Mini Irpef al 10% in Manovra per favorire il rinnovo dei contratti di lavoro

Con la mini-Irpef al 10% il Governo scommette sui rinnovi dei contratti e sugli aumenti salariali, trasformando la misura in uno dei punti principali della Manovra

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La Manovra 2026 sta prendendo forma giorno dopo giorno attorno a un pacchetto fiscale e previdenziale da 16 miliardi che punta a rimettere mano, gentilmente, al carico sui lavoratori. I margini sono stretti e il lessico utilizzato sempre più affaticato. Tra le misure più discusse in questi giorni troviamo la mini-Irpef al 10% sugli aumenti contrattuali, una misura pensata per favorire i rinnovi, ma con raggio d’azione limitato.

Rientrano nel programma anche la detassazione di straordinari e tredicesime, la proroga delle opzioni di pensione anticipata (Quota 103, Opzione donna, Ape sociale) e il silenzio-assenso sul Tfr. Insomma, nessuna novità vera.

Si discute della stabilizzazione del taglio al cuneo fiscale e di un possibile automatismo per agganciare gli stipendi all’inflazione, misura che suscita più dubbi tecnici che entusiasmo politico. Probabilmente troveremo una Manovra che cerca di tenere insieme consenso e compatibilità di bilancio.

Le strategie fiscali in discussione per valorizzare i contratti

Dopo l’approvazione del Documento programmatico di finanza pubblica, il cantiere della Legge di Bilancio entra nel vivo. Il Ministero dell’Economia è ora concentrato sulla stesura del Documento programmatico di bilancio, da trasmettere a Bruxelles entro il 15 ottobre, mentre dal Ministero del Lavoro arriva una serie articolata di proposte sul fronte fiscale e contrattuale.

Tra le misure più discusse nei salotti del Governo troviamo una mini Irpef al 10% sugli incrementi retributivi legati a nuovi accordi o rinnovi, l’estensione della tassazione agevolata su straordinari, turni notturni e festivi, e l’innalzamento dei limiti per i premi di risultato e i fringe benefit.

Questi ultimi passerebbero da 3.000 a 4.000 euro per i premi e da 1.000 a 2.000 euro per i benefit, con una soglia ulteriormente maggiorata (fino a 4.000 euro) per i lavoratori con figli a carico.

Nel pacchetto anche un meccanismo di adeguamento automatico dei salari all’indice Ipca, attivato in caso di mancato rinnovo contrattuale dopo due anni dalla scadenza. Si va poi verso la conferma di strumenti già noti come Quota 103, Opzione donna e Ape sociale, accanto a nuove decontribuzioni mirate all’assunzione di giovani e donne.

Il percorso decisionale e il nodo delle coperture

Con l’approvazione del Documento programmatico di finanza pubblica si avvia la fase conclusiva dei lavori sulla Manovra. Dopo il passaggio parlamentare, il Ministero dell’Economia è chiamato a definire l’assetto finale delle coperture e a fissare gli importi definitivi degli interventi. La riunione del Consiglio dei ministri, inizialmente calendarizzata per lunedì, potrebbe slittare a martedì pomeriggio.

C’è il nodo delle risorse perché la misura vale, stando alle stime, circa 16 miliardi. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che il contributo del settore bancario avrà un peso determinante nel delineare la disponibilità delle risorse. Ha detto, parlando ai giornalisti:

Incontriamo le banche, i sindacati, gli imprenditori, incontriamo tutti.

Ha aggiunto poi con un tono ironico:

Ci sono tante proposte in circolazione… diffidate dalle imitazioni.

A proposito della complessità della fase attuale, Giorgetti ha fatto un paragone di cucina:

Gli ingredienti della torta sono complicati, deve arrivare a giusta cottura, poi magari è buona.

Il confronto con le banche, ha chiarito, quasi per tranquillizzarle e senza nominare gli extraprofitti da usare per la Manovra, avverrà in modo collaborativo, senza approccio punitivo.

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Taglio dell’Irpef e Rottamazione, le ipotesi in campo

Sul piano fiscale, la direzione indicata è una riduzione della seconda aliquota Irpef per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, il cosiddetto ceto medio. La misura resterebbe circoscritta a questa fascia, senza estensioni fino ai 60.000 euro, giacché viene molto difficile anche considerare tale tetto come fascia media.

Resta aperto invece il confronto tecnico sulla nuova Rottamazione quinquies. Le ipotesi allo studio prevedono una rateizzazione su 96 mensilità, pari a 8 anni, o un’estensione a 108 rate in 9 anni. La posizione del Ministero dell’Economia punta a introdurre un meccanismo di dilazione selettivo, distinguendo tra contribuenti “meritevoli” e non.

Taglio Irpef, chi ci guadagna

Secondo le stime, la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% genererebbe risparmi crescenti al salire del reddito, non il contrario:

Il vantaggio, proporzionale anche alla tredicesima, riguarderebbe in modo più marcato i lavoratori con reddito che il Governo considera “medio”. Per i redditi inferiori a 28mila annui resterebbe centrale il taglio del cuneo contributivo.

Per evitare effetti distorsivi in favore delle fasce più alte, l’Esecutivo valuta anche l’introduzione di correttivi compensativi, ma è ancora tutto da vedere.

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