Legge di bilancio: le mosse della Camera della moda per il futuro del Made in Italy

Capasa: «Il settore moda, secondo solo all’automotive, è pronto a supportare i legislatori per una ripresa immediata del Made in Italy».

Pubblicato: 3 Novembre 2024 21:28

Matteo Calzaretta

Giornalista

Giornalista pubblicista, collabora con alcune tra le principali testate nazionali di lifestyle e spettacoli.

La Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) ha avanzato una richiesta di audizione alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati per portare all’attenzione le sue proposte sulla prossima legge di bilancio. Il settore moda, fiore all’occhiello dell’economia italiana, vuole così farsi sentire in una fase delicata per il rilancio del Made in Italy.

I temi affrontati da CNMI derivano da esigenze che si sono già manifestate nei confronti del governo in passati tavoli di discussione. Nei mesi scorsi, CNMI ha lavorato con i suoi soci su una serie di proposte ora concretizzate e presentate come una spinta per la ripresa e l’evoluzione del settore.

Uno dei punti cardine, come sottolinea il Presidente Capasa, è la catena produttiva, la cosiddetta “supply chain”, che rappresenta l’essenza stessa della moda italiana. CNMI propone un’autoregolamentazione del settore, una svolta che potrebbe dare nuova forma all’intera filiera, garantendo stabilità e innovazione per il futuro del Made in Italy.

Fonte: Ufficio stampa
Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana

Ecco le proposte che il CNMI porta all’attenzione degli estensori della Legge di Bilancio:

  1. Riversamento spontaneo del Credito d’Imposta relativo alle annualità 2015-2019 per le attività di ricerca e sviluppo delle Aziende di Moda.Questa proposta emendativa nasce per far fronte all’annosa problematica in materia di certezza del diritto relativamente ai comportamenti pregressi concernenti la fruizione del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo nel settore moda e tessile per il periodo 2015 – 2019 in funzione del fatto che la Risoluzione 41/E del 26 luglio 2022 contraddice in maniera manifesta l’interpretazione univoca fino a quel momento fornita sull’Articolo 3 del D.L. 145/2013 (FAQ del MISE del 2017). Il testo da noi proposto quale emendamento (restituzione, dilazionata in 10 anni, del 30% del credito portato in compensazione) nasce per garantire allo Stato un sicuro e significativo recupero di gettito in quanto, tali condizioni sarebbero le più idonee a garantire la procedura del riversamento spontaneo del Credito d’Imposta R&S da parte delle aziende del settore evitando di creare un enorme contenzioso e scongiurando il pericolo di chiusura di molte piccole e medie aziende. Ed è questa la ragione per la quale il Presidente Capasa intende accendere un faro particolare sul tema del riversamento spontaneo dei benefici legati al credito di imposta in ricerca e sviluppo, in quanto, aggiunge che: «non dobbiamo dimenticare che le aziende, in questo momento storico, sono costrette ad operare in una fase di incertezza che rischia di apportare nefasti effetti sui bilanci aziendali».
  2. Trasferimento generazionale delle competenze nel settore Moda.Questa proposta normativa ha l’obiettivo di favorire ed accelerare la formazione dei giovani attraverso il passaggio di competenze e “know-how” tra generazioni, sia per incrementare la base occupazionale ma anche per accelerare la crescita economica del Paese. A tal fine, si propone l’inserimento di sgravi contributivi a favore dei datori di lavoro ed un regime fiscale agevolato in capo al pensionato che assume il ruolo di “formatore”.
  3. Welfare Aziendale.La presente proposta normativa si pone come obiettivo il favorire e potenziare la concessione, ad opera delle Aziende, di beni, risorse, prestazioni, opere e servizi ai propri dipendenti, al fine di diminuire il carico contributivo e fiscale rispetto a quello che si avrebbe con l’attribuzione agli stessi di compensi monetari e trasmettere così ai lavoratori un forte impulso incentivante e fidelizzante. Pertanto, in materia di welfare aziendale, CNMI propone, per il periodo d’imposta 2025, l’innalzamento e la stabilizzazione delle soglie dei c.d. “fringe benefit” a 000 e 3.000 euro rispettivamente per i dipendenti con e senza figli.
  4. Certificazione per il controllo della catena produttiva delle Aziende di Moda.Su questo argomento CNMI si batte da più tempo. Per la Camera Nazionale della Moda Italiana, infatti, è determinante far fronte alla problematica relativa al trattamento del personale ed alle condizioni degli stabilimenti di imprese contoterziste, alle quali vengono appaltate alcune delle attività di produzione affidate dai Brand di Moda che, proprio per tale problematica, in questi mesi, sono finiti nel mirino delle procure. CNMI propone l’introduzione di norme che certifichino definitivamente un sistema di controllo esterno alle aziende e limiti al massimo le insidie insite nella filiera. «In sostanza formuliamo una proposta di legge – aggiunge Capasa – che abbia valore su tutto il territorio nazionale e che preveda l’istituzione di una certificazione terza per tutte le aziende operanti nell’industria della moda.»
  5. Fondo per la diffusione internazionale dei valori e dell’immagine della Moda mediante contribuzione diretta a Camera Nazionale della Moda Italiana.CNMI con questa proposta normativa intende promuovere i valori e l’immagine della Moda italiana a livello internazionale, diffondendo la cultura del “bello e ben fatto e sostenibile” italiano attraverso l’istituzione di un fondo ad hoc la cui gestione viene affidata all’Associazione medesima. In particolare, tale Fondo, è finalizzato a sostenere la fondamentale attività posta in essere da CNMI sia nel rappresentare e portare avanti le istanze delle Aziende del settore sia nel diffondere i valori e l’immagine della Moda “Made in Italy”, attraverso la realizzazione di rilevanti iniziative aventi una risonanza che travalichi i confini nazionali.
  6. Potenziamento della Cassa Integrazione Ordinaria.La presente proposta emendativa è volta a fornire un adeguato supporto alle più piccole Aziende del settore della moda e del tessile che versano, ormai da diversi anni, in una situazione di forte sofferenza, ed i cui principali fattori sono rappresentati dalle ripercussioni di: inflazione a livello globale, aumento esponenziale del prezzo delle materie prime, guerre e tensioni internazionali ed attuale stallo economico cinese, derivante dalla crisi del comparto del Real Estate. Inoltre, la recente crisi delle borse mondiali, con un calo importante dei titoli legati in particolar modo al comparto tecnologico, non lascia presagire un recupero immediato dell’Industria della Moda italiana. Si propone dunque il riconoscimento di otto settimane di cassa integrazione, in deroga per il periodo d’imposta, alle imprese del comparto con meno di 15 dipendenti.
  7. Favorire gli investimenti dei Brand nelle Aziende manufatturiere della Filiera in difficoltà.La proposta normativa è volta a garantire la sopravvivenza di tutte quelle realtà artigiano – manufatturiere, che attualmente versano in uno stato di difficoltà – per le ragioni descritte ai punti precedenti – e costituenti strutture fondamentali della Filiera della Moda la quale altro non è che il risultato della virtuosa interazione tra le aziende del comparto, ognuna diversa dalle altre e specializzata in un determinato segmento della lavorazione manifatturiera. La criticità della situazione nella quale si trova il comparto, si evince anche da recenti studi, dai quali risulta che i volumi delle Aziende italiane di Moda, nei primi 6 mesi del 2024, hanno subito una diminuzione del fatturato complessivo nel settore tessile, calzature e borse, superiore al 5% rispetto allo scorso anno, con forti ripercussioni su tutta la Filiera. Pertanto, CNMI, proprio al fine di assicurare la continuità della Filiera della Moda e salvaguardare, oltre all’occupazione di migliaia di lavoratori, il know-how artigiano manufatturiero, propone di inserire nella Legge di Bilancio oltre la cassa integrazione anche per le aziende con meno di 15 dipendenti e alla richiesta di una moratoria sulla restituzione dei finanziamenti ottenuti in epoca Covid una disposizione normativa che agevoli e faciliti, ove richiesto dalle PMI in difficoltà, eventuali partecipazioni di minoranza e di puro sostegno dei brand di Moda nazionali al capitale delle realtà artigiano manifatturiere del comparto oggi in difficoltà.

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