Aurelio De Laurentiis è indagato per falso in bilancio. La procura di Roma ha comunicato la chiusura del fascicolo a carico del presidente del Napoli in relazione alla compravendita del difensore Kostas Manolas. L’inchiesta rientra tra i casi di presunte plusvalenze fittizie nei quali sono rimasti invischiati altri club italiani, con l’accusa di gonfiare i propri conti tramite operazioni poco chiare o ritenute irregolari.
L’accusa a De Laurentiis
L’affare nel mirino dei pm Lorenzo De Giudice e Giorgio Orano riguarda il passaggio nell’estate del 2019 del difensore greco Kostas Manolas dalla Roma al Napoli per 36 milioni di euro, con il percorso inverso del centrocampista della Guinea, Amadou Diawara.
Nel dicembre 2021, a 30 anni compiuti e praticamente fuori dal progetto, il difensore è stato venduto all’Olympiacos a 3 milioni, facendo segnare un crollo del valore del cartellino di 33 milioni nel giro di due anni e mezzo.
Un’operazione che era finita sotto la lente d’ingrandimento della procura capitolina già sul versante Roma, indagata insieme a sei persone della dirigenza precedenti all’attuale proprietà Friedkin: l’ex presidente James Pallotta insieme a Mauro Baldissoni, Guido Fienga, Giorgio Francia, Umberto Maria Ghandini e Francesco Malknecht.
L’inchiesta chiusa a maggio riguardava le ipotesi di reato, a vario titolo, di falso in bilancio e aggiotaggio informativo in relazione alle operazione di trasferimento di 12 giocatori, oltre ai due già citati, per un totale di 179 milioni di euro: Gregoire Defrel, Riccardo Marchizza, Davide Frattesi, Nicolò Zaniolo, Davide Santon, Radjia Nainggolan, Bryan Cristante, Marco Tumminello, Leonardo Spinazzola e Luca Pellegrini.
Secondo l’impianto accusatorio, gli ex amministratori della società giallorossa avrebbero realizzato, nel corso degli anni analizzati dagli inquirenti, “una serie di plusvalenze fittizie mediante operazioni di scambio di giocatori che venivano apparentemente realizzate come separate operazioni di acquisto e vendita e quindi contabilizzate, in violazione del principio contabile”.
Le presunte plusvalenze
La nuova accusa al presidente Aurelio De Laurentiis andrebbe ad aggiungersi a un altro filone di indagine su presunte plusvalenze fittizie, relative all’acquisto nel 2020 dal Lille da parte del Napoli dell’attaccante nigeriano Victor Osimhen.
Nell’ambito della stessa operazione dal costo di 71 milioni di euro, il club francese aveva corrisposto a sua volta circa 20 milioni alla società partenopea per il portiere Orestis Karnezis (ex Udinese e Watford) e i cartellini di tre calciatori del settore giovanile azzurro: Claudio Manzi, Ciro Palmieri e Luigi Liguori.
Secondo quanto indicato dal bilancio del Napoli chiuso al 30 giugno 2021, riportato da Calcio e Finanza, oltre ai 5 milioni di euro versati per l’estremo difensore greco, gli altri tre giocatori furono valutati con cifre dai 4 ai 7 milioni di euro, importi ritenuti sovrastimati rispetto al mercato, per tre giovani (classe 2000 i primi due e 1998 il terzo) che dovevano ancora iniziare la propria carriera ad alto livello.
Nel 2021 Liguori raccontò in un’intervista di non essere mai stato a Lille e che “non era un’operazione fatta per noi, per il nostro futuro. Era per altro. Ci siamo bruciati per ‘colpa’ del Napoli. Perché noi non sapevamo nulla”.
In seguito alla notizia della chiusura dell’indagine su Aurelio De Laurentiis, i legali del presidente del Napoli, gli avvocati Lorenzo Contrada e Fabio Fulgeri, hanno annunciato che il loro assistito sarà pronto a farsi ascoltare dagli inquirenti “per chiarire l’intera vicenda“.
Sul fronte della Federcalcio, il procuratore Giuseppe Chinè ha già chiesto gli atti alla Procura di Roma e attende di riceverli per valutare la situazione. Per il caso Osimhen, il Napoli e De Laurentiis sono stati già deferiti l’1 aprile 2022.