Rifiuti elettronici, ostacolo agli sforzi Ue per ridurre l’impronta ecologica

I rifiuti elettronici sono un ostacolo agli sforzi dell'UE per ridurre l'impronta ecologica. L'UE promuove una maggiore durata dei prodotti attraverso il riuso e la riparabilità

Pubblicato: 27 Aprile 2023 11:26

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

I dispositivi elettronici e le apparecchiature elettriche sono elementi indispensabili della nostra quotidianità, ma i rifiuti che producono sono diventati un ostacolo agli sforzi dell’Ue per ridurre la propria impronta ecologica. Meno del 40% dei rifiuti elettronici viene riciclato.
L’Ue promuove una maggiore durata dei prodotti attraverso il riuso e la riparabilità.

Cosa sono i rifiuti elettronici 

I rifiuti elettronici ed elettrici includono una varietà di prodotti diversi che vengono gettati dopo essere stati utilizzati per un breve o lungo periodo.

I grandi elettrodomestici, come le lavatrici e le stufe elettriche, sono tra i rifiuti più raccolti e rappresentano oltre la metà di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici raccolti.
Seguono le apparecchiature informatiche e di telecomunicazione (computer portatili, stampanti), le apparecchiature di consumo (videocamere, lampade fluorescenti) e i pannelli fotovoltaici nonché i piccoli elettrodomestici (aspirapolvere, tostapane).

Tutte le altre categorie, come gli attrezzi elettrici e i dispositivi medici, rappresentano in totale il 7,2% dei rifiuti elettronici ed elettrici raccolti.

Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) 

La quantità di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (ampiamente noti come RAEE o rifiuti elettronici o WEEE) generata ogni anno nell’UE sta aumentando rapidamente, diventando uno dei flussi di rifiuti in più rapida crescita.

Le norme dell’UE sui RAEE mirano a contribuire alla produzione e al consumo sostenibili, affrontando questioni ambientali causate dal crescente numero di apparecchiature elettroniche scartate nell’UE.

I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche comprendono una vasta gamma di dispositivi come computer, frigoriferi e telefoni cellulari alla fine della loro vita.

Questo tipo di rifiuti contiene una complessa miscela di materiali, alcuni dei quali sono pericolosi. Questi possono causare gravi problemi ambientali e sanitari se i dispositivi scartati non sono gestiti correttamente. Inoltre, l’elettronica moderna contiene risorse rare e costose, che possono essere riciclate e riutilizzate se i rifiuti sono gestiti in modo efficace.

Migliorare la raccolta, il trattamento e il riciclaggio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) alla fine della loro vita può

Cosa prevede la direttiva RAEE

L’UE ha introdotto la direttiva RAEE e la direttiva RoHS per affrontare il problema della crescente quantità di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La direttiva RAEE mira a:

Per conseguire tali obiettivi, la direttiva

Tasso di riciclo dei rifiuti elettronici nell’UE

Le pratiche di riciclo variano da uno stato membro all’altro. Nel 2017 la Croazia ha riciclato l’81,3 % di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici, mentre a Malta la percentuale è stata del 20,8%. L’Italia ha registrato una percentuale del 32,1%.

Nel 2020 sono stati raccolti 10,3kg di rifiuti elettrici ed elettronici per abitante nell’UE. La gestione dei RAEE è disciplinata dalla direttiva 2012/19/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012, sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (direttiva RAEE).

La prima direttiva RAEE (direttiva 2002/96/CE) è entrata in vigore nel febbraio 2003. La direttiva prevede la creazione di sistemi di raccolta in cui i consumatori restituiscono i RAEE gratuitamente. Questi sistemi mirano ad aumentare il riciclaggio e/o il riutilizzo dei RAEE.

La direttiva 2002/96/CE è stata abrogata il 15 febbraio 2014 e sostituita dalla direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che ha introdotto un aumento graduale degli obiettivi di raccolta rispettivamente a partire dagli anni di riferimento 2016 e 2019.

Inoltre, a partire dal 15 agosto 2018, l’ambito di applicazione della direttiva RAEE è stato esteso a tutte le categorie di AEE (escluse le AEE descritte ai paragrafi 3 e 4 dell’articolo 2 della direttiva 2012/19/UE). Di conseguenza, la definizione e il numero delle categorie sono diversi e l’obbligo di segnalazione si applica come descritto di seguito:

Fino al 2018, alle AEE rientrano 10 categorie di prodotti:

  1. Grandi elettrodomestici
  2. Piccoli elettrodomestici
  3. Apparecchiature informatiche e di telecomunicazione
  4. Apparecchiature di consumo e pannelli fotovoltaici
  5. Apparecchi di illuminazione
  6. Utensili elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni)
  7. Giocattoli, attrezzature per il tempo libero e sportive
  8. Dispositivi medici (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati e infetti)
  9. Strumenti di monitoraggio e controllo
  10. Distributori automatici

A partire dal 2019 tutte le AEE sono classificate in 6 categorie di prodotti:

  1. Apparecchiature di scambio termico
  2. Schermi, monitor e apparecchiature contenenti schermi di superficie superiore a 100 cm2
  3. Lampade
  4. Apparecchiature di grandi dimensioni (qualsiasi dimensione esterna superiore a 50 cm) compresi, a titolo esemplificativo e non esaustivo: elettrodomestici; apparecchiature informatiche e di telecomunicazione; apparecchiature di consumo; apparecchi di illuminazione; apparecchiature che riproducono suoni o immagini, apparecchiature musicali; strumenti elettrici ed elettronici; giocattoli, attrezzature per il tempo libero e sportive; dispositivi medici; strumenti di monitoraggio e controllo; distributori automatici; apparecchiature per la generazione di correnti elettriche. Questa categoria non comprende gli apparecchi delle categorie da 1 a 3.
  5. Piccole attrezzature (nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm) compresi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo: elettrodomestici; apparecchiature di consumo; apparecchi di illuminazione; apparecchiature che riproducono suoni o immagini, apparecchiature musicali; strumenti elettrici ed elettronici; giocattoli, attrezzature per il tempo libero e sportive; dispositivi medici; strumenti di monitoraggio e controllo; distributori automatici; apparecchiature per la generazione di correnti elettriche. Questa categoria non comprende gli apparecchi delle categorie da 1 a 3 e 6.
  6. Piccole apparecchiature informatiche e di telecomunicazione (nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm)

Perché dobbiamo riciclare i rifiuti elettronici ed elettrici

I dispositivi elettronici ed elettrici gettati contengono materiali potenzialmente nocivi che inquinano l’ambiente e aumentano i rischi per le persone addette al riciclo dei rifiuti elettronici. Per ovviare questo problema, l’UE ha adottato una normativa volta a impedire l’uso di determinate sostanze chimiche, come il piombo.

Molti minerali rari che sono necessari per le moderne tecnologie provengono da paesi che non rispettano i diritti umani. Per evitare di sostenere inconsapevolmente conflitti armati e violazioni dei diritti umani, i deputati del Parlamento europeo hanno adottato norme che impongono agli importatori europei di terre rare di effettuare dei controlli sui precedenti personali dei loro fornitori.

Restrizione delle sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RoHS)

La quantità di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) generata ogni anno nell’UE sta aumentando rapidamente. Ora è uno dei flussi di rifiuti in più rapida crescita.

Le apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) contengono sostanze pericolose. Dal 2003 le leggi dell’UE hanno limitato l’uso di queste sostanze pericolose.

L’aumento della produzione e dell’uso di prodotti elettrici ed elettronici, come telefoni cellulari, computer e elettrodomestici da cucina, ha comportato un aumento del volume di rifiuti elettrici ed elettronici. Durante l’uso, la raccolta, il trattamento e lo smaltimento di tali rifiuti, i prodotti possono rilasciare sostanze nocive (pericolose) come piombo, mercurio e cadmio, che possono causare gravi problemi ambientali e sanitari.

Per affrontare tali sfide, la legislazione dell’UE limita l’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche attraverso la direttiva RoHS. Parallelamente, la direttiva RAEE promuove la raccolta e il riciclaggio di tali apparecchiature.

La direttiva RoHS attualmente limita l’uso di dieci sostanze: piombo, cadmio, mercurio, cromo esavalente, bifenili polibromurati (PBB) e difenili polibromurati (PBDE), bis(2-etilesile) ftalato (DEHP), butil benzil ftalato (BBP), dibutil ftalato (DBP) e diisobutil ftalato (DIBP).

Tutti i prodotti con un componente elettrico ed elettronico, salvo specifica esclusione, devono rispettare tali restrizioni.

Nel 2017 la Commissione ha adottato una proposta legislativa che adegua l’ambito di applicazione della direttiva RoHS.

Obiettivi

La direttiva RoHS mira a prevenire i rischi per la salute umana e per l’ambiente connessi alla gestione dei rifiuti elettronici ed elettrici.

Lo fa limitando l’uso di determinate sostanze pericolose nelle AEE che possono essere sostituite da alternative più sicure. Queste sostanze soggette a restrizioni includono metalli pesanti, ritardanti di fiamma o plastificanti.

La direttiva promuove la riciclabilità delle AEE, in quanto le AEE e i suoi componenti che sono diventati rifiuti contengono meno sostanze pericolose. Allo stesso tempo, garantisce parità di condizioni per i fabbricanti e gli importatori di AEE nel mercato europeo.

Cosa fa l’UE per ridurre i rifiuti elettronici

Nel marzo 2020 la Commissione europea ha presentato un nuovo piano d’azione per l’economia circolare (PAEC), che annovera tra le sue priorità fondamentali la riduzione dei rifiuti elettronici ed elettrici, definendo specificamente obiettivi immediati quali il “diritto alla riparazione” e il miglioramento del riutilizzo in generale, l’introduzione di un caricabatterie universale e l’istituzione di un sistema di premi per incoraggiare il riciclo dell’elettronica.

Entro la fine del 2024, l’USB di tipo C diverrà il caricatore standard per la maggior parte dei dispositivi elettronici nell’UE.

Entro il 28 aprile 2026, invece, i laptop dovranno essere dotati di una porta USB Type-C.

Nel marzo 2023, la Commissione europea ha presentato una nuova proposta per promuovere il c.d. “diritto alla riparazione”. Questo farebbe comprendere all’interno della garanzia legale, la riparazione dei prodotti da parte dei venditori, salvo che non sia più conveniente sostituirli. Questo garantirebbe anche il diritto a rendere le riparazioni più facili e convenienti.

Al di là della garanzia legale i consumatori disporranno di una nuova serie di diritti e strumenti che renderanno la riparazione un’opzione facile e accessibile:

La posizione del Parlamento europeo

A febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. Sono anche incluse norme più severe sul riciclo e obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali.

Per quanto riguarda i rifiuti elettronici, il Parlamento europeo vuole promuovere una vita più lunga per i prodotti attraverso il loro riutilizzo e riparazione.

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