Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la violenza di genere coinvolge approssimativamente un terzo delle persone di sesso femminile in tutto il mondo, senza distinzione di appartenenza socio-culturale. Questo fenomeno si manifesta in diversi contesti sociali, dall’ambiente domestico alla scuola, fino al lavoro, influenzando in modo significativo l’identità e il benessere delle persone coinvolte.
Il report sulla violenza di genere: dati allarmanti
Recenti dati provenienti dal report L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) 2024, raccolti dalla Fondazione Libellula, mettono in luce la preoccupante diffusione della violenza di genere e delle discriminazioni nel mondo del lavoro in Italia. Lo studio è stato effettuato prendendo in considerazione un campione di 11.201 donne tra dicembre 2023 e gennaio 2024. I risultati, presentati presso la sede milanese della naturetech company italiana 3Bee, evidenziano una situazione che fa riflettere: circa il 70% delle donne intervistate si è dichiarata vittima di molestie sul posto di lavoro, includendo complimenti, allusioni e osservazioni sul proprio corpo che hanno generato disagio.
Inoltre, oltre il 40% delle partecipanti ha subito contatti fisici indesiderati, con un aumento significativo rispetto al 2022. Le avance esplicite assolutamente non volute e le richieste di natura sessuale non gradite o non sollecitate sono state segnalate rispettivamente dal 43% e dal 27% delle intervistate.
Questi dati rivelano un quadro inquietante all’interno delle aziende italiane, sottolineando l’urgente necessità di una seria riflessione e di interventi concreti. Debora Moretti, Presidente della Fondazione Libellula, ha evidenziato come il luogo di lavoro rappresenti un contesto cruciale della vita quotidiana, dove tali episodi impattano pesantemente sul benessere delle persone coinvolte e di coloro che vi assistono: “Questi dati evidenziano una situazione preoccupante e inaccettabile all’interno delle aziende italiane, sottolineando la necessità di una seria riflessione. Il luogo di lavoro rappresenta il contesto principale della vita quotidiana, dove le persone si incontrano e interagiscono in modo più profondo e continuo nel tempo. Pertanto questi episodi impattano in maniera significativa sul benessere di chi li subisce e anche di chi vi assiste”,
Donne manager e discriminazioni di genere
La situazione si aggrava ulteriormente considerando le donne con ruoli manageriali. I dati mostrano un aumento significativo della violenza e delle discriminazioni rispetto alla media. Ad esempio, il 77% delle manager e il 75% delle dirigenti ha riportato commenti sul proprio corpo che le hanno messe a disagio, mentre il 40% ha subito contatti fisici indesiderati.
Le ipotesi per spiegare questa disparità includono la maggiore consapevolezza delle donne con ruoli di potere o l’idea che tali comportamenti siano un tentativo di depotenziamento e oggettificazione, riconducibili a posizioni storicamente riservate agli uomini.
Una società dove persiste un gap enorme tra uomini e donne
In generale, si è osservato che il problema va oltre la sfera individuale e riflette una profonda disuguaglianza di genere nella società italiana. Il persistente divario tra uomini e donne nei processi decisionali e nella progressione professionale dimostra la necessità di interventi strutturali e culturali.
Le istituzioni, tramite l’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolé, e la Delegata del Sindaco alle Pari Opportunità, Elena Lattuada, si sono schierate a sostegno della causa. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di un’impegno concreto e collettivo per contrastare la violenza di genere nei luoghi di lavoro e promuovere una cultura organizzativa basata sul rispetto e sull’inclusione.