Elettrodomestici, il diritto alla riparazione è realtà: le nuove regole europee

Le aziende della Ue che vendono frigoriferi, lavatrici, o televisori dovranno garantire all'utente la possibilità di ripararli entro un periodo di tempo fino a 10 anni.

Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

A partire dal 1° marzo 2021, in tutti i 27 paesi dell’Unione Europea sono entrate in vigore le nuove norme sul diritto alla riparazione.

Significa che da marzo, contestualmente all’entrata in vigore della nuova etichetta energetica, le aziende dell’Unione europea che vendono frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e televisori devono garantire all’utente la possibilità di ripararli entro un periodo di tempo, reperirne agevolmente i pezzi di ricambio e le istruzioni per aggiustarli.

Il diritto alla riparazione, approvato dal Parlamento Europeo a fine novembre 2020, ha come obiettivo quello di ridurre il crescente ammontare di rifiuti Raee assicurando, in un’ottica di sostenibilità ambientale e in una prospettiva di economia circolare, una maggiore durata e riciclabilità degli apparecchi elettrici ed elettronici.

Diritto alla riparazione, cos’è

Con l’entrata in vigore della nuova etichetta energetica per gli elettrodomestici e per lavatricilavastovigliefrigoriferi e display (monitor e tv), è scattato anche l’obbligo di progettare e vendere apparecchi più facilmente riparabili e smaltibili.

A partire dal 1° marzo, come si legge nel comunicato della commissione europea, “i fabbricanti o gli importatori saranno ora obbligati a mettere a disposizione dei riparatori professionisti una serie di pezzi essenziali (motori e spazzole per motori, pompe, ammortizzatori e molle, cestelli di lavaggio ecc.) per almeno 7-10 anni dall’immissione sul mercato dell’UE dell’ultima unità di un modello“.

Anche per i consumatori, “i fabbricanti devono mettere a disposizione alcuni pezzi di ricambio per diversi anni dopo che un prodotto è stato ritirato dal mercato – prodotti quali porte o cerniere e sigilli che sono compatibili con il ‘fai da te’. Il tempo massimo di consegna per tutti questi pezzi è di 15 giorni lavorativi dall’ordine“.

Diritto alla riparazione, a cosa si applica

Nello specifico del nuovo regolamento europeo, il diritto di riparazione non vale per tutti i tipi di prodotto, ma solo per alcuni (e, secondo le associazioni che si battono per il right to repair, questo è proprio il motivo per cui c’è ancora molto da fare su questo fronte).
Secondo la normativa, per le quattro categorie di elettrodomestici (frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici, televisori) i pezzi di ricambio dovranno essere reperibili per almeno 7 anni (con alcune parti di frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici estese a 10 anni minimo) dalla data d’acquisto e in generale fino allo stesso numero di anni dopo la fine della produzione di quel modello.

In particolare si garantisce:

Diritto alla riparazione, i punti critici ancora da risolvere

Secondo varie associazioni che da anni si battono per il diritto alla riparazione, il nuovo regolamento rappresenta un primo passo ma ci sono dei punti critici ancora da valutare. Right to Repair, la principale di queste associazioni, ha raccolto alcune di queste criticità:

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