L’intelligenza artificiale può essere un’arma a doppio taglio per l’umanità, perché da un lato può essere un valido aiuto, dall’altro invece una possibile minaccia. Sì, perché sempre più studi avvertono sulla possibilità che l’AI, con gli algoritmi di apprendimento profondo, come ChatGPT di OpenAI, presto potrebbe prendere il sopravvento e rendere superficiale l’intervento umano in alcuni lavori che computer e macchine sempre più intelligenti farebbero con facilità. Non un vero e proprio allarme, ma un monito a non esagerare nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, oggi chiamata in causa principalmente per svolgere i lavori noiosi e che, un domani, potrebbero portare a far perdere migliaia di posti di lavoro.
La minaccia dell’AI ai colletti bianchi
Prima era stato uno studio della Princeton University a mettere in guardia i lavoratori dalla minaccia dell’AI, ora è uno studio dettagliato fornito da Business Insider a sottolineare i rischi. Sì, perché gli addetti del settore non vogliono abbassare la guardia e non hanno intenzione di lasciarsi sorprendere da macchine sempre più intelligenti che rischiano di “rubarci” il posto di lavoro.
Lo studio di BI ha evidenziato infatti che diverse aziende utilizzano già l’AI nel lavoro di ogni giorno, tanto da aver già preso decisioni sul taglio del personale. È il caso di IBM e BT Group, ma anche di Amazon che ha affidato a ChatGPT la risposta alle domande dei clienti e che, in materia di assistenza, risulterebbe molto efficace.
E Goldman Sachs, in un recente studio, ha rilevato che gli strumenti di intelligenza artificiale potrebbero avere un forte impatto sui posti di lavoro. Negli Usa si stima che entro il 2040, per esempio, 12 milioni di lavoratori potrebbero essere costretti a rivedere la loro posizione lavorativa perché insediati dall’intelligenza artificiale.
I 10 lavori minacciati dall’AI
Business Insider ha quindi analizzato quelli che potrebbero essere i lavoro che l’intelligenza artificiale potrebbe svolgere al posto dell’uomo. Quelli più semplici, neanche a dirlo, sarebbero quelli legati ai lavori tecnici, come programmatori di computer, ingegneri, analisti di dati, perché in un linguaggio familiare alle macchine. Tecnologie avanzate come ChatGPT, infatti, potrebbero produrre codice più velocemente degli esseri umani, il che significa che il lavoro può essere completato con meno dipendenti.
Attenzione anche nel mondo dei media, perché lavori creativi nella pubblicità o nel giornalismo potrebbero subire influenze importanti. BI, infatti, sottolinea che l’AI è in grado di leggere, scrivere e pubblicare notizie, anche se la minaccia più grande resta quella della disinformazione, in quanto ChatGPT può rispondere in maniera errata e produrre errori nella compilazione di notizie.
Legali, paralegali e assistenti non si salvano dalla minaccia. Secondo quanto rilevato, infatti, questi lavori che si basano su una grande quantità di informazioni ricorrenti potrebbero trovare semplificazione con l’AI. Ma attenzione, perché anche in questo caso l’intelligenza artificiale potrebbe non essere pienamente in grado di automatizzare questi lavori poiché richiede un grado di giudizio umano per capire cosa vuole un cliente o un datore di lavoro.
Le analisi di mercato, poi, potrebbero diventare a quasi completo appannaggio dell’AI. Grazie all’intelligenza artificiale sono già state messe in atto campagne di marketing efficaci che, sfruttando anche gli algoritmi, sono state piazzate con pubblicità mirate e vincenti. In tema di analisi, anche i lavoratori del settore finanziario potrebbero rischiare, perché impiego che richiede la manipolazione di quantità significative di dati numerici possono essere influenzati dall’AI.
Inutile sottolineare anche il peso sull’educazione, dato che ChatGPT viene utilizzato sempre più spesso da studenti “svogliati” che si fanno fare temi, tesine e compiti dall’intelligenza artificiale.
Infine grafici e commercialisti. I primi hanno già imparato sulla propria pelle cos’è l’intelligenza artificiale e con quanta semplicità produce grafiche e immagini, il più delle volte utilizzate anche per secondi fini e per far circolare notizie fake. Gli strumenti intelligenti di analisi dei dati stanno automatizzando gran parte del lavoro di contabilità e revisione, rendendo quindi meno necessarie le competenze dei commercialisti.