Switch off Tim, spente le prime 62 centrali: cosa cambia per clienti

Tim ha avviato lo switch-off delle centrali in rame. Lo scopo è migliorare le connessioni e impattare meno sull'ambiente

Pubblicato: 24-5-2024 18:00Aggiornato: 24-5-2024 18:00

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Il piano di dismissione delle centrali in rame avviato da TIM segna un importante passo verso la modernizzazione dell’infrastruttura di rete in Italia. Con il progressivo spegnimento delle prime 62 centrali, l’azienda mira a favorire l’adozione delle nuove tecnologie in fibra ottica e a offrire connessioni più veloci e affidabili per gli utenti. La lista delle centrali chiuse.

Dismissione delle centrali in rame: il piano di Tim

Il piano di dismissione delle centrali in rame avviato da TIM rappresenta un importante passo verso l’adozione diffusa delle nuove tecnologie in fibra ottica e la modernizzazione dell’infrastruttura di rete nel Paese. Le prime 62 centrali spente segnano l’inizio di un processo più ampio, mirato a spegnere oltre 6.700 centrali entro il 2028, su un totale di circa 10.500 esistenti. Questo processo è stato avviato per accelerare la transizione verso reti di accesso più avanzate e garantire una connettività più veloce e affidabile per gli utenti.

Il piano di dismissione coinvolge centrali distribuite su 54 comuni e interessanti 11 regioni italiane, tra cui Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Lo spegnimento di queste centrali comporta il trasferimento dei collegamenti (Adsl, Isdn e linee telefoniche Rtg) sulla rete TIM di nuova generazione, già parzialmente o totalmente disponibile in fibra. Questo permetterà agli utenti di beneficiare di connessioni più veloci e stabili, migliorando complessivamente l’esperienza di navigazione e l’efficienza delle comunicazioni.

Elisabetta Romano, Chief Network Operations & Wholesale Officer di TIM, ha sottolineato l’importanza di questa fase di trasformazione della rete di accesso, indicando che il processo di migrazione rappresenta un passo significativo verso l’obiettivo del 60% di centrali da spegnere, soprattutto in aree periferiche o comuni di dimensioni ridotte.

Impatto sulle connessioni e sui servizi per i clienti

Per gli utenti, la dismissione delle centrali in rame comporta alcune importanti implicazioni. Recentemente, i clienti TIM interessati alla disattivazione di alcune centrali hanno ricevuto una notifica tramite la loro fattura telefonica. Coloro che ancora non avevano effettuato il passaggio alla banda ultralarga sono stati contattati dal servizio clienti per verificare l’idoneità dell’impianto domestico o aziendale attraverso un intervento tecnico e per ottenere gratuitamente un nuovo modem in comodato d’uso.

La migrazione dei clienti verso connessioni in banda ultralarga consentirà un significativo miglioramento delle prestazioni e della qualità del servizio. Le connessioni in fibra ottica offrono velocità di trasferimento dati molto più elevate rispetto alle tecnologie tradizionali in rame, consentendo di usufruire di servizi di streaming, gaming online, videochiamate e altre attività online con maggiore fluidità e senza interruzioni.

Inoltre, la dismissione delle centrali in rame comporterà un impatto positivo anche dal punto di vista ambientale. Si stima che la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 derivanti dalla dismissione delle centrali in rame contribuirà significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico.

Centrali chiuse: la lista completa

La lista delle centrali chiuse:

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963