Niente da fare, ancora di parità di genere sul luogo di lavoro non se ne può parlare, perché nel 2023 una i. A dirlo non sono movimenti femministi, ma dati reali che emergono dall’Osservatorio sui dipendenti pubblici del settore privato diffuso dall’Inps, uno studio che evidenzia come il gap di stipendio tra il genere maschile e quello femminile è ancora marcato. Tanto da rendere le donne più “povere” rispetto agli uomini nel settore privato, con salari nettamente inferiori con cifre che fanno quasi girare la testa. Ed è inutile nasconderlo, si tratta di un vero e proprio allarme.
Quanto guadagnano le donne
Il campanello d’allarme risuona, e anche forte, perché gli ultimi dati in possesso dell’Inps non possono di certo essere ignorati. Nel 2022, anno di riferimento dello studio dell’Osservatorio sui dipendenti pubblici del settore privato diffuso dall’Inps, infatti, la retribuzione media di una donna in un anno è di 18.305 euro, tradotto all’incirca 1.500 euro. Una paga che potrebbe sembrare più che dignitosa, se non che paragonandola a quella degli uomini si nota la differenza.
Gli uomini, infatti, nel settore privato arrivano a guadagnare 26.227 euro in media, ovvero quasi 2mila euro al mese per una differenza media annua lorda di 7.922 euro. Tanto.
Insomma, una differenza che è marcata dalle giovani alle più adulte età, con il percorso lavorativo che si fa di certo più appagante nel corso degli anni, ma pur sempre in ritardo rispetto ai colleghi maschi, contro i quali si perde anche la “battaglia” delle pensioni. E il gentil sesso è penalizzato dal punto di vista economico, con meno potere d’acquisto per le donne a causa di un salario nettamente inferiore.
Quanto si guadagna in Italia
L’Osservatorio sui dipendenti pubblici del settore privato diffuso dall’Inps non fornisce soltanto il quadro donna-uomo, ma anche le differenze marcate di salario tra Nord e Sud. La media totale (uomini e donne) di retribuzione annua è stata di 22.839 euro lordi, circa 1.903 euro al mese, con a busta paga che aumenta al crescere dell’età, almeno fino alla classe 55–59 anni, ma non è per tutti così “semplice”.
Sì, perché le differenze sono marcate anche per aree geografiche. Nel Nord la retribuzione lorda media nel 2022 è stata di 26.933 euro mentre, mentre per Sud e Isole le medie sono di 16.959 e 16.641 euro. Tra le Isole e il Nord-Est la differenza è di 7.333 euro.
Ma non solo note dolenti. Dall’Osservatorio, infatti, emerge l’aumento dell’occupazione. Nel 2022 i lavoratori dipendenti del settore privato, fatta esclusione per operai agricoli e domestici, con almeno una giornata retribuita nell’anno sono stati 16.978.425 (+4,3% rispetto all’anno 2021), con una retribuzione media appunto di 22.839 euro (circa 1.515 euro netti al mese) e una media di 244 giornate retribuite.
I lavoratori con la qualifica di operaio rappresentano ancora il 55% del totale (9,3 milioni) contro il 37% degli impiegati, il 4% degli apprendisti, il 3% dei quadri e lo 0,8% dei dirigenti. Rispetto al genere analizzato prima, i lavoratori maschi rappresentano il 57,2% del totale. Quasi un terzo dei lavoratori dipendenti in Italia (31,6%) lavora nelle regioni del Nord-ovest; seguono il Nord-est con il 23,5%, il Centro con il 20,7%, il Sud con il 16,9%, le Isole con il 7,3%.