Alla fine del mese arriverà un misuratore dell’affidabilità fiscale che fungerà da tachimetro, basandosi sui punteggi delle valutazioni fiscali. Questo strumento considererà l’ultima dichiarazione dei redditi presentata e la possibile adesione al concordato preventivo biennale. L’obiettivo è incentivare una maggiore partecipazione entro il 31 ottobre, ultimo giorno utile per avvalersi di questa misura.
Dal 20 settembre un misuratore dell’affidabilità
Il misuratore dell’affidabilità fiscale includerà anche un’indicazione per chi rientra nell’area del regime premiale (punteggi dall’otto in su) sui possibili vantaggi che si possono ottenere, come la riduzione degli adempimenti (ad esempio, garanzie per i rimborsi) e i termini per alcuni tipi di controlli. Il funzionamento del misuratore sarà basato sulle ultime dichiarazioni presentate, con particolare riferimento agli invii del 2024 per l’anno d’imposta 2023, e considererà anche l’accettazione del concordato preventivo, se già avvenuta.
Tra i 2 milioni e 732 mila lavoratori soggetti agli Isa e ai quali viene offerto il concordato biennale, 1 milione e 526 mila hanno un indice Isa inferiore a 8 su 10. Va considerato anche che, per categorie specifiche come tassisti, ristoratori e balneari, i redditi dichiarati mediamente si aggirano intorno ai 15 mila euro annui.
Il nuovo strumento, che sarà affiancato dai controlli incrociati del Fisco, è progettato per facilitare l’accordo con l’Agenzia delle Entrate. Questo accordo riguarda la proposta per la definizione biennale del reddito derivante dall’esercizio d’impresa o di arti e professioni, nonché del valore della produzione netta, elementi cruciali per le imposte sui redditi e per l’Irap. Come spiegano le Entrate, ogni contribuente può calcolare la propria proposta dichiarando i dati rilevanti per l’applicazione degli ISA e altre informazioni specifiche per il concordato utilizzando il software “Il tuo Isa 2024 Cpb”.
Cos’è il concordato preventivo biennale
Il concordato preventivo biennale è uno strumento che consente a aziende e professionisti di fissare preventivamente un imponibile con il Fisco. Si tratta di un accordo con l’Agenzia delle Entrate: per un biennio, i contribuenti pagano le tasse non in base ai guadagni effettivi, ma secondo quanto preventivato dall’Agenzia stessa.
Questo approccio, secondo il Fisco, favorisce l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. Il concordato è accessibile ai contribuenti che applicano gli Isa e ai titolari di attività d’impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfettario.
Per accedere al concordato preventivo biennale, è necessario soddisfare i seguenti criteri:
- assenza di debiti fiscali rilevanti verso l’Erario
- regolare presentazione della dichiarazione dei redditi
- assenza di condanne per reati fiscali, societari o di riciclaggio/autoriciclaggio.
Secondo il sito dell’Agenzia delle Entrate, il concordato perde efficacia se si verificano cambiamenti significativi nei presupposti su cui si basa l’accordo tra il Fisco e il contribuente. Questi cambiamenti includono:
- cessazione dell’attività
- modifica dell’attività durante il biennio rispetto a quella esercitata nel periodo d’imposta precedente
- presenza di circostanze eccezionali che generano redditi inferiori di oltre il 30% rispetto a quelli previsti nel concordato.
La decadenza dal concordato preventivo biennale può avvenire anche in caso di ipotesi di accertamento e omessi versamenti, nonché se viene meno una delle condizioni d’accesso o se si verifica una causa di esclusione. In caso di decadenza, rimangono dovute le imposte e i contributi calcolati sul reddito concordato, se questo è maggiore di quello effettivamente conseguito.