Direttiva sulla qualità dell’aria, via libera dal Consiglio Ue

Standard più rigorosi per ridurre l'inquinamento atmosferico e migliorare la salute pubblica, benefici per la salute e meccanismi di risarcimento per i cittadini

Pubblicato: 14 Ottobre 2024 17:12

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha appena varato una direttiva rivoluzionaria che introduce standard più rigorosi per la qualità dell’aria in tutto il continente. Questo importante passo avanti segna un punto di svolta nella lotta contro l’inquinamento atmosferico e rappresenta una vittoria per la salute dei cittadini europei.

I ministri dell’ambiente riuniti a Lussemburgo hanno confermato l’accordo politico raggiunto a febbraio con l’Eurocamera sulla revisione della direttiva, con la sola astensione di Malta.

La nuova stretta sull’inquinamento – responsabile di 300mila morti l’anno in Europa – introduce limiti più severi per gli inquinanti con il maggiore impatto sulla salute, come il PM2,5 e il NO2.

Le nuove norme sono il frutto di un lungo processo di consultazione e negoziazione, mirano a raggiungere l’ambizioso obiettivo di azzerare l’inquinamento entro il 2050. Ciò si tradurrà in un miglioramento significativo della qualità dell’aria, con benefici tangibili per la salute pubblica e l’ambiente.

Quali sono i principali vantaggi di questa direttiva?

Nuovi standard per la qualità dell’aria, la salute dei cittadini al centro delle politiche Ue

La nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria rappresenta una svolta decisiva nella tutela della salute dei cittadini. Entro il 2030, gli Stati membri dovranno rispettare nuovi e più rigorosi standard per gli inquinanti atmosferici, allineandosi così alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Tra gli inquinanti maggiormente monitorati troviamo il particolato fine PM10 e PM2,5, il biossido di azoto e il biossido di zolfo, sostanze note per causare gravi problemi respiratori e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.

Gli Stati membri hanno la possibilità di chiedere di posticipare la scadenza del 2030, a condizione che vengano soddisfatte specifiche condizioni. Questa flessibilità permette agli Stati membri di adeguarsi gradualmente alle nuove norme, pur mantenendo l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria.

La qualità dell’aria viene valutata con metodi e criteri comuni in tutta l’Ue. La direttiva riveduta apporta ulteriori miglioramenti al monitoraggio e alla modellazione della qualità dell’aria, garantendo una valutazione più accurata e uniforme in tutta l’Unione.

Inoltre, la direttiva riveduta garantirà un’azione tempestiva, con tabelle di marcia da preparare prima del 2030 se c’è il rischio che i nuovi standard non vengano raggiunti entro quella data. Questo meccanismo assicura che gli Stati membri siano pronti a intervenire rapidamente per prevenire eventuali ritardi nel raggiungimento degli obiettivi.

Gli standard di qualità dell’aria saranno rivisti regolarmente in linea con le più recenti evidenze scientifiche. Questo processo di revisione continua garantirà che gli standard rimangano appropriati e aggiornati, riflettendo le ultime conoscenze e tecnologie disponibili.

Cosa prevede la nuova direttiva in sintesi:

La nuova direttiva sulla qualità dell’aria è uno strumento essenziale per proteggere la salute dei cittadini europei e per costruire un futuro più sostenibile. Grazie a questo importante provvedimento, l’Unione Europea si conferma un punto di riferimento nella lotta all’inquinamento atmosferico.

Diritti dei cittadini e accesso equo alla giustizia: protezione della salute con la nuova Direttiva

La nuova direttiva mira a garantire un accesso giusto ed equo alla giustizia per coloro che sono o possono essere colpiti dall’attuazione della direttiva stessa. Questo impegno riflette l’importanza di proteggere i diritti dei cittadini e di assicurare che le norme sulla qualità dell’aria siano rispettate in modo rigoroso.

Gli Stati membri devono garantire che i cittadini abbiano il diritto di chiedere e ottenere un risarcimento quando la loro salute è stata danneggiata a causa di una violazione delle norme sulla qualità dell’aria stabilite dalla direttiva. Questo meccanismo di risarcimento è fondamentale per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e per promuovere una maggiore responsabilità da parte degli Stati membri nel garantire un ambiente sano e sicuro.

La direttiva sottolinea l’importanza di un accesso equo alla giustizia, assicurando che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro situazione economica o sociale, possano far valere i loro diritti. Questo principio di equità è essenziale per costruire una società più giusta e inclusiva, dove la protezione della salute pubblica è una priorità condivisa.

Inoltre, la direttiva stabilisce che gli Stati membri devono implementare procedure chiare e trasparenti per facilitare il processo di risarcimento. Questo include la creazione di meccanismi di supporto legale e informativo per i cittadini, garantendo che siano adeguatamente informati sui loro diritti e su come esercitarli.

I vantaggi del nuovo sistema

La nuova direttiva rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della giustizia ambientale nell’Unione Europea. Essa non solo protegge la salute dei cittadini, ma promuove anche un ambiente più sano e sostenibile, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Ue.

Pubblicazione e attuazione della nuova Direttiva sulla Qualità dell’Aria

Una volte che il testo della direttiva sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, diventerà effettivo a partire dal ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. A partire da quella data, gli Stati membri avranno a disposizione un periodo di due anni per integrare la direttiva all’interno delle loro rispettive legislazioni nazionali. Questo intervallo di tempo è fondamentale per consentire ai governi di adattare i loro sistemi normativi alle nuove disposizioni, garantendo così un’implementazione omogenea in tutto il territorio europeo.

Un aspetto centrale della direttiva è il meccanismo di revisione periodica degli standard di qualità dell’aria. Entro il 2030, la Commissione europea effettuerà una prima revisione approfondita per valutare l’efficacia delle misure adottate, assicurandosi che queste siano in linea con i progressi scientifici più recenti. Successivamente, tali standard saranno riesaminati ogni cinque anni, con l’obiettivo di mantenerli sempre aggiornati in base alle ultime evidenze scientifiche. Questo approccio garantisce che la direttiva resti al passo con le nuove scoperte e con le necessità di protezione ambientale e della salute pubblica, promuovendo una continua evoluzione delle politiche ambientali dell’Ue.

Le revisioni regolari permetteranno anche di identificare eventuali necessità di aggiornamenti o correzioni, assicurando che le norme restino efficaci nel contrastare l’inquinamento atmosferico e nel garantire aria più pulita per tutti i cittadini europei.

La posizione italiana sui nuovi limiti europei per la qualità dell’aria

Gli Stati membri avranno la possibilità di richiedere entro gennaio 2029 un rinvio del termine per il raggiungimento dei nuovi valori limite, come richiesto anche dall’Italia. Questa flessibilità è essenziale per permettere agli Stati membri di adeguarsi gradualmente alle nuove normative, garantendo al contempo il rispetto degli obiettivi ambientali.

“Per l’Italia è importante che non venga limitata e scoraggiata alcuna tecnologia utile all’abbattimento delle emissioni, come la Ccs (Carbon Capture and Storage), che consideriamo strategica per la decarbonizzazione, così come riconosciuto anche dalla dichiarazione del G20”, ha dichiarato il viceministro italiano all’Ambiente e Sicurezza Energetica, Vannia Gava, intervenendo al Consiglio Ambiente Ue a Lussemburgo.

“È essenziale – ha aggiunto – utilizzare tutte le tecnologie a zero e basse emissioni, inclusa l’energia nucleare, già citata nella COP28 e nella tassonomia Ue, per garantire una transizione energetica efficace, preservando la competitività”. Questa dichiarazione sottolinea l’importanza di un approccio inclusivo e diversificato per affrontare le sfide della decarbonizzazione e della transizione energetica.

La possibilità di richiedere un rinvio del termine per il raggiungimento dei nuovi valori limite offre agli Stati membri il tempo necessario per implementare le tecnologie e le misure necessarie per ridurre le emissioni. Questo approccio pragmatico riconosce le difficoltà e le complessità associate alla transizione energetica, permettendo agli Stati membri di adattarsi in modo più efficace e sostenibile.

Inoltre, l’enfasi posta sull’utilizzo di tutte le tecnologie a zero e basse emissioni, inclusa la Ccs e l’energia nucleare, evidenzia la necessità di un approccio multifacetico per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Questo approccio non solo garantisce una transizione energetica efficace, ma preserva anche la competitività economica degli Stati membri, promuovendo uno sviluppo sostenibile e responsabile.

La possibilità di rinvio e l’importanza delle tecnologie per la decarbonizzazione rappresentano passi cruciali verso il raggiungimento degli obiettivi ambientali dell’Ue, garantendo al contempo la competitività e la sostenibilità economica degli Stati membri.

Le nuove norme Ue sulla qualità dell’aria e le sfide per il nostro Paese

Le nuove decisioni del Consiglio Ue sono particolarmente importanti per quanto riguarda il nostro paese, su cui pendono due sentenze di condanna in materia da parte della Corte di Giustizia dell’Unione europea. Con la prima sentenza del 10 novembre 2020, causa C-644/18, è arrivata la condanna per il superamento sistematico dei limiti dei valori di PM10. Successivamente, con la sentenza del 12 maggio 2022, n. causa C-573/19, il nostro Paese è stato condannato per il superamento continuato dei limiti di biossido di azoto (NO2).

Queste condanne evidenziano la necessità urgente di adottare misure efficaci per migliorare la qualità dell’aria e rispettare gli standard europei. In risposta a queste sentenze, il governo ha approvato il Dl 131/2024, che include una serie di misure programmatiche a tutela della qualità dell’aria.

Il provvedimento ha istituito una Cabina di regia che dovrà elaborare entro il 31 dicembre 2024 un Piano di azione nazionale di 24 mesi per il miglioramento della qualità dell’aria, con annesso cronoprogramma degli interventi. Questo Piano individuerà le Amministrazioni locali obbligate a identificare le misure normative e programmatiche necessarie per assicurare il rispetto dei limiti del particolato (PM10) e del biossido di azoto (NO2), come stabilito nell’allegato X del Dlgs 155/2010, che ha recepito la direttiva 2008/50/Ce sulla qualità dell’aria.

Il Piano di azione nazionale rappresenta un passo fondamentale verso il miglioramento della qualità dell’aria nel nostro paese. Le Amministrazioni locali avranno un ruolo cruciale nell’implementare le misure necessarie per ridurre l’inquinamento atmosferico e garantire il rispetto degli standard europei. Questo approccio coordinato e strutturato mira a superare i rilievi in sede europea e a prevenire future condanne, promuovendo un ambiente più sano e sostenibile per tutti i cittadini.

Qualità dell’aria in Italia: dati preoccupanti sulla concentrazione di PM2.5 nelle città

Secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, per quanto riguarda la concentrazione di particolato fine (PM2.5), su 61 città esaminate in Italia, solo 5 si collocano nella fascia tra i 5 e i 10 µg/m³. Questo risultato è significativo, considerando che nel 2008 l’Unione Europea ha imposto un tetto annuale di 25 µg/m³ per il PM2.5. Tra le città che si distinguono per i bassi livelli di inquinamento, Sassari spicca con una concentrazione di 6,2 µg/m³.

Altre 29 città, tra cui Grosseto e Genova, registrano valori compresi tra i 10 e i 15 µg/m³. Queste città mostrano una qualità dell’aria relativamente buona, sebbene ancora al di sopra dei livelli ideali. Tuttavia, 18 città, tra cui Terni e Milano, si trovano nella fascia con una qualità dell’aria definita cattiva, con valori tra i 15 e i 20 µg/m³. Questo livello di inquinamento rappresenta una preoccupazione significativa per la salute pubblica.

Inoltre, nove città italiane, tra cui Treviso, Brescia e Cremona, rientrano nella fascia molto cattiva, con concentrazioni di PM2.5 tra i 20 e i 25 µg/m³. Queste città si collocano tra le più inquinate d’Europa, evidenziando la necessità urgente di interventi per migliorare la qualità dell’aria.

I dati dell’Agenzia europea per l’ambiente sottolineano l’importanza di adottare misure efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico. Le città con livelli elevati di PM2.5 devono implementare strategie mirate per migliorare la qualità dell’aria, proteggendo così la salute dei cittadini e contribuendo agli obiettivi europei di sostenibilità ambientale.

L’analisi della concentrazione di particolato fine nelle città italiane rivela una situazione eterogenea, con alcune città che mostrano buoni risultati e altre che necessitano di interventi urgenti. La riduzione dell’inquinamento atmosferico è una priorità fondamentale per garantire un ambiente sano e sostenibile per tutti i cittadini.

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