Secondo l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, nel 2024 sono aumentati gli acquisti di immobili ad alta efficienza energetica (classi A e B). La loro quota sul totale delle compravendite passa dal 6,5% del 2023 al 7,8%, a dimostrazione che gli italiani sono sempre più interessati alla sostenibilità e al risparmio energetico. Un trend che è in linea con i dati dell’Agenzia delle Entrate, che segnala un incremento del 6% nelle vendite di nuove costruzioni rispetto all’anno precedente.
Ma le città sono ancora lontane dalla svolta green
Tra le grandi città italiane, Bologna si distingue nettamente per la maggiore incidenza di compravendite di immobili in classi energetiche A e B, che raggiungono il 13,7% del totale cittadino. Seguono Verona, con un significativo 9,3%, e Milano, con il 6,8%. Al contrario, Bari, Torino e Roma registrano percentuali più basse, intorno al 3%, mentre Firenze, Genova e Palermo chiudono la classifica con quote inferiori all’1%, evidenziando una distribuzione ancora disomogenea degli immobili ad alta efficienza energetica sul territorio nazionale.
Nonostante il crescente interesse per abitazioni sostenibili, la maggior parte delle compravendite riguarda ancora immobili con basse prestazioni energetiche (classi F e G). Napoli e Palermo guidano questa tendenza, con oltre il 90% delle transazioni in queste categorie. A seguire, Bari, Roma, Genova e Firenze mostrano percentuali comprese tra l’87% e l’89%. Torino e Verona, invece, presentano una situazione differente, con una maggiore incidenza delle classi energetiche intermedie (C-D-E), che rappresentano rispettivamente oltre il 43% e il 36% degli acquisti.
Città | Classe A-B (%) | Classe C-D-E (%) | Classe F-G (%) |
---|---|---|---|
Bologna | 13,7 | 21,8 | 64,5 |
Verona | 9,3 | 36,4 | 54,3 |
Milano | 6,8 | 24,1 | 69,1 |
Bari | 3,3 | 7,2 | 89,5 |
Torino | 3,1 | 43,7 | 53,2 |
Roma | 2,9 | 8,5 | 88,6 |
Napoli | 1,2 | 4,8 | 94,0 |
Genova | 0,9 | 10,7 | 88,5 |
Palermo | 0,9 | 7,8 | 91,3 |
Firenze | 0 | 12,4 | 87,6 |
Ma più della metà delle abitazioni rientra nelle classi energetiche meno efficienti
L’efficienza energetica degli edifici gioca un ruolo chiave nella transizione ecologica, soprattutto in un Paese come l’Italia, un paese con immobili molto vecchi e con classi basse. Nonostante le misure adottate tra il 2020 e il 2023, come i vari bonus edilizi, il patrimonio residenziale continua a essere caratterizzato da elevati livelli di obsolescenza. Per la società di consulenza Nomisma, il settore residenziale è responsabile del 25% del consumo di energia nazionale. Secondo i dati aggiornati a maggio 2024, ben il 54% delle abitazioni italiane rientra nelle classi meno efficienti (F e G), con picchi del 65% nelle zone climatiche D.
Negli ultimi anni, gli interventi di riqualificazione energetica supportati da incentivi come il Superbonus 110%, l’Ecobonus, il Bonus Casa e il Bonus Facciate hanno portato a un risparmio complessivo dell’8,9%. Questo risultato rappresenta già oltre la metà dell’obiettivo fissato dalla Direttiva Case Green dell’Unione Europea per il 2030, ma per raggiungere il traguardo definitivo resta ancora da conseguire un ulteriore 7,1% di efficienza energetica.
Quanto costa rendere una casa sostenibile
Secondo le stime di Nomisma, per colmare questo gap nei prossimi cinque anni sarebbe necessario un investimento di 83,4 miliardi di euro, destinato a interventi di riqualificazione completa o alla sostituzione degli impianti. La spesa media per unità abitativa si aggirerebbe intorno ai 24.846 euro, con costi variabili a seconda della tipologia di immobile: circa 15mila euro per gli appartamenti in grandi condomini e fino a 42mila euro per gli edifici unifamiliari.