-Covid, ma la cifra è ridicola

Poteva essere l’occasione perfetta per festeggiare per chi ha mantenuto una posizione fortemente critica sulle norme anti-Covid applicate durante la pandemia dal governo Conte. Invece, la sentenza che dà ragione a circa 20 cittadini che hanno fatto ricorso contro tali misure suona come una barzelletta.

Questo soprattutto per via della cifra irrisoria con la quale i cittadini sarebbero stati risarciti: appena 10 euro.

Torniamo alla causa intentata dai cittadini contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sarebbero stati circa una ventina i cittadini che hanno fatto ricorso contro le misure. Ascoltati dal giudice di pace di Alessandria, Paolo Olezza, questi hanno visto confermare che le norme anti-Covid erano ingiuste. Dopo un primo tentativo di respingere il ricorso, il giudice di pace ha invece confermato la validità delle accuse.

Quali sono le misure contestate?

I cittadini avevano contestato tutte le normative anti-Covid, a partire dalla dichiarazione di stato di emergenza nazionale del 31 gennaio 2020, fino all’obbligo di vaccinazione.

Secondo i ricorrenti, sarebbero stati “costretti a comportamenti non desiderati in modo ricattatorio a fronte di benefici inesistenti per quanto concerne il contenimento dell’emergenza epidemica”.

Per il giudice di pace la contestazione era valida, perché, secondo lui, il diritto alla salute non gode di una superiorità rispetto ad altri diritti fondamentali. Inoltre, ha presentato dati di come in altri Stati, dove non ci sono state norme di confinamento domiciliare, la diffusione è stata inferiore così come la mortalità.

Norme ingiuste, via al risarcimento di 10 euro

Insomma, una sentenza importante per il contenuto, perché riconosce l’ingiustizia delle norme che hanno costretto obbligatoriamente a casa le persone. Eppure, la cifra risarcita è irrisoria, da alcuni definita persino “ridicola”.

Ai ricorrenti, infatti, spettano 10 euro, con la motivazione: “per danno dinamico-relazionale e danno morale”.

La sentenza non è piaciuta a Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato e senatrice di Forza Italia, che l’ha definita “una beffa, un’offesa alle vittime, ai malati, a quanti con fatiche e sofferenza si sono salvati, e a coloro che, invece, grazie alla scienza, hanno evitato di contrarre il virus”. Inoltre, sarebbe ancora più grave il fatto che, come motivazione, il giudice di pace arrivi a sostenere le posizioni dell’attuale governo come “quasi una sorta di confessione”.

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