Tfr e dipendenti del condominio, cosa sapere per evitare problemi

Scopri quali sono le regole fondamentali sul trattamento di fine rapporto per chi lavora in un condominio. Gli obblighi di accantonamento e le responsabilità dell'amministratore

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Specialmente nei palazzi più grandi, i proprietari degli appartamenti potrebbero chiedersi se il condominio sia considerabile un datore di lavoro e, per questo, se sia tenuto a pagare il trattamento di fine rapporto, in breve Tfr, ai propri eventuali dipendenti. La risposta è positiva ed è opportuno capirne i vari risvolti perché, anche se il condominio non ha – come si dice in gergo – piena personalità giuridica, quando si trova ad assumere personale deve rispettare gli obblighi previsti dalla legge per i datori di lavoro, compreso quello dell’accantonamento del Tfr.

Capire come funzionano le regole in materia permetterà ai condomini e all’amministratore di gestire correttamente le risorse del palazzo, evitando possibili beghe legali e garantendo i diritti dei dipendenti. Ecco che cosa sapere.

Il condominio è un datore di lavoro e ha precisi doveri di legge

Un condominio può mettere sotto contratto vari dipendenti, al fine di gestire le esigenze comuni. Si pensi ad es. agli addetti alle pulizie, ai portieri o ai manutentori. Ebbene, affinché queste persone diventino a tutti gli effetti dipendenti del palazzo, vanno rispettate due condizioni di validità dell’assunzione:

In buona sostanza, quando ci sono lavoratori al servizio del condominio e delle sue necessità, è l’amministratore a rivestire la responsabilità di un datore di lavoro. Ecco perché il condominio dovrà accantonare il Tfr, una vera e propria riserva di denaro mirata a garantire il trattamento di fine rapporto. Anche per questi specifici rapporti di lavoro valgono – quindi – le regole di cui all’art. 2120 del Codice Civile e alla legge n. 297/1982.

In particolare:

I rischi per l’amministratore che non segue la regola dell’accantonamento del Tfr dipendenti

L’amministratore deve fare attenzione a incassare dai singoli condomini le quote di accantonamento del Tfr nel corso del tempo. In mancanza, il rischio è quello di non avere i soldi necessari a pagare la somma finale del trattamento, che è oggetto di un vero e proprio diritto del lavoratore condominiale.

Similmente al caso dell’azienda che non paga il Tfr, sono situazioni delicate in cui la presumibile conseguenza è l’azione legale di recupero coattivo dei crediti dell’ormai ex giardiniere o portinaio, il quale cercherà di ottenere – in tribunale – quanto non è riuscito a incassare fino a quel momento, per una gestione negligente e imprudente da parte dell’amministratore.

Quest’ultimo, peraltro, potrà essere chiamato a rispondere nei confronti dei singoli condomini, che potranno chiedere i danni per violazione dei doveri di diligenza di cui all’art. 1130 Codice Civile.

Perché il fondo cassa Tfr è obbligatorio

Proprio per evitare possibili contestazioni e confusioni nel riparto delle somme e nella redazione dei bilanci, la prassi condominiale si caratterizza per il ricorso all’accantonamento tramite fondo cassa o fondo accantonamento, apposito per il Tfr. È una riserva di liquidità distinta e ulteriore rispetto a quella destinata all’ordinaria manutenzione dell’edificio, destinata soltanto a garantire il pagamento di questa somma.

Questo strumento, che i giudici oggi ritengono obbligatorio nei bilanci condominiali (pur non essendo previsto espressamente dal Codice Civile nelle disposizioni riguardanti il condominio), protegge i diritti dei dipendenti e garantisce trasparenza e regolarità finanziaria perché:

In particolare, l’importo di queste quote si stabilisce in base ai criteri di suddivisione delle spese condominiali previsti dal regolamento o dalla legge, generalmente per millesimi di proprietà.

Rinnovo annuale dell’accantonamento

Considerata la delicatezza del meccanismo, è auspicabile che l’amministratore solleciti il rinnovo annuale dell’accantonamento del Tfr, tramite l’approvazione di nuove delibere successive. Lo ha raccomandato in passato la stessa giurisprudenza della Cassazione nella sentenza 8167/1997.

Questo contribuirà a ridurre ogni rischio di possibili contestazioni e a garantire una gestione ordinata e trasparente del bilancio condominiale, tutelando sia i diritti dei dipendenti sia gli interessi dei condomini. Concludendo, ricordiamo altresì che istituire tempestivamente il fondo cassa è tanto più raccomandabile, se pensiamo che anche i lavoratori del condominio possono chiedere, a precise condizioni, un anticipo (pur vietato come anticipo mensile in busta paga) sulla futura liquidazione della buonuscita.

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