Sfruttare i droni in agricoltura per somministrare i fitofarmaci solo dove servono con interventi mirati, anziché spargere i prodotti sui campi alla vecchia maniera.
È la sfida che da mesi a questa parte la Regione Lombardia si è imposta di vincere. Dopo la fase preparatoria, si passa adesso ai test pratici che verranno condotti in Valtellina sulla vite e in Lomellina sul riso. L’obiettivo è quello di operare una somministrazione di precisione che sia in grado di ridurre da 10 a 5 volte la quantità di pesticidi necessari. L’autorizzazione al decollo di questa tipologia di droni è arrivata direttamente dall’Enac.
I test sulla vite
La sperimentazione sulla vite avverrà all’interno dell’azienda agricola La castellina della Fondazione Fojanini di Sondrio. Il vigneto interessato è un terrazzamento di circa mezzo ettaro a 325 metri di altezza, nella sottozona Sassella della Docg Valtellina Superiore. Si tratta di un vigneto che rispetta i parametri minimi relativamente alla distanza di sicurezza dalle abitazioni, dalle aree con accesso pubblico, da corsi d’acqua e dai bacini idrici.
I droni somministreranno, in maniera mirata, prodotti fitosanitari per il contenimento della peronospora e dell’oidio, due fra le più ricorrenti malattie della vite.
La sperimentazione sul riso
I test sulla coltivazione di riso avranno luogo in Lomellina a Rosasco, in provincia di Pavia, presso la società agricola Quaglia, e su due aree di 5 e 3,3 ettari. L’area sperimentale ha dunque un’estensione di 8,3 ettari e si sviluppa su una superficie pianeggiante. Anche in questo caso tutti i requisiti di sicurezza verranno rispettati.
L’analisi dei dati
Questo il commento di Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia:
“L’uso dei droni per i trattamenti fitosanitari rappresenta una svolta per la viticoltura soprattutto in contesti difficili dove l’accesso ai mezzi meccanici è impossibile. Grazie a questa tecnologia possiamo ridurre drasticamente la dispersione di fitofarmaci, limitare l’esposizione diretta degli operatori e ottimizzare i tempi di intervento, migliorando così l’efficacia del trattamento e la sostenibilità”.
Non si tratta di test puramente accademici: lo scopo di queste sperimentazioni è estremamente pragmatico. La Lombardia intende introdurre concretamente l’utilizzo dei droni nella pratica agricola. Al termine delle sperimentazioni, il servizio fitosanitario di Regione Lombardia produrrà un report finale con tutti i dati ottenuti.
Così ha specificato l’assessore Beduschi:
“Lavoriamo affinché le prove scientifiche prodotte possano presto tradursi in norme che consentano di passare dalla fase sperimentale a quella di applicazione ordinaria in campo”.
Cosa dice la legge
Attualmente l’utilizzo dei droni per una agricoltura sostenibile non è bloccato unicamente dalle limitazioni tecniche, ma dalla stessa legge dal momento che il decreto n.150/2012 proibisce ogni forma di distribuzione di fitofarmaci da veicoli aerei, andando a colpire dunque anche i droni. La normativa italiana recepisce quella comunitaria (Direttiva Ue 2009/128/Ce), pensata per evitare quella irrorazione “a pioggia” dei pesticidi sui campi, che comporta potenzialmente gravi conseguenze per l’ambiente e la salute umana.
Le sperimentazioni lombarde avvengono dunque in deroga alla disciplina generale e sono il culmine di una serie di progetti e test preparatori, ciascuno dei quali è stato preventivamente notificato al Ministero della Salute e alle Ats competenti per territorio.
Ma i droni potrebbero presto entrare nell’esperienza degli italiani: Amazon li sta testando per le consegne.