Cambiano le generazioni e cambiano, di conseguenza, anche le esigenze e il modo in cui i giovani italiani si approcciano al mondo del lavoro. Un sondaggio ha fotografato aspirazioni e desideri dei ragazzi della cosiddetta generazione Z, ovvero quelli compresi nella fascia fra i 18 e i 24 anni.
Cosa vogliono i giovani della Generazione Z
Per i giovani il lavoro è certamente una fonte di reddito. Ritengono inoltre che agli anni dello studio vadano affiancate solide esperienze pratiche al fine di ottenere poi un lavoro soddisfacente. I giovani preferiscono un’occupazione con una base di stipendio fissa e una componente variabile legata ai risultati. Optano per impieghi dalla flessibilità oraria che offrano un buon bilanciamento fra stipendio e tempo libero. Ritengono che trasferirsi all’estero offra maggiori possibilità di ottenere stipendi più alti e migliori progressioni di carriera. Sono i dati raccolti nel report “FragilItalia – I giovani generazione Z e il lavoro” stilato da Area Studi Legacoop e Ipsos.
Nella scala dei valori la famiglia va al primo posto. Il lavoro è fuori dal podio e si posiziona solo al sesto posto. Qui sotto la scala dei valori dei giovani italiani secondo la rilevazione:
- famiglia
- amicizia
- amore
- divertimento
- cultura
- lavoro
E il lavoro per quasi 6 giovani italiani su 10 (58%) non è un’attività identitaria o una vocazione, ma solo una fonte di reddito finalizzata a ottenere la sicurezza economica. Il 50% degli intervistati è d’accordo con l’affermazione secondo la quale il lavoro è un’opportunità di crescita. Il 45% degli intervistati concorda sull’affermazione secondo la quale lavorare sia un modo per affermare la propria indipendenza.
Generazione Z: lavoro sì, ma flessibile
Di seguito la classifica dei parametri secondo i quali i giovani sceglierebbero un lavoro:
- trattamento economico;
- disponibilità di tempo libero e flessibilità dell’orario;
- autonomia;
- stabilità occupazionale;
A dispetto del luogo comune che vuole i giovani italiani pigri e mammoni, i ragazzi intervistati si sono detti in larga parte disponibili a spostarsi:
- Il 76% si dice pronto a trasferirsi in un’altra provincia della propria regione;
- il 73% è pronto a trasferirsi in un’altra regione del Centro Italia;
- il 70% accetterebbe il trasferimento in un’altra regione del Nord;
- il 69% sarebbe pronto ad andare a lavorare in un altro Paese europeo;
- il 54% si dice pronto a spostarsi in un’altra regione del Sud.
La Generazione z e i problemi nel sistema Italia
Qui sotto la classifica delle motivazioni che potrebbero spingere i giovani della Gen Z a trasferirsi all’estero:
- stipendi più alti;
- migliori opportunità di fare carriera;
- maggiore valorizzazione di competenze ed esperienze;
- insoddisfazione per il sistema Italia (troppi contratti di stage e mercato inquinato dalle raccomandazioni).
“Il mondo del lavoro cambia sotto i nostri occhi – afferma Simone Gamberini, presidente di Legacoop – e non da oggi, ovviamente. Ma dopo la pandemia stiamo osservando gli esiti di questa trasformazione generalizzata e di lungo periodo, e alcuni fenomeni nuovi. La mancanza di manodopera, che è stata addirittura un’aggravante del rallentamento della crescita e minaccia di proseguire”. Gamberini sottolinea: “Questi mutamenti vanno osservati mentre accadono, vanno interpretati a partire dal punto di vista, dalle attese, dalle speranze e dai comportamenti dei più giovani, che si affacciano al mondo del lavoro: perché del lavoro non mutano solo luoghi, tempi e modalità, ma il suo stesso senso. Di fronte ai grandi cambiamenti di questi anni stiamo tutti cercando un nuovo modo di vivere, più umano e migliore. Il lavoro è la cartina di tornasole di tutto ciò. Servono politiche e nuovi assetti normativi che assecondino questo cambiamento ma garantiscano sicurezza, stabilità e benessere alle persone e alle comunità”.
Queste erano le priorità per i giovani della Gen Z. Agli amanti delle classifiche si segnalano anche le migliori aziende italiane in cui lavorare per i millennials, le migliori aziende per cui lavorare in Italia secondo le donne e le migliori aziende italiane con più di 500 dipendenti.