I sondaggi politici irritano Meloni e Schlein mentre Conte brinda: chi vincerebbe oggi

I sondaggi elettorali, rispetto a due settimane fa, certificano il calo di FdI e Pd. Sorride il M5S, unico grande partito in crescita. Chi vincerebbe le elezioni se si votasse oggi

Pubblicato: 15 Febbraio 2025 10:26

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Sono tre le novità degne di nota, rispetto alla situazione politica di due settimane fa: il principale partito dell’asse di governo, Fratelli d’Italia, perde terreno cedendo il -0,3%. Dopo l’apice raggiunto con la liberazione di Cecilia Sala, non ha giovato la coda di eventi successivi che hanno imbarazzato l’esecutivo, il caso Abedini, il caso Almasri e gli schiaffi incassati dalla magistratura sui trasbordi dei migranti in Albania

Guardando alle opposizioni, si assiste allo shock del Pd che perde il -0,6% in due settimane nonostante la segretaria Elly Schlein si sia spesa senza sosta fra lavoratori a rischio licenziamento e tour in giro per lo Stivale. Il M5S è l’unico grande partito a crescere (+0,4%).

Chi sale e chi scende nei sondaggi

Le percentuali che seguono sono tratte dalla Supermedia Youtrend effettuata per Agi e rispecchiano le intenzioni di voto degli italiani al 13 febbraio 2025, a confronto con le rilevazioni delle due settimane precedenti (qui, invece, i numeri dei sondaggi politici relativi della scorsa settimana):

Il confronto tra le coalizioni

Al 13 febbraio la situazione è la seguente:

La situazione alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024:

Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022:

Chi vincerebbe se si votasse oggi

Con il raffreddarsi dei rapporti fra Lega e FdI, tornare a votare oggi per le elezioni politiche potrebbe portare ad alcune sorprese. Se, in linea teorica, l’attuale asse di governo (FdI-FI-Lega), supportato da Noi Italiani, dovesse ripresentarsi alle elezioni incasserebbe la fiducia del 48,6% degli elettori italiani, una fiducia in crescita del +4,8% rispetto alle politiche del 2022.

Ma c’è un’incognita all’orizzonte: i rapporti tesi fra Giorgia Meloni, che tenta di tenere in riga gli alleati, e Matteo Salvini che scalpita perché in crisi di consenso e sempre pronto ad alzare la posta delle rivendicazioni politiche, incassando un no dopo l’altro. Solo negli ultimi dodici mesi, Salvini è rimasto deluso a vario titolo su una serie di pretese: Quota 41, Quota 41 light, il nuovo condono fiscale “rottamazione quinquies”, terzo mandato e il passaggio dal ministero dei Trasporti a quello degli Interni, solo per citarne qualcuna.

Retroscenisti e tessitori di ipotesi paventano uno scenario in cui Giorgia Meloni sarebbe ben felice di far capire agli alleati chi comanda, facendo cadere il governo per presentarsi a nuove elezioni in primavera, con l’aiuto di un Mattarella disposto ad emanare il decreto per lo scioglimento delle Camere.

Ma se la rottura fra Lega e FdI dovesse essere totale, a cosa si assisterebbe? Ad una coalizione di centrodestra monca capace di mettere insieme i 40,1% dei voti, contro il 31,2% delle sinistre. Ancora abbastanza, dunque per tornare al governo.

Ma se il campo largo (centro-sinistra + M5S) dovesse confermare il suo attuale 41,9%, l’avventura di governo per Giorgia Meloni diventerebbe solo un ricordo.

Se dovessero aderire anche Azione e Italia Viva, la nuova variopinta coalizione di governo otterrebbe il 47,1% dei consensi.

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