Opzione Donna addio, sparisce in Manovra l’uscita anticipata per le lavoratrici

Il Governo non ha previsto nella legge di Bilancio la proroga di Opzione Donna e di Quota 103: le misure in Manovra e la protesta della Cgil

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Eliminata l’uscita anticipata dal lavoro per le donne. Mentre si alza l’età pensionabile, il Governo fa sparire definitivamente Opzione donna tra le misure previdenziali a sostegno delle lavoratrici. Si tratta della possibilità per le dipendenti o autonome, con almeno 61 anni e 35 di contributi, di andare in pensione prima, a determinati requisiti, non troverà più posto nella legge di Bilancio.

Stessa fine alla quale sarebbe destinata all’interno del capitolo “pensioni” della Manovra 2026 anche Quota 103, lo strumento che permetteva di anticipare l’assegno con 62 anni e 41 di contributi, a condizione del ricalcolo con il contributivo.

Le misure per le pensioni in Manovra

In attesa del testo definitivo della Manovra 2026, nell’ultima bozza trova conferma l’assenza dei due meccanismi di uscita anticipata, che dal prossimo anno verranno dunque cancellati.

Una decisione che va a braccetto con l’aumento dei requisiti anagrafici per andare in pensione, sulla base delle stime di speranza di vita dell’Istat.

Il Governo, infatti, ha spalmato in due anni l’incremento di tre mesi sugli attuali 67 anni, che sarebbe scattato nel 2027. In questo modo, dall’1 gennaio 2027 la pensione di vecchiaia aumenterà di un mese, mentre quella anticipata sarà a 42 anni e 11 mesi di contributi, con un anno in meno per le donne. Dal 2028 si potrà andare in pensione a 67 anni e tre mesi, con 43 anni e un mese di contributi per la pensione anticipata.

Lo scenario era stato anticipato dal documento programmatico di bilancio, in cui si faceva già riferimento alla limitazione dei canali di uscita anticipata.

In questo solco rientra la scelta di cancellare Opzione Donna, che nelle due ultime Leggi di Bilancio aveva già subito un giro di vite con l’aumento di un anno della soglia di età e l’inserimento di restrizioni, come l’appartenenza alle categorie di caregiver, dipendenti o licenziate da imprese in crisi o invalide al 74%.

A sostegno dei pensionati rimarrebbero al momento in Manovra l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico rivolto a chi svolge lavori gravosi e altre specifiche categorie e il bonus Maroni, riconosciuto a chi decide di continua a lavorare dopo il raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata.

La protesta della Cgil

La cancellazione di Opzione Donna è stata definita dalla segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione, come “l’ennesimo schiaffo” al lavoro femminile:

Nessun riconoscimento dei periodi di cura, nessuna misura per chi ha carriere frammentate, nessuna risposta alla disuguaglianza che penalizza milioni di donne. Per i giovani, nessuna pensione contributiva di garanzia, fondamentale per chi vive di lavori precari o saltuari

Il sindacato scenderà in piazza il 25 ottobre a Roma per protestare contro le misure sulle pensioni, oltre che per chiedere un aumento dei salari:

Altro che superamento della Legge Fornero l’esecutivo che ne aveva promesso l’abolizione la sta, di fatto, rafforzando. È la quarta Manovra consecutiva che interviene sulle pensioni senza una visione riformatrice

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