La rivoluzione al polso: come lo smartwatch sta riscrivendo le regole delle telco

Dalla numerazione unica che lega smartphone e orologio all’integrazione con il 5G, il cambiamento parte dal polso degli utenti e potrebbe ridisegnare l’intero ecosistema digitale, prendo un nuovo fronte competitivo tra telco e big tech.

Pubblicato:

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Non è più soltanto un orologio. Lo smartwatch, nato come accessorio per fitness e notifiche, si sta trasformando in un dispositivo capace di ridisegnare la mappa del settore telecomunicazioni. Grazie all’introduzione delle eSIM e ai modelli di numerazione unica, l’orologio intelligente è ormai in grado di chiamare, navigare, gestire app e persino effettuare pagamenti senza passare dallo smartphone.

Per le telco globali, questa non è una semplice evoluzione tecnologica, ma un terremoto strategico. La centralità dello smartphone — per anni fulcro del business — viene messa in discussione da un nuovo hub personale di connettività. La battaglia per il futuro della customer experience parte dal polso degli utenti, ma in realtà investe l’intero ecosistema digitale: modelli di business, fidelizzazione, alleanze industriali e, in ultima analisi, il ruolo stesso degli operatori di telecomunicazioni nell’era post-smartphone.

Un cambio di paradigma per le telco

Per decenni, la crescita degli operatori mobili è stata legata a un binomio consolidato: un utente, uno smartphone, un abbonamento. I wearable stanno scardinando questa equazione. Con la numerazione unica, un singolo numero di telefono può vivere su più dispositivi, creando continuità d’uso tra smartphone e smartwatch. In apparenza una comodità marginale, in realtà un cambio di paradigma: la connettività diventa distribuita e ubiqua, non più ancorata a un unico device centrale.

Per le telco, ciò significa ridisegnare i propri modelli commerciali. Non si tratta solo di lanciare “un’opzione in più”, ma di immaginare tariffe multi-device, offerte bundle che uniscono smartphone, smartwatch e altri gadget connessi, e soluzioni 5G che garantiscano continuità tra i diversi dispositivi. In un mercato maturo, dove i ricavi stagnano e la concorrenza è feroce, gli indossabili rappresentano una leva per recuperare margini e differenziare il brand.

Oltre la connettività: l’ecosistema personale

La rivoluzione degli indossabili non si limita a rendere più comoda la connettività. In realtà, apre le porte a un ecosistema digitale personale che abbraccia molteplici ambiti:

In questo scenario, l’operatore telco non è più un semplice fornitore di connettività, ma un architetto di esperienze digitali. Una trasformazione che richiede non solo infrastrutture tecnologiche, ma anche capacità di costruire fiducia, semplificare la complessità e diventare parte integrante della vita quotidiana degli utenti.

I rischi di un futuro al polso

Ogni rivoluzione porta con sé vulnerabilità. Nel caso degli indossabili, la principale riguarda la privacy e la sicurezza dei dati. Smartwatch e dispositivi connessi raccolgono informazioni intime: parametri vitali, localizzazione costante, abitudini quotidiane. Senza un governo rigoroso della sicurezza informatica, questi dati possono trasformarsi in un rischio per utenti e operatori.

A questo si aggiunge un’altra criticità: la dipendenza da pochi produttori hardware globali. Apple, Samsung e Huawei dominano il mercato e spesso impongono standard e condizioni che riducono il margine di manovra delle telco. Senza strategie di differenziazione, gli operatori rischiano di ridursi a meri “tubi” di connettività, lasciando ad altri la parte più redditizia della catena del valore.

Infine, resta il nodo del pricing. Convincere l’utente a pagare un extra per un servizio che percepisce come già incluso non è banale. La sfida sarà dimostrare un valore aggiunto tangibile: semplicità, continuità, sicurezza. In assenza di un’esperienza superiore, l’opzione “single number” rischia di restare un lusso per pochi.

La nuova arena competitiva

La wearable revolution è ormai un nuovo campo di battaglia globale. Le telco spingono su partnership con i produttori di device, lanciano offerte bundle, testano modelli di abbonamento multi-device. Ma la concorrenza non arriva solo dal settore tradizionale: fintech, big tech e startup digitali vedono negli indossabili un punto d’ingresso privilegiato per agganciarsi al cliente finale e scardinare la relazione esclusiva tra utente e operatore.

La vera differenza, in questo scenario, non sarà fatta dalla velocità della rete. Non basterà vantare “il 5G più veloce” o la copertura più ampia. A determinare chi vincerà la partita sarà la qualità dell’esperienza integrata: fluidità nell’uso, assenza di frizioni, sicurezza garantita, valore percepito. In un mondo dove la connettività diventa invisibile, ciò che conta è la capacità di renderla naturale, quasi scontata, nella vita quotidiana degli utenti.

Il polso come metafora del futuro digitale

Ciò che oggi appare come un dettaglio tecnico — un unico numero condiviso tra smartphone e smartwatch — rischia di rivelarsi la leva di una trasformazione epocale. Per le telco globali, la posta in gioco non è soltanto adattarsi a un nuovo device, ma ridefinire il proprio ruolo in un futuro dove la connettività sarà diffusa, ubiqua, invisibile.

Il rischio è chiaro: rimanere meri fornitori di infrastruttura, lasciando che il valore aggiunto venga catturato da big tech più agili. Ma l’opportunità è altrettanto evidente: diventare protagonisti di un ecosistema digitale personale che accompagna gli utenti in ogni momento della giornata.

Il futuro delle telecomunicazioni non si deciderà più solo nei centri di ricerca o nelle sale riunioni delle telco. Si deciderà al polso degli utenti, in quel piccolo schermo che oggi misura passi e battiti, ma che domani potrebbe diventare la chiave di accesso a un’intera vita digitale. La rivoluzione al polso è già iniziata: la vera domanda è chi sarà abbastanza veloce da coglierla.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963