Assicurazione sanitaria dipendenti scuola: l’idea di Valditara dopo le aggressioni

Dopo la lunga serie di aggressioni a scuola, che hanno visto vittime gli insegnanti e il personale Ata, il ministro Valditara pensa all'estensione a tappeto delle assicurazioni sanitarie

Pubblicato: 5 Ottobre 2024 18:10

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il governo Meloni valuta l’introduzione di assicurazioni sanitarie per docenti e personale scolastico. Lo ha reso noto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervenendo a Roma al convegno “L’Italia dei conservatori: Europa, futuro, libertà”. Le assicurazioni sanitarie dedicate al personale della scuola esistono da tempo, ma Valditara intende estenderle a tappeto incentivando la loro fruizione tramite agevolazioni. L’idea è maturata in seguito alla lunga serie di aggressioni verificatesi ai danni degli insegnanti e del personale Ata.

L’idea di Valditara

“Stiamo pensando ad una assicurazione sanitaria per il personale della scuola. Ormai ce l’hanno i privati, tutti i dirigenti hanno una assicurazione sanitaria. Lo Stato deve garantire il benessere. Per questo abbiamo pensato agli sconti per il personale docente: bisogna pensare ad un insegnante rispettato, valorizzato, da lì si costruisce e si cambia la società”.

L’assicurazione, tuttavia, rappresenta una tutela ex post per il personale della scuola vittima di aggressioni, non fungendo in alcun modo da deterrente.

Le aggressioni nella scuola

Una stima esatta del numero di aggressioni a scuola non esiste. Le statistiche si basano unicamente sui referti medici e sulle denunce delle vittime. Per fornire un’idea del fenomeno, nel periodo compreso tra l’1 gennaio 2023 e la fine di febbraio 2024 ci sono stati 133 casi di aggressione fisica denunciati all’interno delle scuole medie superiori di primo e secondo grado. 70 di questi atti di violenza sono stati commessi da studenti, il resto per lo più da genitori o altri familiari, ma anche da altri soggetti. Il dato è stato fornito a giugno dal capo della polizia Vittorio Pisani durante un evento alla scuola superiore di polizia a Roma. Ma nel conteggio non sono stati inseriti gli episodi non denunciati. Escluse anche le aggressioni fra studenti, sempre più numerose.

“Per me è una aberrazione pensare ad un genitore che picchia un insegnante: lo scorso anno le violenze e le aggressioni nelle scuole sono aumentate del 110% . È molto più efficace aumentare le spese per chi aggredisce, colpirlo sul portafoglio, magari la prossima volta ci si penserà due volte”, ha proseguito Valditara alludendo alla legge n.905/2024 sulla sicurezza che ha introdotto diverse misure volte a prevenire la violenza contro il personale scolastico e a migliorare la sicurezza nelle scuole. “Chi aggredisce docenti, dirigenti e in generale tutti i lavoratori della scuola aggredisce lo Stato”, commentò a fine febbraio Valditara dopo un primo ok al ddl.

Cosa cambia con la legge 905

Con la nuova legge, la pena in caso di aggressione è passata da 5 a 7 anni e mezzo. Punito con maggiore durezza anche l’oltraggio, la cui pena è salita da 3 a 4 anni e mezzo.

La normativa ha introdotto percorsi formativi di sensibilizzazione e la costituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico. Previste poi pesantissime multe fra i 500 e i 10.000 euro.

Stabilita anche la bocciatura con il 5 in condotta e una rivoluzione sulle sospensioni: se sospeso per 2 giorni, lo studente dovrà svolgere un elaborato per comprendere il perché ha sbagliato tenendo un comportamento violento. Sopra le 48 ore si attiverà la “cittadinanza solidale“, per cui il giovane svolgerà obbligatoriamente attività di solidarietà presso, ad esempio, ospedali o case di riposo.

 

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