Riello verso la vendita, cresce la preoccupazione per i 1.300 dipendenti

La vendita di Riello entra nel vivo: arrivate le offerte di Ariston, Ferroli, Haier, Midea e fondi. Governo e sindacati chiedono garanzie su occupazione e rilancio

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Sono arrivate nelle ultime ore a Bank of America, l’advisor incaricato della vendita, le offerte non vincolanti per Riello, storico big player tricolore delle caldaie e dei sistemi di climatizzazione. L’attuale proprietario, la statunitense Carrier Global Corporation, ha infatti deciso di cedere l’azienda, attirando l’interesse di multinazionali italiane ed estere e di fondi di private equity specializzati in operazioni di carve-out.

Le aziende interessate

Secondo le indiscrezioni, le proposte sarebbero cinque. Tra i nomi ci sarebbero:

Tra i nomi più rilevanti spicca quello dell’italiana Ariston Group, che ha concretizzato l’interesse mostrato nei mesi scorsi con una proposta formale, affiancata da Mediobanca. L’operazione si inserirebbe nella strategia di crescita di Ariston, che ha già pianificato investimenti per 500 milioni di euro in Italia.

Si è mossa anche l’altra grande realtà italiana del settore, Ferroli (controllata dal fondo britannico Attestor), supportata dall’advisor Jefferies. Forte è l’interesse dall’estero, con l’offerta del colosso cinese Haier (che in Italia possiede già Candy) e di un altro gigante asiatico, Midea, affiancata da Rothschild. Completano il quadro alcuni fondi di private equity europei, con il belga Syntagma Capital in prima linea.

Alla luce della qualità e dell’entità delle offerte, Carrier Global Corporation avvierà ora una fase di analisi per selezionare i soggetti con cui avviare una successiva fase più vincolante.

Il tavolo con il Mimit

Fondata nel 1922 a Legnago (VR), Riello è un’eccellenza storica del Made in Italy nel settore termico. Dal 2015 fa parte di un gruppo statunitense, prima United Technologies e, dal 2020, di Carrier. La decisione di venderla arriva dopo l’acquisizione, da parte di Carrier, di Viessmann Climate Solutions, che ha reso necessaria una razionalizzazione del gruppo. Il fatturato di Riello si attesta intorno ai 400 milioni di euro.

La vicenda è seguita con grande attenzione a livello governativo. Nel recente incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), è stata ribadita la necessità che l’eventuale cessione garantisca un “progetto di rilancio industriale solido”. Carrier ha confermato l’intenzione di cedere Riello entro il 2026, ma senza dischiudere i dettagli del progetto industriale che i potenziali acquirenti dovrebbero seguire. Il Mimit, per fare chiarezza, ha riconvocato il tavolo nella seconda metà di novembre.

Allarme sindacati: “Informazioni insufficienti da Carrier”

Anche i sindacati vigilano sulla possibile vendita di Riello, preoccupati per i circa 1.300 dipendenti del gruppo, oltre la metà dei quali in Italia (negli stabilimenti di Legnago e Volpago del Montello e nel centro R&S di Lecco). Un’ansia acuita dagli episodi recenti, con la chiusura degli stabilimenti di Morbegno (2022) e Villanova (2021). I sindacati hanno bollato le informazioni fornite da Carrier al tavolo del Mimit come “insufficienti”, esprimendo “forte preoccupazione” per le garanzie occupazionali e industriali.

Per Fiom, Fim e Uilm rimangono inevasi alcuni punti fondamentali, per esempio:

come avviene la ricerca dei potenziali acquirenti, quali garanzie occupazionali e industriali vengono richieste ai potenziali acquirenti, quali sono gli investimenti in prodotto e in processo utili al mantenimento e allo sviluppo di un gruppo fortemente legato alla transizione energetica.

Le tre sigle, confermando “il giudizio di insufficienza delle informazioni ricevute”, esprimono forte preoccupazione sul futuro del gruppo e auspicano un netto cambio di passo da parte di Carrier in merito al tavolo istituzionale per rispetto dei lavoratori e dei territori coinvolti.

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