Bonus famiglia o bonus figli: viene battezzato in questo modo il nuovo provvedimento sul quale sta lavorando il Governo e che dovrebbe favorire la natalità. L’iniziativa è partita da Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, che ha proposto un taglio delle tasse per le famiglie con almeno due figli a carico. La proposta è stata rilanciata dal leghista Massimo Bitonci, che ha ipotizzato una detrazione di 10.000 euro all’anno per ogni figlio senza limiti di reddito.
La Lega, nel corso di queste settimane, sta facendo un forte pressing per tagliare l’Irpef delle famiglie con almeno due figli. Sicuramente il problema della bassa natalità, in Italia, è sotto gli occhi di tutti ed è condiviso. Le reazioni delle parti sociali, su questo argomento, sono state immediate. Il primo dubbio su un’iniziativa di questo genere è dove possano essere trovate le risorse finanziarie per riuscire a finanziare delle agevolazioni così costose.
I sindacati e l’opposizione, inoltre, temono che introdurre una misura di questo tipo possa portare dei vantaggi solo e soltanto a quanti abbiano dei redditi più alti, che hanno una capienza sufficiente. Nel dibattito si inserisce poi l’Inps, che spera non si tratti di un dietro front sull’assegno unico, che, in questo anno di vita, sembra aver funzionato molto bene.
È inutile negarlo: in Italia la bassa natalità è una sfida particolarmente importante, non solo per gli aspetti economici, ma anche sotto il profilo sociale e culturale. Affrontarla in una maniera adeguata permette di garantire un futuro sostenibile al paese.
Per il momento il bonus famiglia (o bonus figli) è una semplice e mera proposta del governo, che prevede di tagliare le tasse a chi fa dei figli. È in fase di definizione, ma soprattutto i suoi confini non sono ancora del tutto chiari. Quello che appare evidente fin da adesso, però, anche con questo bonus famiglia il governo guidato da Giorgia Meloni ha in cima alle proprie priorità quella di incentivare le nascite. Per far centro ha intenzione di partire proprio dal fisco.
Bonus famiglia: si tagliano le tasse a chi ha figli
L’Esecutivo è intenzionato a promuovere le politiche a favore della natalità a partire dalla prossima Legge di Bilancio. Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, parte fin da subito ed inizia a lavorare su un provvedimento sulla natalità, che potrebbe essere formalizzato in tempi brevi. Entro la fine dell’anno potrebbe essere presentato un bonus famiglia che potrebbe essere sul modello del 110%, che verrebbe studiato appositamente per i genitori con figli. L’ipotesi, sulla quale si starebbe lavorando, prevede un taglio delle tasse, del quale potrebbero beneficiare i nuclei familiari composti da almeno due minori. Ora come ora, però, è necessario attendere maggiori informazioni sul suo importo e su come possa funzionare la detrazione.
Un’altra proposta arriva sempre dalla Lega. Questa volta a scendere in campo è Massimo Bitonci, sottosegretario alle Imprese, che ha ipotizzato l’introduzione di una detrazione pari a 10.000 euro l’anno per ogni figlio a carico. I genitori hanno la possibilità di beneficiare di questa agevolazione fino al termine degli studi (compresi quelli universitari). La misura sarebbe destinata a tutti i nuclei familiari senza limiti di reddito, dato che sarebbe comunque impossibile andare ad eliminare completamente ed interamente la tassazione.
Ovviamente, anche in questo caso, siamo davanti a delle semplici ipotesi: ma questa sarebbe una misura dai costi altissimi, considerando il fatto che, in questo momento, sono previste delle detrazioni massime di 950 euro fino al compimento dei 21 anni.
Bitonci ha sottolineato che questa riduzione della tassazione a favore delle famiglie con uno o più figli a carico, non comporta la rinuncia all’assegno unico, che, con il Def, il Governo ha deciso di aumentare.
Le altre proposte allo studio
Attraverso il cosiddetto bonus famiglia, il Governo sembrerebbe intenzionato a tagliare progressivamente le tasse solo ad uno dei genitori. La riduzione risulterebbe essere proporzionale all’aumentare del numero dei figli. L’obiettivo è quello di arrivare ad un completo azzeramento delle tasse per le famiglie con tre o quattro figli.
Una delle altre ipotesi al vaglio si riferisce al quoziente familiare, sul quale Giorgia Meloni starebbe spingendo. Questa soluzione prevederebbe una diminuzione del reddito soggetto a tassazione in base al numero dei figli, fino a quando raggiungono il quattordicesimo anno di età. L’ipotesi prevede di partire con un taglio compreso tra il 50% ed il 66% dell’aliquota di riferimento di uno dei due coniugi, che abbiano almeno due figli, fino ad arrivare alla cancellazione totale delle tasse per chi ha almeno tre figli.
Questo tipo di riforma, comunque, risulta essere molto costosa e deve necessariamente fare i conti con le risorse disponibili. È necessario ricordare, infatti, che gli spazi in deficit aperti dal Def risultano essere già prenotati per il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle tasse.
I dubbi sulle risorse disponibili
Il bonus famiglia ha aperto una serie di dubbi tra le parti sociali, soprattutto per quanto riguarda le ricadute sulla finanza pubblica. I dubbi non riguardano unicamente la possibilità di andare a reperire i fondi per il taglio delle tasse: una detrazione così generalizzata potrebbe andare a favorire unicamente le famiglie più ricche, con una maggiore capienza. Il rischio, che ne deriverebbe, è che si andrebbe ad aumentare le disuguaglianze e creare un imponente buco di bilancio.
Da parte sua, invece, l’Inps è intervenuto per sottolineare l’importanza del neonato assegno unico. Pasquale Tridico, presidente dell’istituto, ha spiegato che l’assegno unico universale e la detassazione per le famiglie con più figli costituiscono due misure separate. Tridico, inoltre, sottolinea come per il sostegno alla natalità si debba pensare a “strumenti combinati: da un lato la detassazione, dall’altro l’assegno unico universale che già c’è. E poi i servizi”.
Gianna Fracassi, dirigente sindacale della CGIL, sottolinea come da tali politiche “ne sarebbero totalmente esclusi gli incapienti (quindi i lavoratori e i pensionati poveri) e parzialmente esclusi i redditi medi e bassi. La detrazione spiegherebbe invece pienamente i suoi effetti sui redditi più alti, in possesso di una capienza Irpef di 10.000 € per ogni figlio. In dettaglio su 40 milioni di contribuenti circa 35 milioni avrebbero vantaggi parziali o nulli per incapienza”.