Il genio di Dario Fo: la “tradizione dei giullari” che gli valse il Premio Nobel

Cos'è la tradizione dei giullari, portata avanti da Dario Fo, che gli è valsa il premio Nobel: ecco il senso del suo teatro

Pubblicato: 14 Agosto 2023 07:00

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Dario Fo ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura all’età di 71 anni. Era il 9 ottobre 1997 quando il celebre drammaturgo ha tenuto quello che è divenuto uno storico discorso, accettando questo grandioso riconoscimento alla sua arte. Un titolo che si concretizza in 7.5 milioni di corone, che corrispondevano al tempo a circa 1.9 miliardi di lire. Una storia decisamente particolare, quella del sesto autore italiano premiato con il Nobel. Basti pensare al modo incredibile col quale ha scoperto tutto ciò: “L’ho saputo da un’auto che mi si è affiancata. Aveva un cartello che diceva ‘Dario hai vinto il Nobel’”.

Il discorso di Dario Fo

Tutti gli esperti del settore rimasero profondamente sorpresi nello scoprire che il Nobel sarebbe stato assegnato a Dario Fo. Il suo nome non rientrava, infatti, in nessun elenco dei critici letterari del tempo. I due favoriti erano l’indiano Salman Rushdie, l’indonesiano Pramoedya Ananta Toer, il portoghese José Saramago, il belga Hugo Claus e l’estone Jaan Krros.

Di certo la clamorosa sorpresa ha reso tutto molto più affascinante e avvincente, come in un’opera teatrale scritta in maniera eccellente. Nel suo discorso d’accettazione, richiamando le motivazioni addotte, Dario Fo ha voluto ricordare il grande ruolo dei giullari del nostro tempo. Si continua a guardarli con grande diffidenza, soprattutto da parte di “pensatori sublimi”. Ciò che i giullari fanno però, con orgoglio, è informare la platea, soprattutto se molto giovane, senza temere censure o giudizi. Si mira a un gran risultato, quello di porre sotto i riflettori i soprusi, gettando in minima parte le basi per una società diversa e più giusta.

Un discorso differente da quanto proposto in precedenza, perché disegnato e non scritto. Disse infatti di seguire questa pratica ormai da anni, il che lo aiutava a dar libero sfogo all’immaginazione, stuzzicando anche quella del pubblico. Il titolo? Contra Jogulatores obloquentes. Latino medievale e titolo di una legge in vigore nel Medioevo, indirizzata contro i giullari che diffamano e insultano. Ciò che si permetteva era la libera offesa ai giullari, con tanto di bastonate e uccisioni, senza il rischio di alcun processo: “Vi avverto subito che tale legge è decaduta, quindi posso continuare tranquillo”.

Le motivazioni del Nobel

Il premio Nobel per la letteratura a Dario Fo nacque dall’esigenza di porre in risalto il suo lavoro sul palco, considerando come da 30 anni, al tempo, fosse una figura prominente del teatro politico europeo.

Nelle motivazioni si legge della sua enorme influenza, nel mondo. Riportando in auge il vero senso della parola giullare, lui è colui che più di tutti merita questo epiteto. In un misto di risate e serietà, sempre ben alternate, è in grado di risvegliare le coscienze sulle ingiustizie e gli abusi del vivere in società.

Si concentra sui singoli casi e, al tempo stesso, amplia la visione delle cose, incastonandole in un riquadro storico d’ampio respiro: “La forza di Fo consiste nella capacità di creare testi che divertono, impegnano e offrono nuove prospettive. Come nella commedia dell’arte, sono aperte ad aggiunte innovative e modificazioni. La sua è un’opera di eccezionale vitalità e portata artistiche”.

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