Il 27 agosto 2025 i terrazzamenti agricoli di limoneti, vigneti e uliveti della Costiera Amalfitana sono entrati ufficialmente nel Patrimonio Agricolo Mondiale della FAO (GIAHS – Globally Important Agricultural Heritage Systems).
La Costiera Amalfitana non è infatti solo una meta turistica, ma il risultato di un’opera collettiva secolare in cui la comunità ha trasformato pendii scoscesi e terre difficili da coltivare in giardini sospesi sul mare, resi possibili da migliaia di muretti a secco e da un sistema di terrazzamenti che ancora oggi garantisce produzioni agricole di altissima qualità.
Questi terrazzamenti raccontano la storia di una resilienza agricola: generazioni di contadini hanno adattato il paesaggio, creando una sintesi armoniosa tra ambiente e coltivazioni. Dai limoni di Amalfi, celebri in tutto il mondo e materia prima per il tradizionale limoncello, ai vitigni autoctoni che danno vita a vini bianchi e rossi di pregio, fino agli uliveti che forniscono un olio apprezzato a livello internazionale. Ogni pietra, ogni filare e ogni pianta testimoniano il legame indissolubile tra uomo e natura.
Il riconoscimento internazionale FAO della Costiera Amalfitana è il terzo per l’Italia
Il conferimento del titolo alla Costiera Amalfitana porta l’Italia nel novero delle eccellenze mondiali riconosciute dal programma GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) della FAO, istituito nel 2022 per identificare e salvaguardare quei siti agricoli che sono unici nel mondo per la loro sostenibilità e biodiversità, ma anche per le loro pratiche tradizionali e distintive di una certa località.
Per il nostro Paese, la Costiera Amalfitana è il terzo sito riconosciuto, dopo gli ulivi di Assisi e Spoleto e i vitigni del Soave. Un segnale che conferma il ruolo centrale del nostro Paese nella valorizzazione della biodiversità agricola e delle tradizioni colturali radicate nei territori.
Il direttore generale della FAO, Qu Dongyu, ha ribadito come questi riconoscimenti non siano solo simbolici, ma rappresentano un impegno a sostenere le comunità agricole nel mondo, affinché il patrimonio culturale e agricolo sia protetto e reso motore di uno sviluppo sostenibile. Secondo Qu, tali sistemi offrono soluzioni concrete per garantire a tutti “un futuro alimentare migliore”.
L’importanza economica e sociale del riconoscimento
Oltre al valore culturale, questo riconoscimento ha un peso concreto sul piano economico e sociale.
Innanzitutto, rafforza il brand Made in Italy, poiché prodotti come i limoni Costa d’Amalfi IGP, i vini e l’olio extravergine locale possono beneficiare di maggiore visibilità internazionale.
In secondo luogo, rappresenta un incentivo al turismo rurale ed enogastronomico, che oggi attira già migliai di visitatori, interessati non solo alle spiagge e ai borghi, ma anche alle esperienze legate alla cucina tradizionale e alla coltivazione della terra.
Inoltre, il riconoscimento della FAO contribuisce anche a rafforzare la consapevolezza sull’importanza della manutenzione del paesaggio e delle tradizioni tipiche. I muretti a secco, ad esempio, non hanno solo un valore estetico, poiché sono infrastrutture vitali che prevengono il dissesto idrogeologico, trattengono il terreno e l’acqua piovana e permettono di coltivare in condizioni difficili. Preservarli significa proteggere non solo l’agricoltura, ma anche la sicurezza dei territori e delle comunità.
Politiche agricole e prospettive future
La tutela del patrimonio agricolo non è solo un atto di memoria, ma un investimento strategico per il futuro. In un’epoca in cui il cambiamento climatico minaccia la stabilità delle produzioni agricole, recuperare e valorizzare le pratiche tradizionali – adattate e innovate grazie alle nuove tecnologie – rappresenta una via concreta per garantire la sostenibilità del settore.
Il caso della Costiera Amalfitana diventa così un modello, un luogo dove l’agricoltura non è in opposizione al turismo, ma ne diventa parte integrante, arricchendo l’offerta e sostenendo l’economia locale. L’agricoltura eroica di queste terre, fatta di scale ripide, di raccolti manuali e di fatica quotidiana, è oggi riconosciuta come un patrimonio universale che merita di essere trasmesso alle generazioni future.