Nato nel 1875 e deceduto nel 1955, Thomas Mann è stato un celebre scrittore e saggista, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1929. La sua evoluzione è tale da essere considerato, al suo tempo, il massimo rappresentante della letteratura tedesca. Di seguito riportiamo i suoi testi principali, da riscoprire per comprenderne la poetica e il genio.
I Buddenbrook
È il primo romanzo di Thomas Mann, edito nel 1901. Ci conduce all’interno del suo mondo letterario, narrando le vicende di una famiglia tedesca dell’Ottocento. Esponenti della borghesia, sono costretti a fare i conti con una drammatica decadenza. Ciò che sembrava incrollabile, si sgretola di colpo. L’autore si è ispirato a eventi autobiografici per questo lavoro, che esprime la piena coscienza della crisi del mondo, che lascia svanire nel nulla valori che in precedenza sembravano intoccabili.
La morte a Venezia
Il mondo della borghesia torna potentemente al centro della narrazione in La morte a Venezia. Ciò che Mann rappresenta è il processo ultimo di dissoluzione di questa classe sociale. Un’opera che sotto quest’aspetto diventa emblematica, evidenziando gli aspetti patologici di questa crisi di valori. Un’opera celebre, la cui fama è aumentata nel 1971, grazie al film omonimo di Luchino Visconti.
Al centro della trama c’è Gustav Aschenbach, ben noto scrittore tedesco che decide di trascorrere l’estate a Venezia, sulla quale però incombe la peste. La sua esperienza si trasforma nel momento in cui in spiaggia giunge Tadzio, ragazzo polacco dall’incredibile bellezza. Lo sguardo che si scambiano spinge l’autore a provare vergogna per la propria decrepitezza. Una vicenda scandita così dai costanti tentativi di nascondere la realtà dietro maschere d’abbellimento.
La montagna incantata
La montagna incantata è uno dei libri di maggior impatto del Novecento. Prosa e poesia si fondono, restituendo un’immagine della civiltà occidentale dei primi del secolo scorso. Torniamo ad avere un rispettabile borghese come protagonista. Si tratta del giovane Hans Castorp, a contatto con un sanatorio svizzero.
Qui il tempo si perde, perché giorni, mesi e anni si dissolvono nella routine quotidiana. È proprio in essa, però, che trova il suo equilibrio, ottenendo una chance di crescita perché a contatto con questo microcosmo. Forze contrastanti lo travolgono, dalla malattia all’amore, dal razionalismo alla gioia di vivere. Nulla lo trasforma di per sé, ma la totalità ha un impatto rivoluzionario sul suo animo.
Confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull
Al centro della narrazione c’è la figura di Felix Krull, avventuriero geniale e singolare imbroglione. Rapidamente riesce a inserirsi nel mondo della borghesia, sfruttando la sua disinvoltura nel fingersi ciò che non è. Offre a quel mondo ciò che considera accettabile, per poi perdersi nella propria inesauribile fantasia. Un esteta che esercita l’inganno in maniera costante, con grande raffinatezza.
Un personaggio complesso, che ha albergato la mente di Thomas Mann per mezzo secolo, circa. Questo romanzo è stato infatti iniziato nel 1910. Appena un frammento venne pubblicato l’anno dopo, per poi restare lì, sospeso, per 40 anni, circa. Ripreso in seguito, venne dato alle stampe nel 1954 ma incompleto. Ciò che abbiamo è soltanto la prima parte delle memorie del protagonista. Mann è infatti deceduto l’anno dopo.