L’Ufficio stampa del Garante aveva diramato, nella giornata del 4 Aprile, un comunicato stampa, con cui annunciava un incontro, in videoconferenza, tra i rappresentanti di OpenAI e il Garante per la protezione dei dati personali, che nei giorni scorsi ha imposto alla piattaforma di ChatGPT di limitare temporaneamente il trattamento dei dati degli utenti italiani, finché non si sarebbe messa in regola con la normativa italiana e europea.
L’iniziativa di un incontro è stata molto apprezzata dal Garante e fa seguito alla lettera con cui la società statunitense ha risposto al Garante per esprimere la propria disponibilità immediata a collaborare con l’Autorità italiana al fine di rispettare la disciplina privacy europea e giungere a una soluzione condivisa in grado di risolvere i profili critici sollevati dall’Autorità.
All’incontro, a cui ha preso parte in apertura anche Sam Altman, CEO di OpenAI, erano presenti, oltre al Collegio del Garante , Che Chang, Deputy General Counsel della società statunitense, Anna Makanju, responsabile Public Policy e Ashley Pantuliano, Associate General Counsel.
L’impegno di OpenAI
OpenAI, sebbene abbia ribadito la convinzione di rispettare le norme in tema di protezione dei dati personali, ha, tuttavia confermato, anche durante la videoconferenza, la volontà di collaborare con il Garante con l’obiettivo di arrivare ad una positiva soluzione delle criticità rilevate.
OpenAI si è impegnata, infatti, a rafforzare la trasparenza nell’uso dei dati personali degli interessati, i meccanismi esistenti per l’esercizio dei diritti e le garanzie per i minori e ad inviare al Garante, entro oggi, un documento che indichi le misure che rispondano alle richieste dell’Autorità.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha sottolineato come non vi sia alcuna intenzione di porre un freno allo sviluppo dell’AI e dell’innovazione tecnologica più in generale, ribadendo l’importanza del rispetto delle norme fissate dal GDPR a tutela dei cittadini italiani ed europei.
Il Garante si riserva di valutare sia le misure proposte da OpenAI nel documento di imminente inoltro e il provvedimento adottato nei confronti di OpenAI.
Dopo l’iniziativa del Garante per la protezione dei dati personali italiano, la BEUC ha chiesto a tutte le autorità per la privacy di valutare la gestione dei dati da parte di ChatGPT.
“Le persone non sono pronte per questa tecnologia. Non si rendono conto di quanto possa essere manipolativa e ingannevole. Non si rendono conto che le informazioni che ricevono sono forse sbagliate. Credo che questo incidente con ChatGPT sia molto importante. È una specie di campanello d’allarme per l’Unione Europea, perché anche se stiamo lavorando a questa legge sull’IA, le istituzioni europee ci stanno lavorando, non sarà applicabile, direi, per altri quattro anni. E abbiamo visto quanto sia stato rapido questo sviluppo con ChatGPT”, ha dichiarato Ursula Pachl, Deputy Director General of the European Consumer Organisation (BEUC).
La vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager, su Twitter ha dichiarato: “Non importa quale #tecnologia utilizziamo, dobbiamo continuare a far progredire le nostre libertà e a proteggere i nostri diritti. Ecco perché non regoliamo le tecnologie #AI, ma gli usi dell’#AI. Non buttiamo via in pochi anni ciò che ha richiesto decenni per essere costruito”.
Cosa succede negli altri Paesi
Secondo un’agenzia Reuters anche la Germania è molto interessata a quanto sta accadendo in Italia.
Il commissario federale tedesco per la protezione dei dati e la libertà di informazione, Ulrich Kelber, ha, infatti, affermato che la Germania potrebbe interrompere temporaneamente ChatGPT nel caso si decidesse di verificare se la tecnologia viola il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea.
La Spagna, insieme a Francia e Irlanda, potrebbe unirsi al gruppo di paesi che procedono contro ChatGPT.
Di opposto avviso sembra essere la Svezia. Le autorità svedesi sembrano poco propense a prendere una posizione, almeno nel breve periodo. La Svezia non ha intenzione di vietare l’utilizzo del software e non ha contattato il Garante italiano della Privacy per chiarimenti sulle sue decisioni.
Oltreoceano arriva lo stop del Canada. Dopo l’Italia anche il Canada ha avviato degli accertamenti su ChatGPT. Come il Garante italiano, anche il Garante per la privacy federale canadese ha annunciato l’avvio di un’istruttoria a carico di OpenAI.
L’indagine su OpenAI, l’operatore di ChatGPT, è stata avviata in risposta a un reclamo relativo alla raccolta, l’uso e la divulgazione di informazioni personali senza il consenso. Trattandosi di un’indagine in corso, al momento non sono disponibili ulteriori dettagli.
Cautela negli ulteriori sviluppi più potenti di GPT4
La scorsa settimana 1100 personaggi di spicco del panorama tech e della ricerca hanno firmato una lettera manifesto, che invita alla cautela sullo sviluppo di qualsiasi tipo di test di intelligenza artificiale che sia più potente di GPT4.
Tra i firmatari ci sono il Co-Founder di Apple, Steve Wozniak, Evan Sharp, Co-Founder di Pinterest, Chris Larsen, Co-Founder di Ripple, ingegneri e sviluppatori di Amazon, Meta e Google, Elon Musk, amministratore delegato e direttore tecnico di SpaceX, amministratore delegato di Tesla, proprietario e presidente di Twitter.
La richiesta è di prendere una pausa di riflessione di almeno sei mesi prima di procedere con AI più potenti di GPT4.
“Questa pausa dovrebbe essere pubblica e verificabile e includere tutti gli attori chiave. Se tale pausa non potesse essere attuata rapidamente, i governi dovrebbero intervenire e istituire una moratoria”. Si legge nel manifesto.