Riforma Irpef, il Governo vuole far pagare meno tasse a chi guadagna 60mila euro

Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo vuole andare incontro alla fascia di contribuenti con redditi da 28 a 60mila euro

Pubblicato: 5 Febbraio 2025 12:59

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo fa chiarezza sull’intervento dell’Irpef per il ceto medio, che sta avvenendo in maniera graduale. Il principale ostacolo resta la disponibilità di risorse, ma le azioni contro l’evasione fiscale e la creazione di nuova occupazione potrebbero contribuire al miglioramento della situazione.

“Siamo intervenuti in modo progressivo, passando a tre aliquote. Abbiamo previsto un intervento strutturale per il 2025, che include anche una revisione del cuneo fiscale, ampliando la fascia di reddito interessata (fino a 40mila euro). L’obiettivo è sostenere la fascia di ceto medio, ovvero chi guadagna tra i 28 e i 50mila euro, con l’eventualità di estendere il beneficio anche a chi arriva a 60mila euro”, spiega.

Le modifiche in arrivo per l’Irpef

Il viceministro ha sottolineato che il vero ostacolo sono le risorse: “Stiamo lavorando con l’Agenzia delle Entrate e la Ragioneria per gestire con prudenza i conti”. Tuttavia, ha evidenziato che l’Agenzia delle Entrate sta ottenendo risultati notevoli, con un recupero di 32,7 miliardi e un trend in crescita. Una parte di questo recupero strutturale potrebbe essere destinata a sostenere gli interventi a favore del ceto medio. Inoltre, l’incremento dell’occupazione contribuirà a generare flussi fiscali significativi.

L’intervento seguirà i provvedimenti già introdotti con la riforma fiscale, come la riduzione delle aliquote Irpef, passate da quattro a tre. Tuttavia, la stessa riforma richiederà ulteriori correttivi: “Il primo riguarda lo statuto del contribuente, con l’obiettivo di ampliare l’ambito di applicazione dell’autotutela obbligatoria. Il secondo tocca un tema delicato, relativo alle dogane, all’Iva e al reato di contrabbando, per innalzare la soglia attualmente troppo bassa di 10mila euro. Il terzo intervento riguarda il contenzioso, affinché anche i ricorsi pendenti possano beneficiare della conciliazione”, spiega Leo.

Ma queste modifiche saranno entro l’anno? “Ci lavoriamo, – replica Leo – non posso impegnarmi sui tempi”.

Rottamazione quinquies 2025, per Leo serve una “operazione verità”

Altro capitolo, quello del ritorno della rottamazione quinquies delle cartelle nel 2025. Al momento non c’è certezza su una possibile rottamazione e la valutazione dipenderà dai risultati dei lavori della commissione incaricata di esaminare lo stock di debiti nel “magazzino” dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Sempre a Telefisco, il viceministro Leo ha spiegato che dei 1.275 miliardi di crediti non riscossi sarà necessario capire quali siano effettivamente aggredibili. Sarà l’esito della commissione a determinare se ci saranno le condizioni per una nuova rottamazione delle cartelle.

Lo stock dei crediti da riscuotere è destinato a crescere e sarà esaminato dalla commissione incaricata di compiere quella che il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha definito un’“operazione verità”. L’obiettivo della commissione è analizzare quali carichi siano effettivamente recuperabili, quali possano essere considerati di entità troppo ridotta per giustificare il recupero e quali possano essere gestiti attraverso modalità alternative.

Il futuro di web tax e global minimum tax

Un altro capitolo riguarda la web tax e la global minimum tax, ora apertamente opposte dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. “La web tax non è solo italiana – ha spiegato il viceministro – Anche Austria, Spagna, Francia e Regno Unito hanno adottato questa misura. Sono convinto che, attraverso un dialogo tra l’Unione Europea e l’amministrazione Trump, si possa arrivare a una soluzione equilibrata”.

Un discorso simile vale per la global minimum tax, per la quale è necessaria una soluzione di compromesso. “Viene applicata dal 2024 – ha dichiarato Leo – e non nascondo le difficoltà nell’applicazione di questa normativa”. Nella manovra sulla web tax, inoltre, è stato eliminato il requisito di produrre almeno 5 milioni di euro di fatturato in Italia, lasciando solo il limite minimo di 750 milioni di euro di fatturato.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963