Occupazione in crescita, i dati Istat sul lavoro nel terzo trimestre 2024: Meloni esulta

La premier Meloni ha definito "incoraggiante" l'aumento dell'occupazione nel terzo trimestre registrato dall'Istat, con mezzo milione di lavoratori in più in un anno

Pubblicato: 12 Dicembre 2024 21:20

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Oltre mezzo milione di lavoratori in più in un anno e livelli da record. Continua la crescita del tasso di occupazione in Italia, che nel terzo trimestre 2024 raggiunge il 62,4%, con una disoccupazione in calo al 6,1%. Lo certificano i dati trimestrali sul mercato del lavoro diffusi dall’Istat, che fanno registrare un’impennata di 517mila occupati in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Numeri accolti con soddisfazione dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

I dati su occupazione e disoccupazione

Secondo quanto reso noto dall’Istituto di statistica, nel terzo trimestre dell’anno il tasso di occupazione è salito ancora del +0,2% mentre il tasso di disoccupazione è sceso di -0,6% rispetto ai tre mesi precedenti: il primo dato rappresenta il livello più alto mai registrato nelle serie storiche trimestrali destagionalizzate a partire dal 2004, mentre il secondo è la soglia più bassa di disoccupazione, dopo il 6% fatto segnare nel secondo trimestre 2007.

“Sono dati che rappresentano un segnale molto incoraggiante“, ha scritto la premier Giorgia Meloni, commentando in una nota il buon andamento del mercato del lavoro. “Sostenere le imprese che creano occupazione e ricchezza è la strada che abbiamo intrapreso e che continueremo a percorrere, perché è quella giusta per far tornare l’Italia a correre e ad essere competitiva”, ha aggiunto.

Nella sua rilevazione periodica dell’Istat, il numero di occupati in Italia risulta in un aumento del +0,5% dal secondo al terzo trimestre 2024, con +117mila lavoratori, tra dipendenti a tempo indeterminato (+111mila, +0,7%) e degli indipendenti (+43mila, +0,8%), controbilanciando il calo dei dipendenti a termine (-37mila, -1,3% in tre mesi).

A livello tendenziale, il numero di lavoratori cresce anche su base annua del +2,2% rispetto allo stesso periodo del 2023: l’aumento di 517mila occupati è spinto dalla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+3,6%) e gli indipendenti (+2,6%), nonostante il calo dei dipendenti a termine (-5,9%).

Considerando gli ultimi 12 mesi, i disoccupati sono 418mila in meno (-22,7%) in continua discesa, mentre torna a crescere del +0,8% la quota degli inattivi tra i 15 e i 64 anni, per un totale di +100mila: numeri che portano alla crescita di un punto percentuale in un anno del tasso di occupazione e di 0,1 di quello di inattività, mentre il tasso di disoccupazione fa segnare una diminuzione di -1,7 punti.

In relazione ai tre mesi precedenti, nel terzo trimestre l’Istat registra un incremento delle posizioni lavorative dipendenti anche dal punto di vista delle imprese, con un aumento complessivo del +0,5% e del +0,4% per i contratti a tempo pieno e a tempo parziale.

A confronto con lo stesso periodo del 2023, la crescita è nel totale del +2,2%, così come per i part time, leggermente maggiore rispetto al +2,1% registrato per i full time.

Il commento dei sindacati

I numeri sull’occupazione diffusi dall’Istat sono stati accolti con favore anche dalle sigle sindacali, che invitano però il Governo a non abbassare la guardia.

“Sicuramente questo Governo ha messo in campo una serie di misure che hanno favorito la crescita che l’Istat ha registrato mese su mese”, ha commentato il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, sottolineando che “mentre aumentano gli occupati, aumenta il lavoro stabile, quindi sono più i contratti a tempo indeterminato che quelli a termine, diminuiscono i Neet, diminuiscono le persone in cerca di lavoro. Insomma, c’è un quadro estremamente positivo e questo è ovviamente frutto di politiche volte all’occupazione”.

“Però non è sufficiente perché ci sono alcuni dati che preoccupano“, ha avvertito il rappresentante sindacale, facendo riferimento alla “produzione industriale che sta diminuendo, la crisi che incombe nel settore metalmeccanico con tutta la vicenda dell’automotive, la moda che sta dando segnali di cedimento”.

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