Se i problemi nel pagare i mutui hanno scatenato la crisi economica del 2007, la prossima potrebbe derivare dalle pensioni. E questa volta, come in passato, gli Stati Uniti potrebbero essere al centro dell’attenzione. Le pensioni, con i loro pesanti oneri finanziari e i cambiamenti demografici, potrebbero infatti rappresentare una minaccia per la stabilità economica globale. Tale situazione richiede un’attenta considerazione e azioni preventive da parte dei governi e delle istituzioni finanziarie per evitare una crisi simile a quella del 2007. Sarebbe quindi importante affrontare tempestivamente i problemi legati alle pensioni, implementando riforme strutturali e politiche di gestione prudenti, al fine di garantire la sostenibilità a lungo termine dei sistemi pensionistici e la stabilità dell’economia globale.
Il sondaggio della GoBankingRates sulle pensioni
Da un sondaggio online condotto dalla rivista GOBankingRates, e rilanciato nel nostro Paese dal portale Wall Street Italia, emerge come i cittadini statunitensi non si stiano affatto preoccupando del momento in cui andranno in pensione. La maggior parte, infatti, ha ammesso di non aver accumulato risparmi sufficienti durante la vita lavorativa e di non avere una chiara strategia per affrontare la fase della pensione. Questo atteggiamento riflette le sfide del sistema pensionistico statunitense, che differisce notevolmente da quello europeo e italiano. Negli Stati Uniti, infatti, i cittadini sono responsabili di integrare i sussidi governativi con risparmi personali e investimenti in fondi privati per garantirsi una sicurezza finanziaria nel pensionamento. Questa situazione solleva interrogativi sull’efficacia del sistema pensionistico statunitense nel fornire una rete di sicurezza adeguata per i cittadini anziani e sottolinea l’importanza di una pianificazione finanziaria consapevole fin dall’inizio della vita lavorativa.
I dati del sondaggio riflettono le sfide del sistema pensionistico Usa
Secondo quanto emerso dalle interviste online, il 64% degli intervistati ha accumulato meno di 10.000 dollari nel corso della propria carriera lavorativa, mettendo così a rischio la propria sicurezza finanziaria al momento del pensionamento.
Ovviamente, quella di non risparmiare abbastanza per la pensione non è stata una scelta deliberata. Molti, infatti, hanno lamentato un reddito insufficiente (45% degli intervistati) per risparmiare adeguatamente per la pensione mentre altri hanno avuto difficoltà a far fronte ad altre spese come l’affitto, il mutuo o i pagamenti dell’automobile.
Inoltre, per le fasce più giovani, la pensione sembra essere l’ultimo dei pensieri. Il 63% della Generazione Z (nati dopo il 1994) e il 54% dei Millennial (nati tra il 1980 e il 1994) afferma di non aver messo da parte neanche un dollaro. Ma non sono i soli: il 33% dei baby boomers (gli over 65) ha ammesso di non avere risparmi in fondi pensionistici e di affidarsi completamente ai risparmi del coniuge per il proprio mantenimento.
Suscita quindi molta preoccupazione il fatto che una parte significativa degli statunitensi sembri trascurare la pianificazione del proprio benessere finanziario dopo il pensionamento. È sorprendente notare, infatti, che solo pochi di loro si rendono conto della potenziale mancanza di risparmi adeguati per sostenersi durante gli anni della vecchiaia. Secondo il sondaggio indicato, solo coloro che hanno più di 55 anni dimostrano preoccupazione riguardo al proprio risparmio pensionistico. Le generazioni più giovani, invece, come i Millennial e la Generazione Z sembrano non considerare questa questione con la dovuta serietà.