Anziani, cambio casa sempre più diffuso nell’età della pensione: gli immobili richiesti

Andare in pensione trasferendosi in una casa più piccola e più comoda, quasi sempre pagata in contanti: il fenomeno è in crescita

Pubblicato: 13 Ottobre 2024 15:29

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il fenomeno è crescente: fra gli anziani italiani è sempre più diffusa la decisione di cambiare casa. Nel 2023, ogni 1.000 acquisti di prime case, 87 sono stati effettuati da persone over 65 come evidenziano le statistiche notarili. Le compravendite avvengono principalmente in contanti, a causa delle difficoltà che i cittadini senior incontrano nell’ottenere mutui per via dell’età avanzata.

Le motivazioni

In genere, i pensionati acquistano case più piccole dal momento che i figli si sono trasferiti da tempo a vivere per conto proprio. Sulla scelta, in determinate occasioni, può pesare anche il peggioramento delle condizioni economiche magari causate dalla scomparsa del partner. Ma i senior cercano anche case più comode, senza barriere architettoniche o più vicine alle dimore dei figli. Alcuni vendono l’abitazione di una vita per fuggire dalla città o per trasferirsi in località turistiche.

Gli immobili più gettonati

Secondo uno studio Tecnocasa, il 9,9% degli acquisti immobiliari coinvolge le persone over 64. Nella sua analisi, Tecnocasa ha preso in considerazione le compravendite portate a termine presso le proprie filiali e non la totalità dei rogiti notarili. Secondo i dati, il 59% dei pensionati acquista la casa principale, il 27,7% compra per investimento e il 13,3% sceglie case vacanza. Le tipologie di immobili più richieste sono i trilocali (36,5%) e i bilocali (25,4%). Il 14-15% delle compravendite ha riguardato soluzioni indipendenti o semi-indipendenti. Chi ha almeno 65 anni opta preferibilmente per abitazioni ai piani bassi (45,6%) per motivi di mobilità in caso di problemi per la deambulazione e per i costi ridotti. I piani medi e i piani alti vengono scelti, rispettivamente, dal 25,8% e dal 24,4% degli acquirenti dai capelli bianchi. E un 4,2% di acquisti riguarda abitazioni distribuite su più livelli, soprattutto immobili indipendenti o semi-indipendenti.

La classe energetica

I dati mostrano come fra i pensionati ci sia una minore attenzione alla classe energetica: il 73,6% degli acquisti sono concentrati su abitazioni in classi F e G, quindi non nuove e meno efficienti. Il 22,2% degli acquisti ha riguardato soluzioni in classe energetica intermedia (C, D ed E). Solo il 4,3% degli acquisti concerne immobili di classe energetica elevata (A e B), molto inferiore rispetto alla media del 6,5% nel 2023. Oltre al fattore culturale, anche questo dato può essere interpretato alla luce dei minori costi.

Sarà sulle spalle degli eredi (o dei futuri acquirenti) che ricadrà l’onere di mettere a norma gli immobili secondo i dettami della normativa Case Green di prossima applicazione.

Perché così pochi mutui

Secondo le rilevazioni dei notai, appena il 2% delle compravendite immobiliari che coinvolgono i pensionati avvengono tramite la stipula di un mutuo. Da una parte, gli anziani possono contare sui risparmi di una vita e sulla eventuale vendita della prima casa. Dall’altra parte va tenuto presente che l’erogazione dei finanziamenti ipotecari viene concessa solo se il mutuo termina prima del 75° anno dello stipulante (o dell’80° in determinati casi).

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