Siccità e alluvioni in Italia per oltre 20 miliardi di danni

Il report di Legambiente fotografa un Paese fragile, tra crisi idrica e alluvioni sempre più frequenti. Fondi Ue lenti e prevenzione assente

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Con l’inizio della stagione più fredda e piovosa, Legambiente ha fatto il punto su siccità, alluvioni e, in generale, sul rischio idrogeologico in Italia. I risultati dell’indagine mostrano un territorio ad alto rischio, in cui gli eventi estremi hanno causato decine di miliardi di euro di danni negli ultimi 10-12 anni. L’Italia, come scrive il report, è uno degli hotspot climatici più sensibili del bacino del Mediterraneo e paga lo scotto di una crisi climatica sempre più acuta e di una gestione dell’acqua poco efficace e “a compartimenti stagni”, cioè priva di una visione d’insieme.

La settima edizione del Forum nazionale Acqua, dal titolo “La resilienza idrica in Italia”, registra innumerevoli eventi legati a siccità prolungata e ad alluvioni, come quelli avvenuti in Emilia-Romagna, Toscana e Marche nel 2023. Da qui la necessità di agire per limitare le perdite economiche, umane, ambientali e strutturali. Una possibilità c’è: la questione delle risorse europee stanziabili attraverso il Pnrr, che però faticano ad arrivare.

La siccità in Italia: fino a 142 eventi in meno di 10 anni

La penisola italiana è colpita ogni anno, e con maggiore frequenza e intensità, da episodi violenti di siccità, alluvioni e anche acque inquinate. Legambiente fa il punto della situazione nell’ultimo Forum nazionale Acqua e scatta una fotografia dei danni legati a questi eventi. Sul tema della siccità – non emergenziale, ma prolungata e sistemica – dal 2017 al 2025 sono stati segnalati 142 eventi con danni.

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Si parla di perdita di produttività agricola, interruzione della distribuzione dell’acqua potabile e riduzione dei campi coltivati. A registrarli è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, dal quale emerge il dato più preoccupante: nel 18% dei casi questi eventi hanno comportato un provvedimento di restrizione dell’uso di acqua per vari scopi, dal civile all’agricolo, dallo zootecnico all’industriale. L’assenza di acqua diventa una spesa economica, oltre che un disagio, non da tutti sostenibile.

E purtroppo il fenomeno della siccità è sempre più ampio e diffuso e si è intensificato negli ultimi quattro anni. Infatti, dei 142 eventi mappati, ben il 75% si è verificato tra il 2020 e il 2024, con danni produttivi e perdite economiche. Tra la primavera del 2022 e i primi mesi del 2023, per esempio, si parla di oltre 6 miliardi di euro di danni economici relativi alla siccità solo nel settore agricolo.

Troppa acqua: alluvioni e inquinamento

A volte c’è troppa poca acqua, a volte troppa. In questi casi, a pesare sull’ambiente e sull’economia italiana sono le alluvioni e le conseguenti frane. Il rischio idrogeologico è sempre più alto. Secondo i dati della Protezione civile, tra il 2013 e il 2022 sono stati 179 gli stati di emergenza che hanno portato a danni superiori ai 15 miliardi di euro. A questi vanno aggiunte decine di miliardi di euro stimati per l’alluvione dell’Emilia-Romagna e quelle in Toscana e nelle Marche nel solo 2023, di cui ancora non si conoscono le cifre esatte.

C’è poi l’aspetto dell’inquinamento dell’acqua e, più in generale, della qualità delle acque. Legambiente spiega che il 75,1% delle acque superficiali e il 70% delle acque sotterranee sono in buono stato chimico (dati aggiornati al 2021), ma persistono zone di inquinamento critiche e in peggioramento. Nel 2027 il 30% dei corpi idrici superficiali e il 27% dei corpi idrici sotterranei non sarà più in buono stato chimico.

A pesare su questo inquinamento sono i nutrienti provenienti dall’agricoltura e dalle acque reflue urbane, oltre alle alterazioni idromorfologiche, all’estrazione di acqua e alla presenza di specie aliene invasive che modificano le condizioni ecologiche e fisico-chimiche dei corpi idrici.

Quanto ci costa: danni e multe

Tutto questo non ha solo un impatto negativo sull’ambiente, ma anche sul nostro portafoglio. La siccità, nella sola estate 2025, è costata all’Italia una perdita complessiva di 6,8 miliardi di euro. Secondo le stime presenti in uno studio condotto dagli esperti dell’Università di Mannheim e della Banca centrale europea, entro il 2029 salirà a 17,5 miliardi di euro. A questi si devono aggiungere 210,5 milioni di euro pagati in multe dall’Italia per inadempienze rispetto alle direttive sulle acque reflue e circa 300 milioni di euro per le restanti penalità da corrispondere fino al 2030.

Soldi che potevano essere investiti per adeguare gli impianti e raggiungere le più elevate performance richieste dalla nuova direttiva 2024-3019. C’è poi il fronte del dissesto idrogeologico, che dal 1999 al 2024 è costato all’Italia 20,48 miliardi di euro per 25.903 interventi di mitigazione del rischio. Soldi destinati alla prevenzione, ma che hanno visto portati a termine solo il 35,7% dei lavori previsti (9.247 su 25.903). Interventi che, secondo i dati Ispra, non sono risultati del tutto efficaci, tanto che il rischio idrogeologico nel nostro Paese è aumentato nel corso degli ultimi anni.

Quindi, cosa fare? Legambiente ha delle proposte e le ha indirizzate al Governo proprio attraverso l’occasione del Forum. Tra queste, mettere al centro dell’agenda politica l’implementazione della Direttiva quadro acque, della Direttiva alluvioni e di tutte le normative collegate alla gestione della risorsa e all’adattamento ai cambiamenti climatici.

Ma soprattutto è tempo di dire basta alla logica emergenziale. Al suo posto andrebbero istituiti piani integrati che uniscano buone pratiche, competenze scientifiche e strategie di mitigazione degli eventi più estremi nel lungo periodo. Quindi rafforzare i controlli e il monitoraggio, costruire o adeguare i sistemi fognari e di depurazione, e tanto altro. “Senza una strategia nazionale per la risorsa idrica e una pianificazione efficace, il Paese continuerà a pagare caro gli effetti e i danni legati a siccità, alluvioni e inquinamento delle acque”, conclude Legambiente.

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