Esiste ancora un divario tra i salari nel lavoro settentrionale e meridionale del Paese, con ulteriori differenze basate sulle dimensioni dell’azienda e il settore di impiego. La retribuzione varia anche notevolmente tra chi presta servizio in aziende di piccole, medie o grandi dimensioni, così come tra coloro che lavorano nei settori dei servizi o della finanza.
Un dato significativo emerso dal rapporto del 2024 sulle retribuzioni, condotto da Odm Consulting e riportato da Il Sole 24 Ore, è che un quadro impiegato nel Sud potrebbe percepire fino all’11,5% in meno rispetto alla media nazionale. Il rapporto ha esaminato le retribuzioni nei primi nove mesi del 2023, utilizzando dati provenienti da 900 aziende e riguardanti quasi 8 milioni di dipendenti del settore privato.
Come cambiano gli stipendi tra Nord e Sud Italia
Nel corso del 2023, la retribuzione media annua lorda degli dirigenti aziendali ha toccato i 120.000 euro, mentre i quadri hanno percepito 62.000 euro, gli impiegati 35.000 euro e gli operai 28.000 euro. Basandosi su queste cifre medie, emergono nette disparità territoriali. Nel dettaglio, i dirigenti al Nord-Ovest hanno beneficiato di un incremento del 5%, mentre al Nord-Est e al Centro si sono registrate leggere diminuzioni rispettivamente del -3% e -4% rispetto alla media. Al contrario, al Sud si è manifestata una significativa riduzione del 9%. Questo si traduce in una differenza superiore ai 10.000 euro all’anno per la stessa posizione aziendale.
Analogamente, per i quadri, si osservano variazioni del 4% in più al Nord-Ovest, dello 0,1% in più al Nord-Est, di una diminuzione del 3,5% al Centro e di un notevole -11,5% nel Meridione. Nel caso degli impiegati, si replica lo stesso andamento: al Sud la differenza è del -9,3%. Solo per gli operai le percentuali sono meno accentuate, con un intervallo che va dal 3,8% in più del Nord-Est al -6,3% del Mezzogiorno.
Chi paga di più tra le aziende grandi e quelle piccole
Le retribuzioni subiscono ulteriori variazioni in relazione alla dimensione dell’azienda, indipendentemente dalla regione italiana in cui si trova. In generale, si osserva che, per tutte le categorie di dipendenti, i salari sono inferiori nelle piccole aziende rispetto alle medie o grandi imprese. Nel caso dei dirigenti, la differenza è leggermente meno pronunciata: coloro che operano in una piccola realtà guadagnano il 4% in meno rispetto alla media, mentre chi lavora in una grande azienda gode di un aumento del 6%. Questo si traduce concretamente in una differenza di 12.000 euro all’anno tra le due categorie.
Per i quadri, invece, si registra un notevole miglioramento nelle retribuzioni all’interno delle grandi imprese (+10,2%). Gli operai, al contrario, si trovano in condizioni significativamente peggiori rispetto alla media nelle piccole aziende, con una diminuzione del 10,2%. Ciò si traduce in uno stipendio lordo annuo di 25.000 euro, a fronte dei quasi 29.000 di chi lavora in una realtà di dimensioni maggiori.
Stipendi e settori
La retribuzione varia notevolmente a seconda del settore in cui si lavora. Per i dirigenti, la finanza registra il maggiore scostamento positivo dalla Retribuzione Base Lorda (RBL), con un +15% rispetto alla media. A seguire, nel settore del commercio, si osserva un aumento del +4%. Nel comparto industriale, le retribuzioni base rimangono in linea con la media generale, mentre nel settore dei servizi si registra uno scostamento negativo del -8%.
Per quanto riguarda i quadri, nel settore della finanza le retribuzioni sono allineate alla media, mentre nei servizi si nota un calo del -6,6%. Al contrario, nei settori del commercio e dell’industria si riscontrano valori superiori alla media, rispettivamente con un +7,6% e +5,6%.
Per gli impiegati, i settori della finanza e dell’industria presentano le retribuzioni più elevate, con incrementi rispettivamente del +12% e +8% rispetto alla media. Al contrario, nei settori dei servizi e del commercio si registrano retribuzioni inferiori, con decrementi rispettivamente del -7,6% e -6,8%.
Infine, per gli operai, le retribuzioni sono più elevate nel settore industriale (+4,1% rispetto alla media generale) e inferiori nel settore del commercio (-5,9%).