Il Ministero della Salute lancia l’allarme per possibile rischio di salmonella in un salame venduto nei supermercati italiani. Dopo alcuni controlli, infatti, è emersa la possibile tossinfezione alimentare che ha portato il dicastero, così come l’azienda produttrice, a pubblicare una nota di richiamo per non far consumare il prodotto. Si tratta di diversi formati di salame mantovano del Salumificio Cattini Srl di Mantova.
Salame a rischio salmonella, i lotti
A essere interessati dal richiamo emanato sul sito del Ministero della Salute è il salame del Salumificio Cattini srl, con sede in viale Zonta 43/A a Suzzara, in provincia di Mantova. Ai clienti che hanno acquistato il salame è richiesta l’attenzione a tutti quelli che riportano come marchio di identificazione dello stabilimento IT 1254 LOA, quello legato appunto all’azienda mantovana.
Ben sei le note di richiamo per i seguenti prodotti:
- salame mantovano/salame mantovano con aglio sottovuoto da 400/500 gr, lotti prodotti dal 07/03/24 al 06/06/24 con data di scadenza a 120 giorni dalla data di produzione;
- salame mantovano/salame mantovano con aglio in pesi diversi, lotti prodotti dal 07/03/24 al 19/04/24;
- salame mantovano da 1,2 kg, lotto di produzione 06/06/24;
- salame mantovano da 1,2 kg, lotto di produzione 03/05/24;
- salame mantovano da 1 kg, lotto di produzione 03/05/24;
- salame mantovano da 1 kg, lotto di produzione 10/05/24.
Nella diverse note si legge lo stesso motivo di richiamo, ovvero “ritiro precauzionale per pericolo microbilogico legato a tossinfezione alimentare da salmonella”. A tutti è raccomandato non consumare il prodotto e di riconsegnarlo al punto vendita dov’è stato acquistato.
Cos’è la salmonella: rischi e sintomi
Ne abbiamo sempre sentito parlare tanto, ma cos’è la salmonella? Si tratta di un genere di batteri responsabile di una delle infezioni gastrointestinali più comuni nei Paesi industrializzati: la salmonellosi. Per l’uomo, il rischio di contrarre questa malattia è associato soprattutto all’ingestione di cibi contaminati durante la conservazione e la manipolazione.
I batteri del genere salmonella si sviluppano bene sia a temperatura ambiente, che all’interno dell’organismo umano, ma non tollerano le alte temperature e pH acidi (valori inferiori a 5.5). La cottura degli alimenti abbatte drasticamente il rischio di infezione, dal momento che i batteri vengono distrutti dal calore.
La salmonellosi si manifesta con un insieme di disturbi che possono avere intensità e serietà differenti a seconda dei casi. Tipicamente può quindi provocare:
- nausea;
- dolori addominali crampiformi;
- diarrea con feci liquide, frammiste a muco e, talvolta, a piccole quantità di sangue.
- feci verdi;
- febbre (38-39°C);
- vomito;
- dolori articolari;
- mal di testa.
Normalmente, i sintomi della salmonellosi fanno la loro comparsa dopo circa 12-72 ore dall’ingestione del cibo contaminato o, comunque, dall’esposizione al batterio. Questo breve periodo è il cosiddetto tempo di incubazione, durante il quale la Salmonella si riproduce nell’intestino. L’intensità dei sintomi è variabile, ma la salmonellosi si risolve, in genere, nel giro di 4-7 giorni.
Le segnalazioni del Ministero
Quello della sicurezza alimentare è un aspetto che è messo al primo posto dal Ministero della Salute che vigila come meglio può sulla qualità dei prodotti venduti nei supermercati e ne segnala ritiri o richiami tramite il proprio sito. Nello specifico questo meccanismo è possibile grazie agli operatori del settore alimentare (OSA) che hanno l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti da essi posti in commercio e a ritirare un prodotto dal mercato nel caso in cui non fosse in linea.
In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, l’OSA deve provvedere al richiamo, cioè deve informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante cartellonistica da apporre nei punti vendita, e a pubblicare il richiamo nella specifica area del portale del Ministero della Salute.