Per chi possiede una casa abbastanza grande e ha bisogno di arrotondare lo stipendio, c’è la possibilità di affittare una sola stanza dell’appartamento. Problemi di domanda non ce ne sono data l’elevata richiesta, soprattutto da parte di studenti e lavoratori fuori sede. Ma come fare?
Partiamo da che cosa dice la legge a proposito. Quella che regolamenta le locazioni è la Legge 431 del 1998 e non fa differenze tra la locazione di una casa o di una singola stanza. Allora, come fare per affittare senza problemi legali e fiscali?
Indice
Tipi di contratto a lungo termine per l’affitto di una stanza
Come detto, i contratti di locazione per una porzione di casa sono gli stessi che si utilizzano per le locazioni che riguardano l’intero immobile. Dato che, però, in genere l’inquilino è uno studente oppure un lavoratore fuori sede, i contratti più frequenti sono quello transitorio e quello dedicato appositamente per gli universitari. Vediamo innanzitutto quelli che prevedono una durata più lunga.
Contratto di affitto ordinario 4 + 4
È la tipologia preferita se si intende locare un appartamento a lungo termine, ricercando una certa stabilità con l’inquilino. La durata è di quattro anni e i rinnovi scattano sempre per la stessa durata ad ogni scadenza. Solo il primo rinnovo è obbligatorio e solamente per il locatore (la risoluzione è possibile soltanto in specifici casi previsti per legge). Il canone è libero ed è stabilito liberamente tra proprietario di casa e conduttore.
Contratto di affitto concordato
Permette di locare la casa per un periodo più ridotto, ovvero tre anni. I rinnovi, invece, hanno una durata di due anni e anche in questo caso, il primo è obbligatorio per il solo locatore, salvo risoluzione nei casi specifici previsti dalla legge. L’importo del canone, in questo tipo di contratto, è calmierato rispetto a quello di mercato ed è stabilito da accordi tra associazioni territoriali di categoria ed enti locali. Per compensare il minor introito per il locatore, è stata ridotta al 10% l’aliquota della cedolare secca, in alternativa all’Irpef.
Tipi di contratto transitorio e per gli studenti
I contratti temporanei sono molto più rispondenti alle esigenze di chi deve vivere in una città per brevi periodi di tempo, ma soprattutto per i proprietari che intendono affittare solo parzialmente la propria casa e senza gravarsi di contratti duraturi. Vediamoli.
Contratto di affitto transitorio
È una formula che si adatta perfettamente a chi intende affittare una stanza a una persona che necessita di punto di alloggio per un tempo limitato per motivi di studio o di lavoro.
La durata della permanenza deve essere compresa tra 30 giorni e 18 mesi, ma soprattutto deve essere collegata a una motivazione specifica dell’inquilino, che deve essere indicata in una clausola del contratto. Infine, il canone è liberamente concordato tra le parti
Contratto di affitto agli studenti
È una particolare tipologia di contratto transitorio ideale per gli universitari che hanno bisogno di un alloggio temporaneo durante gli studi. Per stipularlo è necessario rispettare alcune regole che il legislatore ha espressamente previsto per gli studenti fuori sede:
- l’alloggio deve trovarsi nello stesso Comune o in uno limitrofo a quello in cui ha sede l’università frequentata dallo studente
- la residenza dello studente deve essere in un Comune diverso rispetto a quello dove è ubicata l’università
- la durata del contratto deve essere compresa tra i 6 e i 36 mesi
- il canone deve essere calmierato e rispondente ad appositi accordi locali (ad ogni modo non può mai superare l’importo del canone dei contratti di affitto concordato)
- il proprietario può avvalersi della cedolare secca al 10%
Infine, gli adempimenti e le modalità di registrazione del contratto di affitto di una stanza sono gli stessi che valgono per la locazione dell’intera casa.