Decidere di investire in Svizzera porta a una serie di vantaggi per i diretti interessati. Generalmente gli utili derivanti dalla vendita di titoli, indipendentemente che siano detenuti in azioni, Etf o altro, sono esenti dalle imposte sul reddito. Siamo davanti a un vero e proprio vantaggio fiscale, ma che ha un confine netto. Nel momento in cui l’attività di investimento viene considerata come commercio professionale di titoli, il capital gain diventa a tutti gli effetti un reddito imponibile.
Quella che abbiamo enunciato non costituisce una semplice e banale distinzione fiscale. Essere qualificato come investitore professionale ha un impatto diretto sui profitti che derivano dalle attività indipendenti. Vengono infatti assoggettate ai contributi sociali Avs/Ai/Ipg.
Riuscire, a questo punto, a comprendere quali siano le regole fiscali che vengono applicate è molto importante: permette di ottimizzare il carico fiscale e contributivo.
Indice
Quando si diventa un investitore professionale
Da un punto di vista strettamente fiscale, è importante capire quando si diventa un commerciante di titoli a carattere professionale. Stiamo parlando, in altre parole, di un’attività che viene svolta in modo sistematico a scopo di lucro e che si può assimilare a una qualsiasi attività lucrativa indipendente.
Per fare in modo che i contribuenti riescano a orientarsi nel modo migliore, la circolare 36 dell’Amministrazione federale delle contribuzioni AFC ha introdotto 5 criteri rispettando i quali è possibile ritenere che i contribuenti stiano gestendo un patrimonio privato, riuscendo a beneficiare dell’esenzione del capital gain.
Il mancato rispetto anche di uno solo dei criteri che elenchiamo di seguito non comporta l’automatica qualifica a investitore professionista del contribuente, ma molto più semplicemente apre la porta la porta a una valutazione complessiva da parte delle autorità fiscali, che andranno ad analizzare una serie di indizi.
I criteri per essere considerati un investitore privato
Perché si possa essere considerati un investitore privato in Svizzera – e quindi per poter beneficiare dell’esenzione sul capital gain – è necessario stare attenti a:
- il periodo di detenzione dei titoli, che deve essere almeno di 6 mesi;
- il volume della transazioni, che deve essere massimo 5 volte il valore dei titoli e la liquidità del periodo d’imposta secondo una precisa formula – Volume annuo ≤ 5 × (Patrimonio iniziale in titoli + liquidità)
- i capital gain realizzati non devono superare il 50% del reddito netto del contribuente;
- l’eventuale utilizzo della leva finanziari (capitali di terzi) – in tal caso i proventi da capitale imponibile non devono essere superiori ai relativi interessi passivi;
- l’utilizzo di Isp di derivati, che deve essere effettuato con lo scopo di coprire le proprie posizioni e non per finalità speculative.
Strumento decisamente importante in questo contesto, come già detto, è la circolare n. 36 dell’amministrazione finanziaria svizzera, attraverso la quale sono stati stabiliti i criteri safe harbour e per analizzare l’eventuale attività lucrativa indipendente degli investitori nei titoli.
Quali sono gli impatti fiscali
Cosa significa per un investitore riuscire a continuare a rimanere, sotto tutti i punti di vista, privato?
Riuscire a rimanere in questo range permette di essere esente dall’imposta sul reddito in base alla Lifd. Rimangono, a ogni modo, imponibili i dividendi e gli interessi, che vengono gestiti come dei redditi da patrimonio.
Per quanto riguarda l’investitore professionale, gli utili da capitale vengono trattati come un reddito derivante da un’attività indipendente. Questo li rende imponibili a livello federale, cantonale e comunale. I costi possono essere dedotti e possono essere utilizzati per compensare eventuali perdite, rispettando la disciplina generale che regolamenta il reddito d’impresa.
La qualificazione o meno di investitore professionale va a incidere direttamente sui contributi sociali. Nel momento in cui vengono maturati dei profitti da attività indipendente, i guadagni risultano essere soggetti a contribuzione Avs/Ai/Ipg come reddito da lavoro indipendente, per il quale devono essere rispettati i regimi di calcolo e gli scaglioni previsti per il 2025.
Le attività indipendenti di trading
Nel momento in cui l’attività di trading viene qualificata come indipendente, il reddito netto che viene realizzato dall’investitore rientra a tutti gli effetti nella base imponibile Avs/Ai/Ipg. Il contribuente, a questo punto, è tenuto a effettuare i versamenti rispettando le regole previste per i lavoratori indipendenti.
Periodicamente vengono aggiornate le aliquote e le modalità di calcolo per effettuare i versamenti di queste imposte. Anche nel 2025, sostanzialmente, è stata confermata la necessità per questi soggetti di pianificare i flussi di cassa in modo da andare a coprire i contributi che sono dovuti nel corso dell’anno.
Almeno in linea teorica, la gestione previdenziale e assicurativa dovrebbe essere coordinata con il profilo fiscale che il singolo contribuente ha scelto, in modo da evitare degli squilibri tra:
- imposizione;
- contributi;
- coperture del rischio.
Quando deve essere presentata la dichiarazione fiscale
Le regole per presentare la dichiarazione fiscale variano a livello cantonale. Per rispettare le scadenze è necessario verificare cosa prevede il calendario locale, partendo dalle indicazioni relative all’imposta federale diretta e dalle comunicazioni che vengono inviate direttamente dal proprio cantone.
Una volta che sia stata acquisita la qualifica professionale e sia stata effettuata la registrazione come indipendente, i conteggi Avs devono necessariamente essere gestiti tenendo conto di quanto previsto dalla cassa di compensazione competente, che darà le opportune indicazioni sugli eventuali conguagli e acconti secondo le regole locali.
Alcuni consigli operativi
Da un punto di vista strettamente operativo, è opportuno documentare con precisione le date di acquisto e di vendita dei vari asset. Ma non solo: è opportuno tenere traccia dei volumi, delle motivazioni che hanno portato alle varie operazioni e alle finalità di copertura dei derivati. La documentazione serve a dimostrare il rispetto dei criteri safe harbour in sede di controllo.
In questo contesto è importante tenere sotto controllo il turnover annuo rispetto al patrimonio iniziale e, soprattutto, iniziare a privilegiare degli orizzonti di detenzione che siano almeno pari o superiori ai 6 mesi. In questo modo si riduce il rischio che l’attività possa apparire imprenditoriale e sistematica.
Ma non solo. Appare opportuno gestire con intelligenza l’uso della leva finanziaria o assicurare che i proventi imponibili da patrimonio vadano a coprire gli eventuali interessi passivi. Queste operazioni dovrebbero avere un obiettivo ben preciso. Vale a dire fare in modo che si eviti il carry negativo, che è un indice di finanziamento dell’attività di trading.