Stop alla plastica monouso: cosa non si potrà più usare dal 3 luglio

Dal prossimo 3 luglio entrerà in vigore la direttiva comunitaria che bandisce prodotti in plastica usa e getta in tutti i paesi membri della Ue

Pubblicato: 3 Giugno 2021 14:41

Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Addio a piatti e bicchieri di plastica (anche biodegradabili). Entro il 3 luglio di quest’anno gli Stati membri dovranno garantire che determinati prodotti in plastica monouso non saranno più immessi sul mercato comunitario.

A stabilirlo è la direttiva UE 2019/904, la cosiddetta direttiva Sup (Single use plastic) approvata nel 2019, che mira a ridurre la mole di rifiuti plastici, specialmente nelle acque, di almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.

“Il recepimento armonizzato nella legislazione nazionale è importante per il buon funzionamento del mercato interno” si legge in un comunicato della Commissione, “le linee guida spiegano definizioni e termini chiave e sono state sviluppate attraverso ampie consultazioni con gli Stati membri e con un’ampia gamma di soggetti interessati”.

Stop plastica monouso, cosa non si potrà più usare

A partire dal 3 luglio dovremo dunque dire addio a posate, cannucce e piatti in plastica monouso, cotton fioc, cannucce e tutti quei prodotti per i quali esistono in commercio alternative economiche più sostenibili.
Addio anche a palloncini, bottiglie con capacità fino ai tre litri, tappi, coperchi, tazze in polistirolo espanso. Gli unici prodotti a sfuggire dalla stretta sono quelli riutilizzabili che, di conseguenza, andranno a perdere la loro funzione “usa e getta”.
Costretto a reinventarsi il settore del packaging alimentare dal momento che i contenitori nel quale viene portato a casa delle persone il cibo non potrà più essere di plastica oxo-degradabile (cioè la plastica tradizionale trattata con sostanze che in natura la fanno frantumare in pezzetti) ma solo di carta o al massimo di plastica biodegradabile al 100%.
Vietati anche gli assorbenti igienici, i tamponi, gli applicatori di tamponi e le salviette umidificate. Cambieranno anche i filtri delle sigarette. Divieti anche nel mondo della pesca, al bando tutti gli attrezzi che contengono plastica.

Addio plastica monouso, scoppia la polemica

A un mese dall’entrata in vigore della direttiva europea, sono tante le voci critiche che si sono alzate nel nostro Paese. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, denuncia che la direttiva sarebbe un duro colpo per l’industria del packaging tricolore, considerata un’eccellenza della nostra manifattura e che ha investito in questi anni sulla ricerca e sullo sviluppo dei prodotti biodegradabili.

Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, ha ipotizzato una riserva sull’entrata in vigore della direttiva auspicando tempi diversi per la fine della produzione di prodotti come bicchieri e piatti di carta.

Dubbioso anche Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, il quale fa notare il comportamento ambiguo dell’Unione Europea: “L’Europa ha dato una definizione di plastica stranissima, solo quella riciclabile, tutte le altre anche se sono biodegradabili o additive, non vanno bene” eppure “l‘Ue sta finanziando grandi progetti europei per sviluppare plastiche biodegradabili”.

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