Non solo bonus, gli importi delle pensioni minime aumenteranno da qui alla fine dell’anno per effetto del decreto Aiuti ter: ma come? Proviamo a fare il punto.
Pensioni in aumento per contrastare l’inflazione
La perequazione delle pensioni è la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. Ha l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, mettendole al riparo, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione.
Si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Si applica alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
Solitamente l’applicazione della perequazione avviene al primo gennaio di ogni anno, l’adeguamento avviene sulla base degli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat. Quest’anno però il governo ha deciso di intervenire anticipando i tempi. Per contrastare gli effetti negativi sul potere di acquisto delle pensioni, infatti, l’esecutivo ricorrerà alla perequazione delle pensioni già a partire da novembre 2022.
Inoltre, Inoltre, nelle more dell’applicazione della percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 con decorrenza 1° gennaio 2023, con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, inclusa la tredicesima mensilità, è riconosciuto in via transitoria un incremento, limitatamente a tali mensilità, di 2 punti percentuali.
Pensioni: di quanto aumentano le minime
Gli importi degli assegni pensionistici, da qui alla fine dell’anno, aumenteranno quindi per due motivi:
- l’anticipo del meccanismo di perequazione;
- il bonus 150 euro riconosciuto automaticamente nel cedolino di novembre.
Dopo il bonus 200 euro per i pensionati, lo stato ha approvato infatti un’altra indennità una tantum che, nel mese di novembre 2022, riconosce 150 euro a: lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati, inclusi gli incapienti, che percepiscono fino a 20mila euro lordi l’anno.
I trattamenti pensionistici, come specificato dall’Inps, non saranno aumentati tutti allo stesso modo. La rivalutazione dipenderà infatti dalle fasce di reddito. Per cui, gli aumenti saranno pari a:
- 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
Volendo fare una simulazione, se si considera che l’importo di una pensione minima è pari a circa 523,83 euro, aggiungendo a questo il bonus del decreto aiuti ter e i due punti percentuale previsti dalla perequazione Inps, la pensione minima a partire a novembre 2022 aumenterà quindi del 2,2 per cento da 523,83 euro a 535,35 euro, a cui vanno aggiunti i 150 euro una tantum.
Pertanto, un pensionato con copertura minima passa dai 1570 euro circa che senza aumenti avrebbe percepito in questo ultimo trimestre del 2022 a 1755 euro.
Da ottobre inoltre dovrebbe essere risolto il madornale errore commesso sul calcolo di alcune pensioni che ha portato molti ex lavoratori a percepire meno del dovuto. L’Inps ha riconosciuto l’errore e sta correggendo la situazione, garantendo ai pensionati il pagamento delle somme dovute e, inoltre, effettuando adeguamenti all’indennizzo