Tagliare le emissioni di gas serra del 42%, altrimenti la temperatura salirà di 3,1 °C

Emerge dell'ultimo rapporto Unep, nonostante gli impegni globali, le emissioni di gas serra hanno raggiunto nuovi massimi nel 2023 con un incremento dell'1,3%

Pubblicato: 25 Ottobre 2024 15:07

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Rimanere sotto un aumento della temperatura di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali è ancora tecnicamente ed economicamente possibile. Tuttavia, questo risultato può essere ottenuto solo se ci sarà una mobilitazione globale immediata, guidata dal G20, per ridurre tutte le emissioni di gas serra. Al momento, l’incremento della temperatura è già a circa 1,2 gradi Celsius. L’aumento delle emissioni, che ha raggiunto livelli record, costringe a rivedere e alzare gli obiettivi di riduzione.

Questo scenario richiede un’azione concertata e urgente da parte di tutti i paesi, in particolare quelli del G20, che sono responsabili di una quota significativa delle emissioni globali. La mobilitazione deve essere rapida e decisa, coinvolgendo tutti i settori economici e sociali. Solo attraverso un impegno collettivo e determinato sarà possibile mitigare gli effetti del cambiamento climatico e raggiungere l’obiettivo di 1,5 °C.

L’incremento attuale della temperatura di 1,2 gradi Celsius è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Le emissioni di gas serra continuano a crescere, raggiungendo livelli senza precedenti. Questo trend preoccupante rende necessario un intervento immediato e drastico per invertire la rotta. La riduzione delle emissioni deve essere una priorità globale, con un focus particolare sui paesi del G20, che hanno il potere e le risorse per guidare questa trasformazione.

In sintesi, la possibilità di rimanere sotto l’aumento di 1,5 °C è ancora tecnicamente ed economicamente fattibile, ma richiede una mobilitazione globale immediata e guidata dal G20. L’incremento attuale della temperatura e l’aumento delle emissioni rendono questa sfida ancora più urgente e complessa. Solo un’azione concertata e decisa può garantire il raggiungimento di questo obiettivo cruciale per il futuro del pianeta.

La sfida dell’1,5 °C, un appello urgente all’azione globale

Le nazioni devono impegnarsi collettivamente a ridurre le emissioni annuali di gas serra del 42% (rispetto ai livelli del 2019) entro il 2030 e del 57% entro il 2035 nel prossimo ciclo di contributi determinati a livello nazionale (Ndc). Questi piani, non vincolanti, dovranno essere presentati entro la Cop30 che si terrà nel 2025 in Brasile. Senza un’azione rapida e decisa, l’obiettivo di restare sotto 1,5°C, previsto dall’accordo di Parigi, verrà meno nel giro di pochi anni.

Queste conclusioni emergono dal rapporto Emission Gap Report 2024 dell’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Il titolo del rapporto, “Niente più aria fritta… per favore!”, sottolinea l’urgenza di un’azione concreta e immediata. Gli impegni attuali degli Stati per il 2030, di fatto, non vengono rispettati e, comunque, anche se lo fossero, l’aumento della temperatura arriverebbe a 2,6-2,8 °C, ben oltre la soglia che la scienza dice di non oltrepassare.

Il rapporto evidenzia la necessità di un impegno collettivo e di azioni rapide per ridurre le emissioni di gas serra. Senza un cambiamento significativo nelle politiche attuali, l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 1,5 °C diventerà irraggiungibile. Questo obiettivo è fondamentale per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e garantire un futuro sostenibile per il pianeta.

Gli Stati membri devono quindi intensificare i loro sforzi e adottare misure più ambiziose per ridurre le emissioni. Questo include l’adozione di tecnologie pulite, la promozione delle energie rinnovabili e l’implementazione di politiche che incentivino la riduzione delle emissioni in tutti i settori economici. Solo attraverso un’azione concertata e determinata sarà possibile raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti dall’accordo di Parigi.

Il rapporto Emission Gap Report 2024 dell’Unep sottolinea l’urgenza di un’azione immediata e concreta per ridurre le emissioni di gas serra. Gli impegni attuali degli Stati non sono sufficienti e, senza un cambiamento significativo, l’aumento della temperatura globale supererà la soglia critica di 1,5 °C.

Riscaldamento globale, gli scenari futuri e le loro implicazioni

Il rapporto Emission Gap Report 2024 presenta diversi scenari futuri per il riscaldamento globale, a seconda dell’ambizione e dell’efficacia delle politiche climatiche attuate dai vari paesi.

Lo scenario più ottimistico prevede un aumento della temperatura globale di 2,6 °C entro la fine del secolo, a condizione che tutti gli impegni nazionali attualmente presentati, sia quelli incondizionati che quelli condizionati, vengano pienamente implementati. Gli Ndc condizionati sono obiettivi che i paesi si impegnano a raggiungere a patto che siano soddisfatte determinate condizioni, come la disponibilità di finanziamenti internazionali.

Tuttavia, gli esperti dell’Unep avvertono che l’implementazione dei soli Ndc incondizionati porterebbe a un riscaldamento più marcato, pari a 2,8 °C. Se, invece, le attuali politiche climatiche rimanessero invariate, si assisterebbe a un aumento “catastrofico” della temperatura, fino a 3,1 °C.

L’ipotesi più ambiziosa, ma al momento meno probabile, prevede l’aggiunta di ulteriori impegni di neutralità carbonica (net-zero) alla piena implementazione degli Ndc. In questo scenario, il riscaldamento globale potrebbe essere limitato a 1,9 °C. Tuttavia, la fiducia in questa prospettiva è ancora bassa, in quanto mancano le azioni concrete necessarie per raggiungere tali obiettivi.

Il divario delle emissioni e le conseguenze climatiche

“Il divario delle emissioni non è una nozione astratta” ha affermato António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, in un messaggio video sul rapporto, presentato a poche settimane dalla Cop29 che si terrà a Baku, in Azerbaigian. “Esiste un collegamento diretto tra l’aumento delle emissioni e i disastri climatici sempre più frequenti e intensi. In tutto il mondo, ha detto, le persone stanno pagando un prezzo terribile”.

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Le emissioni record significano temperature marine record che sovraccaricano uragani mostruosi; il caldo record sta trasformando le foreste in polveriere e le città in saune; le piogge record stanno provocando inondazioni bibliche. “Stiamo giocando col fuoco, ma abbiamo esaurito il tempo,” ha sottolineato Guterres.

Il divario delle emissioni rappresenta la differenza tra le emissioni di gas serra attuali e quelle necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti dall’accordo di Parigi. Questo divario è una delle principali sfide che il mondo deve affrontare per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Le parole di Guterres evidenziano l’urgenza di agire rapidamente e in modo deciso per ridurre le emissioni e prevenire ulteriori disastri climatici.

La Cop29 a Baku sarà un’occasione cruciale per i leader mondiali di discutere e adottare misure concrete per ridurre il divario delle emissioni. Gli impegni presi durante questa conferenza potrebbero determinare il futuro del pianeta e la qualità della vita delle generazioni future. È fondamentale che i paesi si impegnino a ridurre le loro emissioni di gas serra e a collaborare a livello globale per affrontare questa crisi.

Le conseguenze del cambiamento climatico sono già visibili e devastanti. Le temperature marine record stanno causando uragani sempre più intensi e frequenti, mettendo a rischio le comunità costiere. Il caldo record sta provocando incendi boschivi su larga scala e rendendo le città invivibili durante i mesi estivi. Le piogge senza precedenti stanno causando inondazioni catastrofiche, distruggendo infrastrutture e mettendo in pericolo vite umane.

“Stiamo giocando col fuoco, ma abbiamo esaurito il tempo,” ha avvertito Guterres. Questa affermazione sottolinea l’urgenza di agire ora, prima che sia troppo tardi. La comunità internazionale deve unirsi per affrontare il divario delle emissioni e garantire un futuro sostenibile per tutti. Solo attraverso un’azione collettiva e determinata sarà possibile mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere il pianeta per le generazioni future.

L’urgenza di aumentare l’ambizione climatica

Il rapporto dell’Unep presenta uno scenario allarmante: le emissioni globali di gas serra continuano a crescere a ritmi allarmanti, mettendo sempre più a rischio gli obiettivi climatici stabiliti dall’Accordo di Parigi.

Per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, le emissioni globali dovrebbero diminuire del 42% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Un obiettivo ancora più ambizioso, ma comunque necessario per evitare gli impatti più disastrosi del cambiamento climatico. Per contenere il riscaldamento a 2°C, sarebbe sufficiente una riduzione del 28% entro la stessa data.

Tuttavia, le emissioni globali hanno raggiunto nel 2023 un nuovo record, superando le 57 gigatonnellate di anidride carbonica equivalente. Questo significa che la finestra di opportunità per limitare il riscaldamento globale si sta rapidamente restringendo.

Per invertire questa tendenza, è necessario un’azione urgente e coordinata a livello globale. L’Unep sottolinea l’importanza di estendere l’orizzonte temporale degli impegni nazionalie di stabilire obiettivi più ambiziosi per il 2035. Per rimanere al di sotto di 1,5 °C, le emissioni globali dovrebbero diminuire del 7,5% ogni anno a partire dal 2035, mentre per contenere il riscaldamento a 2°C sarebbe sufficiente una riduzione del 4% annuo.

Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’Unep, ha lanciato un appello ai governi affinché aumentino la propria ambizione climatica e presentino Ndc più forti in vista della Cop29. Senza un’azione immediata e decisa, l’obiettivo di 1,5 °C rischia di diventare irraggiungibile e anche quello di 2°C sarà seriamente compromesso.

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Il rapporto evidenzia la necessità di obiettivi ambiziosi per il 2030 e il 2035 per limitare il riscaldamento globale. Senza un’azione immediata e una mobilitazione globale, l’obiettivo dei +1,5 °C diventerà irraggiungibile e quello dei +2 °C sarà in grave pericolo. Solo attraverso un’azione concertata e determinata sarà possibile mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere il pianeta per le generazioni future.

Un potenziale nascosto: soluzioni tecniche per mitigare il cambiamento climatico

Il rapporto evidenzia che esiste un potenziale tecnico significativo per effettuare tagli alle emissioni rispetto al 2019, con possibilità di riduzione fino a 31 gigatonnellate di CO2 equivalente nel 2030. Questo corrisponde a circa il 52% delle attuali emissioni, superando così il 42% richiesto per mantenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 °C. Nel 2035, il potenziale di riduzione potrebbe salire a 41 gigatonnellate. È importante sottolineare che questo potrebbe avvenire a un costo inferiore a 200 dollari per tonnellata di anidride carbonica equivalente.

Secondo l’Unep, un maggiore utilizzo di tecnologie solari fotovoltaiche e di energia eolica potrebbe contribuire in modo significativo, fornendo il 27% del potenziale di riduzione totale nel 2030 e il 38% nel 2035. Inoltre, l’azione sulle foreste è in grado di offrire circa il 20% del potenziale di riduzione in entrambi gli anni. Queste misure non solo promuovono la sostenibilità ambientale, ma offrono anche opportunità economiche significative.

Altre valide opzioni per ridurre le emissioni includono misure di efficienza, elettrificazione e il cambio di combustibile nei settori dell’edilizia, dei trasporti e dell’industria. “Questo potenziale”, scrive l’Unep, “dimostra che è possibile raggiungere gli obiettivi della Cop28, triplicando la capacità di energia rinnovabile entro il 2030, abbandonare i combustibili fossili e conservare, proteggere e ripristinare la natura e gli ecosistemi”.

La realizzazione di tali obiettivi non solo contribuirebbe a una significativa riduzione delle emissioni, ma rappresenterebbe anche un passo cruciale verso un futuro sostenibile e resiliente. La mobilitazione delle risorse necessarie e la cooperazione tra governi, industrie e comunità sono fondamentali per sfruttare appieno questo potenziale, garantendo un ambiente sano e sostenibile per le generazioni future. La sfida è grande, ma le opportunità sono reali e alla portata di mano.

L’allarme del Wwf: “Il pianeta brucia, serve un’azione climatica immediata”

In una nota ufficiale, il Wwf lancia un allarme: il mondo è fuori rotta rispetto agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. Se non si interverrà in modo drastico e immediato, l’aumento della temperatura globale supererà i pericolosissimi 1,5 °C.

Il Rapporto Emissions Gap 2024 del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente rivela che gli attuali piani climatici nazionali dei Paesi non sono sufficienti a limitare il riscaldamento globale. Al ritmo attuale, la temperatura potrebbe aumentare tra i 2,6 °C e i 3,1 °C entro la fine del secolo, con conseguenze disastrose per l’ambiente e le società umane.

“Se questi piani e la loro rapida attuazione non saranno sufficienti, supereremo il limite di 1,5 °C”, avverte Stephanie Roe, Responsabile Clima ed Energia Globale del Wwf e Autrice Principale del Rapporto Unep. “Oltre questo punto, aumentano considerevolmente i rischi di innescare danni irreversibili agli ecosistemi e alle vite umane. Quest’anno rappresenta una finestra decisiva per l’azione”.

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Tuttavia, non tutto è perduto. Il rapporto evidenzia un enorme potenziale per ridurre le emissioni globali e limitare il riscaldamento globale. Soluzioni come l’espansione delle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la protezione delle foreste possono contribuire in modo significativo a questo obiettivo. “La buona notizia è che le soluzioni ci sono”, afferma il Wwf.

Shirley Matheson, Coordinatrice Globale del Wwf per il potenziamento degli Ndc, sottolinea l’urgenza di un salto quantico nell’azione climatica. “Se i governi agiscono con determinazione e urgenza, mantenere l’obiettivo di 1,5 °C è ancora possibile,” afferma Matheson.

Per raggiungere questo obiettivo, i Paesi devono presentare nuovi Ndc più ambiziosi entro la fine dell’anno, con obiettivi chiari per ridurre le emissioni di gas serra, abbandonare i combustibili fossili, trasformare i sistemi alimentari e proteggere la biodiversità.

Il Wwf invita i governi a investire massicciamente nelle energie rinnovabili, nell’efficienza energetica e nella protezione delle foreste. Inoltre, è fondamentale aumentare i finanziamenti climatici per sostenere i Paesi in via di sviluppo nella loro transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Alla prossima Cop29, i Paesi dovranno concordare un nuovo obiettivo di finanziamento climatico ambizioso e adeguato alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo.

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