Dopo i toni trionfalistici per i circa 3 miliardi a disposizione per agire sul taglio del cuneo fiscale per le famiglie più bisognose, l’analisi del Def presentato dal governo scopre i punti deboli. O meglio, certifica che la coperta è corta, e che con i 4 miliardi scarsi residui non sarà possibile nè mettere mano alla riforma delle pensioni, nè tanto meno imbastire un progetto di flat tax secondo quelle che erano le promesse della campagna elettorale.
Taglio del cuneo fiscale: stipendi più alti
A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35%o del Pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente al 4,5% permetterà di introdurre un taglio dei contributi sociali – cosiddetto cuneo fiscale – a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi.
La misura è stata pensata per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e contribuire all’aumento degli stipendi, per prevenire una “pericolosa” spirale salari-prezzi.
Ecco quali stipendi aumentano e di quanto: tutte le cifre
Coperta corta per pensioni e Fisco
Ma è sul resto delle velleità governative che rischia di calare, almeno per ora, il sipario. Perché le risorse a disposizione della prossima legge di Bilancio non andranno oltre i 4 miliardi di euro, e allora sarà necessario fare delle dolorose scelte. E’ infatti questo il margine di deficit che l’esecutivo si è ritagliato nel Documento di economia e finanza, vincolandolo all’allentamento della pressione fiscale.
Non per nulla il leghista Riccardo Molinari ha recapitato un messaggio chiaro a Palazzo Chigi: “Con pochi miliardi quota 41 non si fa, questo è chiaro. Dovremmo capire quante risorse avremo e come potremo avvicinarci all’obiettivo. Stesso discorso per la flat tax“.
Le promesse elettorali
Riforma del fisco, riforma delle pensioni, sostegno alle famiglie e conferma per un altro anno del taglio al cuneo fiscale, che da martedì vale oltre 7 miliardi e scade il 31 dicembre. Un capitolato che si scontra con le risorse a disposizione, e che fa pendsare che saranno proprio pensioni e rimodulazione dell’Irpef ad essere rinviate a data da destinarsi.