Il tema del riscatto della laurea torna al centro del dibattito politico. Con il disegno di legge n. 1413, presentato in Senato dalla senatrice Carmela Bucalo (Fratelli d’Italia), si punta a introdurre nuove agevolazioni per il personale del comparto istruzione e ricerca.
L’obiettivo è quello di rendere più accessibile la valorizzazione degli anni universitari ai fini pensionistici, riducendo i costi e riconoscendo il peso della formazione nella carriera di insegnanti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo.
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Riduzione del costo per il riscatto della laurea
Uno dei punti più rilevanti della proposta riguarda la drastica riduzione dell’onere economico del riscatto della laurea. Oggi riscattare un solo anno di studi universitari comporta una spesa superiore ai 6mila euro: per un percorso quinquennale si può arrivare oltre i 30mila euro.
Il ddl Bucalo propone di abbassare l’aliquota di calcolo al 5%, portando il costo a poco più di 900 euro per ogni anno. Il taglio renderebbe la misura finalmente sostenibile per la maggior parte del personale della scuola e della ricerca, con un impatto gestibile anche per le finanze pubbliche.
Platea estesa a precari e personale non occupato
La misura non sarebbe riservata solo agli insegnanti di ruolo o a chi ha un contratto a tempo indeterminato. Il disegno di legge estende il riscatto agevolato anche al personale con contratto a tempo determinato e persino a chi, pur appartenendo al comparto istruzione e ricerca, si trovi temporaneamente senza lavoro.
Si punta così a includere i tanti precari della scuola, spesso esclusi dalle tutele e dai benefici, garantendo pari dignità a chi svolge funzioni essenziali all’interno del sistema formativo.
Welfare e contrasto al burnout
Il testo del ddl richiama esplicitamente il tema del burnout tra gli insegnanti, un fenomeno in crescita che riguarda circa un terzo del personale scolastico.
Riscattare la laurea a condizioni più favorevoli viene presentato come una vera e propria misura di welfare. Non solo un incentivo economico, dunque, ma un riconoscimento del valore del lavoro svolto, con effetti positivi sul benessere psicologico e sulla motivazione.
Il disegno di legge sottolinea la necessità di allineare l’Italia agli standard europei, ricordando che in Paesi come la Germania il riscatto della laurea è addirittura gratuito.
Turnover e pensionamento più accessibile
Un altro obiettivo dichiarato è favorire il ricambio generazionale. Il riscatto della laurea agevolato significa facilitare l’accesso alla pensione, aprendo spazi per nuove assunzioni e abbassando l’età media del personale scolastico e universitario.
Si tratterebbe quindi di una misura con un duplice effetto:
- alleggerire il percorso previdenziale per chi lavora da anni;
- rendere più attrattiva la professione per i giovani, spesso costretti ad andare all’estero.
Il sostegno dell’Anief e lo stato del ddl
Il ddl, che prevede la modifica dell’articolo 2 del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, è stato presentato in Senato il 5 marzo 2025 e assegnato a fine mese alla Commissione Affari sociali, Sanità e Lavoro. L’esame inizierà nei prossimi giorni, dopo la pausa estiva del Parlamento.
A sostenere l’iniziativa c’è anche il sindacato Anief, che negli ultimi mesi ha promosso una petizione nazionale raccogliendo quasi 120mila firme.
L’obiettivo era introdurre un pensionamento anticipato a 60 anni per docenti, Ata e dirigenti scolastici, accompagnato dal riscatto gratuito o agevolato degli anni universitari.
Il presidente Marcello Pacifico ha ricordato che la proposta Bucalo, pur non arrivando alla gratuità richiesta, rappresenta un compromesso importante: con circa 900 euro per ogni anno di studio, i lavoratori della scuola potrebbero anticipare di 4 o 5 anni rispetto alle regole attuali.
Considerando il prossimo innalzamento dell’età pensionabile e dei requisiti contributivi per uscire dal mondo del lavoro, la misura è particolarmente attesa dalle categorie interessate.