Un taglio delle tasse alle imprese che reinvestono gli utili: l’accordo sull’Ires

Il governo punta a sostituire la superdeduzione con il taglio delle tasse per le imprese che trattengono almeno il 70% dei loro profitti

Pubblicato: 8 Dicembre 2024 14:46

Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Il governo vuole correggere la manovra a favore delle imprese. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti punta a sostituire la superdeduzione fino al 130% con l’Ires premiale, un taglio delle tasse per tutte quelle aziende che dicono di reinvestire i loro utili. Un intervento da almeno 2 miliardi di euro, che le imprese ritengono però ancora insufficiente.

Meno tasse per le imprese

L’obiettivo è quello di concentrarsi sulla riforma Ires, prevista dalla delega fiscale affidata dalla premier Giorgia Meloni al viceministro Maurizio Leo. L’idea è quella di passare dal 24 al 19% per le imprese che decidono di utilizzare almeno il 70% dei loro utili per investimenti o assunzioni.

La superdeduzione, nata con l’intento (fallito) di favorire maggiori assunzioni stabili e abbassare le imposte alle aziende, vale da sola 1 miliardo e 336 milioni. Ora l’obiettivo è quello di trovare altri 700 milioni di euro per arrivare ai 2 miliardi necessari per l’intervento.

“Occorre coraggio, il 2025 sarà un anno difficile”, ha dichiarato il presidente degli industriali Emanuele Orsini. “Serve una misura concreta che sia anche un’iniezione di fiducia per spingere gli investimenti delle nostre imprese e attrarre quelli esteri. Questo per rispondere alle frenate che si vedono all’orizzonte dell’economia italiana e per dimostrare che il Paese crede nella sua industria. Abbiamo bisogno di una visione industriale di lungo periodo per l’Italia che con coraggio e azioni concrete trasferisca fiducia a cittadini e imprese”.

Durante una conferenza economica organizzata il mese scorso a Ravenna, il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Antonio Patuelli ha appoggiato la proposta di Orsini per un Ires premiale: “Bisogna da subito guardare oltre al Pnrr, che va comunque completato nei tempi previsti, e occorre incentivare nuovi investimenti privati di famiglie e imprese per incrementare lo sviluppo e l’occupazione. Bisogna fiscalmente favorire il risparmio investito a medio e lungo termine”.

L’aumento dell’imposizione fiscale per le imprese

Sia Bankitalia che Istat hanno evidenziato come la soppressione dell’ACE, un incentivo alla capitalizzazione del valore di 4,82 miliardi di euro, sia stata solo parzialmente compensata dalla nuova superdeduzione da 1,3 miliardi. Di fatto, le imprese hanno subito una perdita netta di quasi 5 miliardi in cambio di uno.

I calcoli tecnici mostravano che, mentre la superdeduzione avrebbe portato a una riduzione dell’Ires del 3,1%, l’eliminazione dell’ACE ne ha causato un incremento del 13,7%. Il risultato netto è stato un aumento dell’imposizione fiscale del 10%. Dal canto loro, le imprese, soprattutto quest’anno, hanno compreso che i benefici fiscali non compensavano i costi. Tutto questo mentre la produzione industriale è in crisi e le richieste di cassa integrazione crescono.

Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, ha esortato il governo a intervenire con una risposta immediata per supportare il manifatturiero: “La crisi tedesca e i segnali non incoraggianti che arrivano dalla Francia, i nostri principali concorrenti ma anche partner commerciali impongono all’Italia di intervenire con misure specifiche a supporto del manifatturiero e quindi del nostro made in Italy che, grazie soprattutto all’export, continua a tenere in piedi il sistema”.

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