Partiamo da un presupposto. Non sono disponibili dati scientifici certi e definitivi sul rischio che può comportare sottoporsi a manovre che fanno “scrocchiare” il collo solo in termini di possibilità di andare incontro ad un ictus. Ma fa discutere la dichiarazione social di Andrea Vianello che, come riporta nel suo libro, ha testimoniato di essere stato sottoposto alla manovra poco prima di andare incontro ad ictus.
Sul tema, anche per capire cosa potrebbe accadere e quali potrebbero essere eventuali problemi legati a queste manovre, ecco il parere di Massimo Del Sette, Direttore U.O.C. Neurologia Policlinico San Martino di Genova (e membro del Comitato Tecnico Scientifico di A.L.I.Ce. Italia Odv).
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Il rischio per le arterie
“Fortunatamente la frequenza della dissecazione delle arterie carotidi (i vasi che corrono lungo il collo) non è elevata, si calcola circa nella popolazione globale che l’incidenza sia intorno al 2-3% ogni 100mila abitanti – spiega l’esperto. Nonostante questo, la dissecazione carotidea rappresenta circa il 10% di tutti gli ictus che avvengono in una età inferiore ai 45 anni, quindi dell’ictus cosiddetto giovanile”.
Sia chiaro. Tra le cause della dissecazione carotidea il trauma rappresenta un elemento di cui tenere conto, anche se molto più frequentemente si tratta di manifestazioni spontanee.
“A favorire la dissecazione della carotide è l’evento traumatico, spesso anche banale, come la rotazione del capo ad esempio, talvolta traumi più importanti come un incidente motociclistico stradale – segnala Del Sette”.
Attenzione alla predisposizione
E’ ovvio che la presenza di condizioni predisponenti facilita il fatto che un trauma anche di piccola rilevanza possa causare una dissecazione. Si parla in particolare di possibili patologie del tessuto connettivo, ovvero di quel tessuto che connette gli organi insieme, che può essere alterato per motivi genetici.
“Una di queste condizioni è la sindrome di Marfan: si tratta di persone che per questa patologia del connettivo presentano una particolare lassità dei legamenti delle articolazioni, un aumento delle linee verticali del corpo (statura molto elevata, braccia molto lunghe) e articolazioni iper estensibili – fa sapere Del Sette. Questa patologia del connettivo può facilitare la rottura, la dissecazione dell’arteria carotide”.
Come comportarsi
Venendo al caso specifico, Del Sette ricorda che non esiste una controindicazione assoluta a fare massaggi o manovre chiropratiche nelle persone che necessitino di questi trattamenti. Ma attenzione.
“Occorre avere una particolare cautela in coloro che, per predisposizione (ad esempio aver avuto in famiglia qualcuno che ha già presentato questa patologia) o condizioni biologiche tali per cui somaticamente si può sospettare una patologia del connettivo, in questi casi in particolare va prima fatta una valutazione per vedere che non vi siano controindicazioni ad alcune manovre che, comunque, devono essere in ogni caso effettuate con cautela – conclude Del Sette. Questa deriva dal fatto che, in particolare, le arterie vertebrali sono arterie che decorrono all’interno dei canali tra una vertebra e l’altra e quindi una rotazione brusca del capo può determinare uno stiramento delle arterie proprio nel tratto tra una vertebra e l’altra, fenomeno che facilita la dissecazione”.